1- FOTO CHOC DI ALE-DANNO IMPEGNATO OGGI POMERIGGIO A SPALARE LA NEVE E A GETTARE SALE PER TERRA. IL SALE PERÒ NON È ESATTAMENTE IL SALE CHE SERVIREBBE PER PROTEGGERSI DAL GELO. E' – EHM – SALE DA CUCINA. INCREDIBILE. GUARDARE PER CREDERE 2- BOLLETTINO NEVEVISIVO: FORTI PRECIPITAZIONI A CARATTERE “SCARICABARILE” DI ALE-DANNO IN TUTTE LE TRASMISSIONI TV: “NON C'È PIÙ UNA PROTEZIONE CIVILE IN ITALIA. È TUTTA COLPA DI GABRIELLI” (COPERTO DI INSULTI). MA LE CARTE LO SBUGIARDANO 3- DOPO IL DISASTRO DELLA NEVE A ROMA, IL SINDACO SCIATORE HA MOLLATO LA PALA PER PRENDERE IL MICROFONO: IERI IN DIRETTA IN TUTTI I TG (TG1, TG3, TG5…), OGGI HA OCCUPATO SKY TG24, “IN MEZZ’ORA” DI LUCIA ANNUNZIATA E STASERA LA7 DA PORRO & TELESE 4- GIOVEDÌ AL COMITATO DELLA PROTEZIONE CIVILE IL SINDACO GIÀ SA CHE CI SARANNO ALMENO 15 CMT. DI NEVE, MA ALL’OFFERTA DI AIUTO RISPONDE: “NON HO BISOGNO DI NULLA” 5- GABRIELLI ATTACK: “VENERDÌ A MEZZANOTTE IL SINDACO CERCAVA SPAZZANEVE E 50 TONNELLATE DI SALE. IL PUNTO È CHE VA SPARSO PRIMA DELL'ARRIVO DELLA NEVE, NON DOPO”

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FOTO CHOC DI ALE-DANNO

Claudio Cerasa per Il Foglio.it - http://www.ilfoglio.it/cerazade/2214 - Questa foto è stata scattata oggi pomeriggio al sindaco Alemanno, a Roma. Nella foto (distribuita dall'agenzia Omniroma) il sindaco di Roma è impegnato a spalare la neve e a gettare sale per terra. Il sale però non è esattamente il sale che servirebbe per proteggersi dal gelo. E' – ehm – sale da cucina. Incredibile. Guardare per credere.

1- "NON MI SERVE NULLA": QUANDO ALEMANNO SNOBBO' L'AIUTO DELLA PROTEZIONE CIVILE PRIMA DELLA CATASTROFE
Carlo Bonini per "La Repubblica"


Che gli uomini "spalino". Che donne, vecchi, bambini "non escano di casa per andarsi a fare le foto". Ogni disfatta ha un suo bollettino da consegnare alla Storia. E quando alle 12 di ieri il sindaco Gianni Alemanno invita con tono perentorio a "raggiungere i quattro centri di distribuzione pale" prima che arrivi il gelo, la città capisce che è tutto finito. Meglio, che nulla è mai iniziato.

Perché in quel si "salvi chi può", la resa certifica un abbandono che si fa arrogante. E per giunta bugiardo. Come uno Schettino qualunque di fronte al suo naufragio, il sindaco perde la testa, rovescia il tavolo. Se la prende con i romani che "non mettono le catene". Accusa la Protezione civile di previsioni meteo errate. Evoca il complotto contro la città eterna, "regolarmente informata in ritardo" delle calamità che Iddio le riserva.

È uno spettacolo raggelante, che Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, chiosa a "Repubblica" così: "Sono un uomo delle istituzioni e provo un'amarezza infinita. Pur di proteggere se stesso e dissimulare le proprie responsabilità, c'è un sindaco pronto a distruggere il lavoro e la credibilità di un intero sistema di Protezione civile. È incredibile".

Già, ma di incredibile c'è soprattutto come è nata questa Caporetto. Ci sono le comunicazioni tra Comune e Protezione civile, e almeno un atto interno del Gabinetto del Sindaco, che Repubblica ha raccolto e che documentano come Roma è stata abbandonata a se stessa.

IL VERTICE DI GIOVEDÌ
Bisogna dunque tornare indietro di qualche giorno. Alle 19.30 di giovedì 2 febbraio, quando Gianni Alemanno entra negli uffici della Protezione Civile accompagnato da Tommaso Profeta, l'uomo responsabile della sicurezza e dei piani di protezione civile della città. Gabrielli ha convocato il Comitato nazionale tecnico per discutere e aggiornare i piani per l'emergenza che ha colpito il centro-nord.

È un tavolo dove normalmente non vengono invitati gli enti locali. Ma questa volta, quello che sta per abbattersi su Roma consiglia la presenza del sindaco, dei rappresentanti della provincia (l'assessore alla sicurezza Ezio Paluzzi) e della Regione (il dirigente generale Luca Fegatelli). Ad Alemanno, insomma, non sfugge il motivo per cui è stato convocato.

