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E PURE 'STA CAMPAGNA ELETTORALE SE LA SEMO LEVATA DALLE PALLE! DA GIORGIA MELONI DETTA “STRONZA” ALLE SPARATE DEL DEM TARQUINIO CHE VUOLE SCIOGLIERE LA NATO: SITUAZIONISMO A MANCIATE, SPREZZO DEL RIDICOLO, I LEADER COME MEME VIVENTI – MORATTI DIMENA L’ANCA CON IVANA SPAGNA, LE TECNICHE DA RIMORCHIO DI BANDECCHI IN DISCOTECA (“CHIEDEVO A TUTTE: BALLI? TROMBI? ALLA FINE NON BALLAVO MAI”) - LA SANTANCHÈ E SINNER ("DA OPEN TO MERAVIGLIA AGLI OPEN DI FRANCIA), SALVINI CHE INSULTA MACRON. POI C’E’ LOLLOBRIGIDA: DATEGLI UNA PIAZZA, UN MICROFONO, UNA TELECAMERA E VI SOLLEVERÀ IL MONDO… - VIDEO

 

 

Simone Canettieri per www.ilfoglio.it - Estratti

 

letizia moratti spagna

Oddio, da dove iniziare? Dal ballo della sciura Moratti con Ivana Spagna sulle note di “The best”, spinoff di Antonio Tajani scatenato con “vola vola, si sa” dei Ricchi e Poveri? Oppure no: dal tocco felpato di Giuseppe Conte mentre palleggia – gratuitamente – con la capolista M5s Carolina Morace (nuova esibizione calcistica dell’ex premier, amante del genere dopo un vecchio e virtuoso tacco e punta a casa del re del cashmere Brunello Cucinelli e un numero alla Cassano tra le vie della sua Volturara Appula)?

 

Certo, per distacco l’immagine più potente di questa campagna elettorale forse è la vendetta à la Dumas o brutale ammissione, a seconda delle preferenze, sparata da “quella stronza di Giorgia Meloni” in faccia al governatore Vincenzo De Luca. 

de luca meloni

 

(...) E poi, per carità, c’è sempre il generale Roberto Vannacci, così lisergico quasi da non apparire reale, ma frutto dell’intelligenza artificiale, nei suoi video tanto artigianali e surreali da sembrare usciti dagli “Occhi del cuore” di “Boris”.

 

 

Nella foga di questo impegnativo blob  – o eurofumettone elettorale 2024 – ci si potrebbe dimenticare dell’indipendente del Pd Marco Tarquinio. L’ex direttore di Avvenire vuole sciogliere la Nato, ormai si sa. Si spera, almeno, nell’acqua santa e non nell’acido, ecco. “E comunque parla a titolo personale”, come si ama dire nel Pd, la nuova Casa delle libertà dove ognuno fa quello che gli pare, come direbbe in prosa Corrado Guzzanti.

 

schlein

Attenzione al leghista Angelo Ciocca, vero bomber e europarlamentare uscente già noto alle cronache di colore di Strasburgo e dintorni: ha ingaggiato cheerleader per un balletto autopromozionale, ha palleggiato anche lui buttando giù i barattoli con le facce della commissione uscente. D’altronde Ciocca è quello che di se stesso dice: sono il Brad Pitt italiano. E’ tutto vero, basta googlare.

 

Come le accuse di “politica fallica” rivolte a Matteo Renzi (tac: querela partita dall’ex premier fiorentino e dal suo mai domo studio legale) da parte dell’assessore regionale Monia Monni del Pd. O l’assetato (di Spritz) ministro Carlo Nordio, accusato dai custodi del sacro Ordine di non volere dividere le carriere di camerieri e giornalisti, ma solo quelle dei magistrati.

 

In questi mesi di campagna elettorale abbiamo scoperto, inoltre, che il piatto preferito da Nicola Zingaretti sono gli spaghetti alla puttanesca che prepara con le sue mani. E anche, questa è fresca fresca, che la conquista della vetta del mondo del tennis da parte Jannik Sinner è un sintomo “dell’aria nuova che si respira in Italia”, almeno secondo la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Da Open to meraviglia agli Open di Francia.

 

bandecchi

Anche i piccoli partiti si sono dati da fare per bucare il muro dell’indifferenza nel gran bazar della politica. Stefano Bandecchi (Alternativa popolare) che si mette a pompare flessioni in un tripudio di muscoli e poi confessa le tecniche da rimorchio di quando andava in discoteca (“Chiedevo a tutte: trombi? Balli? Balli? Trombi? Alla fine non ballavo mai”, segue risata e sguardo da marpione).

 

 

(...)

Non se ne esce. Nel dubbio c’è sempre Francesco Lollobrigida, assicurano gli specialisti del settore: dategli una piazza, un microfono, una telecamera e vi solleverà il mondo, o comunque l’umore. O al massimo uscirà fuori la storia delle vecchie chat del suo portavoce, Paolo Signorelli, con Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, il Pablo Escobar di Roma, ultras della Lazio finito male, e con una forte spirito anti romanista e antisemita. Ieri Meloni si è dovuta occupare di questo caso, cercando una strategia con il cognato per cercare di limitare l’impossibile.