Anche perché, il sindaco sa bene che la città che amministra è l'unica a non avere ancora, ad otto anni dall'entrata in vigore della direttiva che lo impone, un "centro funzionale" per il monitoraggio delle condizioni ambientali. Per sapere che tempo farà, Alemanno ha due soli strumenti: il televideo e la Protezione civile.

Il bollettino che gli viene consegnato è chiaro. I meteorologi prevedono per venerdì 3, fino all'alba del 4, "precipitazioni combinate" pari a 35 millimetri d'acqua. Con una postilla ovvia. Se sarà acqua o neve, dipende da dove si collocherà lo "0" termico. Alemanno, che per giunta è un alpinista, dovrebbe sapere che quei 35 millimetri d'acqua, se trasformati in neve, significano 35 centimetri. E, almeno giovedì sera (al contrario di quanto dirà poi), la questione sembra essergli chiara.

Si lascia infatti con Gabrielli con un impegno e una scommessa guascona: "Caro prefetto, allora ce la giochiamo con un grado. Venerdì osserveremo la temperatura. Se raggiungiamo lo "0" in città, faccio partire il "piano neve"". Il capo della Protezione civile prende atto, ma insiste. Gli chiede se non ritenga opportuno allertare comunque il "Sistema nazionale di protezione civile". Quello che consente di far affluire a Roma da altre parti del territorio nazionale, mezzi e risorse aggiuntive per fronteggiare l'emergenza.

Alemanno ringrazia, ma declina: "Il piano c'è, non ho bisogno di nulla".
Il fax che svela la menzogna
Il sindaco, del resto, in quelle ore ha una sua coerenza. Sa così bene quello che sta per precipitargli sulla testa ed è così convinto di poter fare da solo che il pomeriggio del 2 ha disposto la chiusura delle scuole per venerdì e sabato. Ma c'è di più.

Conosce a tal punto quale emergenza si avanza che martedì 31 gennaio, il suo Tommaso Profeta (l'uomo che è con lui alla Protezione civile), ha inviato alle 3000 associazioni di volontariato della città una comunicazione ufficiale che invita alla immediata mobilitazione.

Leggiamo: "In riferimento all'informativa di condizioni meteo avverse protocollo RK 206/2012 e il possibile peggioramento della situazione meteo con rischio neve a quote basse, dalla serata del 31 gennaio, si ritiene indispensabile l'attivazione di presidi per far fronte alle eventuali esigenze di Protezione Civile, connesse all'assistenza alla popolazione".

Il sindaco chiede "a partire dalle 23 del 31 gennaio, fino a cessate esigenze", squadre di 4 volontari che verranno pagati a forfeit (20 euro ciascuno).

Le tre telefonate
È solo nella notte tra venerdì e sabato, quando comprende che il suo "piano neve" forse non è mai neppure partito, che Alemanno è aggredito dal panico. Alle 20 chiama una prima volta Gabrielli. "Per caso avete delle lame (gli spazzaneve ndr.)?".

Una domanda non solo tardiva, ma inutile, visto che il Dipartimento non ha mezzi propri. Alle 23, una seconda chiamata. "Ho bisogno di 50 tonnellate di sale". E se possibile, questa nuova richiesta è ancora più surreale della prima, perché su Roma nevica ormai da oltre 12 ore e il sale, lo sa chiunque, va sparso prima che la neve attecchisca sull'asfalto.

Intorno alla mezzanotte, l'ultimo grido di chi sta naufragando: "Mi dia l'esercito", chiede Alemanno a Gabrielli confondendolo con il Prefetto, l'unico per legge autorizzato a far uscire mezzi e uomini dalle caserme.

Il "bollettino" che non c' é
Il resto è noto. Fino all'ultima mossa. Una nuova ordinanza di chiusura delle scuole per lunedì, basata sul "bollettino meteorologico" dell'Aeronautica militare. Dovrebbe essere lo schiaffo ai meteorologi della Protezione civile. È invece l'ultimo grottesco fotogramma della disfatta. Perché - come confermano alla Protezione civile - non esiste nessun bollettino dell'Aeronautica per lunedì. Ma solo una telefonata del sindaco a un ufficiale di guardia.

2- DOPO AVER OCCUPATO TUTTI I TG DI IERI CON SCARICABARILE VARI, OGGI ALE-DANNO TELEFONA IN DIRETTA ALL'ANNUNZIATA PER COPRIRE GABRIELLI DI INSULTI
Da "Corriere.it"


Sembra arrivato al punto di non ritorno lo scontro tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il capo della protezione civile Franco Gabrielli. Dopo le prime schermaglie sul filo del rispetto istituzionale ora volano parole grosse col sindaco della capitale che accusa la protezione civile di essere governata da «dei passacarte» mentre il suo capo viene definito «un codardo che sfugge al confronto» per aver disertato alcuni appuntamenti televisivi.

DUELLO IN TV - Alla fine comunque il faccia e faccia nel programma «In Mezzora» di Lucia Annunziata c'è stato, anche se il sindaco era collegato per telefono. E sono state scintille. «In termini di allerta e di capacità di intervento, la Protezione civile purtroppo in Italia non c'è più. È una realtà purtroppo burocratica» ha attaccato il sindaco della capitale.