Ma ora fermi tutti, un attimo di respiro.  

 

sinner santanche

Situazionismo a manciate, grande sprezzo del ridicolo, i leader come meme viventi, una costante e indomita autorappresentazione di sé da offrire a una politica Netflix che catturi 30 secondi di attenzione mentre armeggiamo con il cellulare. Un continuo “inoltra” e un perenne “condividi”. Ti prego, guarda questo! La caratterizzazione del personaggio a scapito dei programmi che, come si sa, alla fine non legge mai nessuno.

 

Dunque, alleluja: oggi e domani si vota per le elezioni europee, al netto della fortissima voglia di mare. Per il circolo vizioso del pensiero negativo alla fine passa il seguente assioma: altro che Ucraina, medio oriente, difesa comune, mutualizzazione del debito, Patto di stabilità e gestione dei migranti. Resta altro, si discute di altro, si pensa ad altro.

 

salvini e il generale vannacci al comizio di chiusura della campagna elettorale per le europee

In effetti si è parlato e visto di tutto. Per poco, ma a flusso continuo. Paginate e talk sull’ultima bischerata da commentare, analizzare, vivisezionare. “Lei cosa ne pensa?”. Con tanti saluti al futuro della Commissione europea, alla posizione dell’Italia, ai nostri rapporti con Francia e Germania, all’America che innova e alla Cina che risponde e all’Europa che norma. E quando, di rado, è capitato di entrare nel merito degli argomenti e quindi del voto, ecco la reazione istintiva direttamente dal divano: “Amore, ti prego, cambia canale, per favore. Oppure passami il mio cellulare”.

 

Si è guardato molto all’Italia, con perenne dibattito sul fascismo incombente complice anche anniversari e ricorrenze fatali, e poco, pochissimo a Strasburgo. Insomma, cosa ci andiamo a fare lassù?

 

(...)

francesco lollobrigida e le canne

E’ stata colpa di tutti. Di loro, i politici. Di noi, i media. Delle agenzie di comunicazione perché qui bisogna pompare il candidato trattandosi di elezioni proporzionali con preferenza. Vuoi mettere allora il gusto di leggere un pezzone in punta di penna sul surreale comizio da un ferribotte di Elly Schlein, paonazza e a rischio colpo di sole, contro il Ponte sullo stretto? Colore e merito uniti insieme: l’ideale.

 

(...)

 

E’ stato impossibile o quasi uscire da Instagram o Tik tok tak, come lo chiamava Silvio Berlusconi. Primo caso di candidato scomparso che dopo quasi un anno rivive per due giorni nell’urna grazie alla sua Forza Italia: votare il Cav. sarà ancora possibile. Cucù. Seguono iconografiche corna all’insù. Altro che francobollo commemorativo.

giorgia meloni e il comizio di chiusura della campagna elettorale

 

Nella mai confessata paura dei partiti di non perdere quanto acquisito alle politiche e fra le pieghe del sovietico regolamento dell’Agcom, alla fine non ci sono stati confronti tv fra i leader dei principali partiti. Ma solo una serie di interminabili interviste singole, a questo o a quel capo, oscillanti fra il comizio e il cortese ma schietto corpo a corpo a seconda della bravura dell’intervistatore. L’altro giorno quando è apparsa Meloni a sorpresa nello studio del tg di La7 di Enrico Mentana molti avranno avuto un sussulto svegliandosi dal torpore. Caspita: ci sono le elezioni, si vota, fammi dare un’occhiata. Mancava la controparte.

vannacci

 

Si voterà per simpatia o contro come sempre, alla maniera delle normali elezioni politiche. Senza merito né troppa attenzione all’Europa che verrà. Sarà un test per il governo e soprattutto per la leader di Fratelli d’Italia che ha in testa di superare quel 26 per cento del 2022, o almeno di confermarlo, stando attenta alla sorte degli alleati, Lega e Forza Italia, che nel migliore dei mondi possibili meloniani non dovrebbero né crescere né calare di botto per una questione di stabilità della baracca. Meloni si è candidata, altrettanto ha fatto Tajani, al contrario di Salvini.

 

In questi due mesi i tre si sono presi, in un crescendo rossiniano, a calci negli stinchi.

 

Tipo lo spettacolo andato in onda nel campo largo caratterizzato dalla scissione del Terzo polo, riecco Renzi che vuole buggerare Calenda, con il derby Pd-M5s che Schlein si prepara a vincere in carrozza, forte di un voto personale che va cercando in due circoscrizioni. Visto che Conte, l’irenico, sa già come andrà il voto: maluccio. Ma sempre qui siamo a un enorme Processo del lunedì di Biscardi molto italiano e per nulla europeo.

vannacci lubamba

 

Scusate, ma è appena uscito un video imperdibile: c’è Salvini che insulta Macron, Meloni che sfugge alle domande su Diabolik, Schlein che guarda all’indietro dalla piazza di Padova dell’ultimo comizio di Enrico Berlinguer. L’unica buona notizia, come diceva Christian De Sica in Vacanze di Natale, è che pure questa campagna elettorale ormai è alle spalle.

giorgia meloni