«La Protezione civile -ha aggiunto- è stata fortemente indebolita, non è più in grado di gestire direttamente le emergenze come faceva prima con Bertolaso. Scarica sulle spalle dei sindaci l'intero peso degli interventi. La Protezione civile si limita a passare quali sono gli allerta e spesso lo fa male, come nel nostro caso».

Replica di Gabrielli: «Non è vero che l'indebolimento della protezione civile si sia riverberato nella vicenda di Roma» e in ogni caso «la protezione civile di Gabrielli e di Bertolaso, si sarebbero comportate alla stessa maniera». «Lei non può dire cose che non stanno nè in cielo nè in terra» ha attaccato rivolto ad Alemanno ribadendo che «al di là di ogni dubbio, i bollettini meteo che sono stati emanati sono corretti».

Su una cosa si è detto d'accordo con il sindaco di Roma: «Io sono d'accordo con lei quando dice che la Protezione Civile va rivista. Ma il fatto è che io lo sto dicendo dal 26 febbraio del 2011, quando il Parlamento ha approvato il provvedimento che ha ridotto le competenze della Protezione Civile».

ALEMANNO SAPEVA DEI RISCHI - «Giovedì scorso ho convocato un Comitato operativo nazionale della Protezione civile sull'emergenza maltempo in arrivo, cui erano presenti anche Comune di Roma, Provincia e Regione Lazio: ho chiesto a tutti i partecipanti se c'erano criticità e se c'era bisogno del concorso del sistema nazionale e nessuno ha formulato richieste».

Il Comitato operativo, ha sottolineato ancora Gabrielli, «non l'ho convocato per 3 centimetri di neve, avevamo ben presente la situazione. E su alcune agenzie, al termine della riunione, lo stesso Alemanno parlava di 15 centimetri di neve». Quanto alle parole del sindaco della Capitale, secondo cui la Protezione civile sarebbe finita con Bertolaso, il prefetto si è detto «contento che Alemanno si sia riappacificato con Bertolaso, che era solito sconfessarlo».

Per Gabrielli, infine, con gli attacchi del primo cittadino di Roma «si mistifica la realtà e si distrugge il sistema previsionale e di allerta e quindi ho replicato senza occupare spazi televisivi e senza insultare il sindaco». Da parte sua Alemanno non sembra disposto a spegnere la polemica.

Per prendere clamorosamente le distanze dalle strutture della protezione civile ha anche deciso di tenere la conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza neve in Piazzale delle Medaglie d'Oro e non più presso la sala della Protezione Civile di Roma Capitale.

INTERVIENE IL PARLAMENTO - E la disputa è ormai un caso politico. Il segretario del Pdl Angelino Alfano si è schierato pubblicamente al fianco del sindaco della capitale chiedendo «una verifica sui comportamenti e sulle responsabilità nella gestione dell'emergenza maltempo, soprattutto nella città di Roma». Il Pdl annuncia «un atto parlamentare».

Gabrielli cerca comunque di mostrarsi sereno e distaccato. «Quando ci verrà chiesto che cosa abbiamo fatto ne renderemo conto -replica- siamo pronti a rispondere delle cose che attengono alle nostre responsabilità». Più cauta di Alemanno il presidente della Regione Lazio Renata Polverini. «Le polemiche non aiutano -afferma- io sto collaborando con tutti anche con Gabrielli e le polemiche non aiutano».

CASO POLITICO - Molti criticano apertamente questo scontro quando l'emergenza è ancora in atto. «La priorità è quella di portare i soccorsi ai cittadini e scongiurare che altre difficoltà vadano a colpire la capitale. A poco serve invece l'indecente scarica barile a cui stiamo assistendo in queste ore» afferma il parlamentare del Pd Ermete Realacci. E c'è anche chi attacca frontalmente Alemanno.

«Invece di dimostrare aggressività nei confronti di Palazzo Chigi e della Protezione civile - afferma il senatore del Pd Ignazio Marino - il sindaco ammetta che Roma non è preparata a eventi eccezionali e che l'amministrazione non è stata in grado di organizzare gli interventi in città. Per questo ora chieda scusa e da subito si impegni con ogni mezzo per riparare i danni causati dalla neve e dal ghiaccio».

Interviene anche il portavoce di Italia dei Valori Leoluca Orlando «Alfano tenta maldestramente di coprire le evidenti responsabilità della giunta Alemanno. Il sindaco di Roma era perfettamente a conoscenza della nevicata in arrivo su Roma nel fine settimana, tanto che alcuni giorni prima, con grande evidenza mediatica, aveva disposto la sospensione delle lezioni negli istituti scolastici».

L'INNESCO DELLA POLEMICA - Ad innescare le polemiche era stato il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha attribuito alla Protezione Civile il mancato allarme sul maltempo. Gabrielli al Corriere della Sera, ha rimandato le critiche al mittente: «Il sindaco sbaglia. A mezzanotte cercava ancora il sale». E in varie interviste televisive ha ribadito: «L'allarme è stato dato male. Non c'è più una Protezione Civile in Italia».

 

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