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Alessandro Da Rold per La Verità
TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO
Mentre dentro la Lega di Matteo Salvini le giornate scorrono tranquille, tra le fila di Forza Italia è scesa la notte dei lunghi coltelli. Non è una novità. Ma questa volta a scatenare le ire di molti azzurri sono le ultime mosse del governatore della Liguria, Giovanni Toti, immortalato mercoledì a tavola in un ristorante di Portofino proprio con Salvini e reduce da un' intervista al Corriere che un azzurro di rango giudica «lunare» per gli attacchi contro Silvio Berlusconi.
matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2
Per questo motivo, tra le fila dei fedelissimi di Gianni Letta - ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio da mesi alle strette con l' avvocato Niccolò Ghedini, in particolare sulla compilazione delle liste elettorali-, è iniziata a serpeggiare l' idea che tra Toti e Salvini ci sia molto di più che una semplice intesa politica. Insomma, la chiacchierata sul lungo mare, tra foto e bicchieri di bianco, avrebbe avuto portate ben più sostanziose di una semplice pasta al pesto. Il laboratorio ligure, ormai in moto da tre anni, avrebbe prodotto un piano di conquista nazionale che punterebbe ad archiviare per sempre la stagione berlusconiana.
TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO
In quell' area lettiana c' è già chi parla di «operazione Toti», ovvero del tentativo di portare l' ex anchorman Mediaset sulla poltrona di Palazzo Chigi, nel caso in cui Salvini non dovesse trovare i voti in Parlamento: Toti diventerebbe l' anello di congiunzione della coalizione e potrebbe trovare voti anche nel centrosinistra. Il piano è sul tavolo. E avrebbe già ricevuto il via libera di Ghedini. Si tratta di una delle tante ipotesi che in queste ore circolano in questa fase di stallo dopo la chiusura delle urne, ma esiste. Anche perché avrebbe più di un senso.
Basta leggere le parole di Toti nell' intervista, quando il governatore ligure spiega di aver sempre «auspicato come obiettivo finale la nascita di un partito unico del centrodestra. Ma se riusciremo a costruirlo, l' area moderata della quale io mi sento parte dovrà arrivarci rinnovata, forte, preparata, con una classe dirigente nuova e radicata. Quella che purtroppo in molti casi in queste elezioni nelle nostre liste è mancata». In pratica la rottamazione dentro Forza Italia deve in particolare passare da una persona in particolare, Berlusconi.
Il Cavaliere ha 81 anni, ma lotta ancora come un leone. Fu lui a incoronare per primo come delfino proprio Toti. Poi i rapporti tra i due si sono raffreddati. Anzi, in Forza Italia sanno bene che i due non si parlano da almeno un anno. Troppi i torti dei quali il governatore ligure si sarebbe macchiato nei confronti del leader di Forza Italia, ultimamente collegati al legame troppo forte con Salvini durante tutta la campagna elettorale. In più Toti si è messo pure a litigare con l' ex ministro dell' Interno, Claudio Scajola, che punta a fare il sindaco di Imperia.
C' è fibrillazione. Non è un caso, infatti, che dopo la visita da Berlusconi, il leader leghista sia stato in Liguria, dove l' alleanza tiene e dove negli ultimi anni sono state vinte partite importanti, tra cui soprattutto Genova. Il laboratorio ha funzionato anche a livello nazionale. Appoggiare l' Opa leghista di Salvini è stata una mossa vincente per Toti. Ma a Palazzo Chigi come ci si arriva? La vera partita che si sta giocando in queste ore verte sulle delegazioni o sulla singola delegazione che andrà dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante le consultazioni. Salvini, Toti e Ghedini sarebbero d' accordo sul gruppo unico al Quirinale e anche a livello di gruppi parlamentari.
BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI
Oggi il leader leghista ne parlerà a Milano con i parlamentari e senatori eletti nella Lega. Il gruppo unico avrebbe diversi vantaggi per il nuovo centrodestra salviniano. Sarebbe un' accelerazione per l' ingresso dei parlamentari azzurri nella corte del Carroccio 2.0, i quali poi si troverebbero abbracciati a Salvini.
Sul gruppo unico ci sono resistenze dentro Forza Italia, anche perché in questo caso Berlusconi perderebbe capacità di manovra. E quando Salvini dovesse incontrare Luigi Di Maio? Il Cav sarà sacrificato sull' altare della patria? La questione è spinosa. Ma trova un sostenitore d' eccellenza, cioè Giancarlo Giorgetti, il braccio destro di Salvini. «Salire insieme al Quirinale avrebbe un senso», dice a Radio Anch' io, «indicherebbe chiaramente che Salvini è il candidato della coalizione di centrodestra. La Lega non fa nessuna Opa sul centrodestra. Sono gli elettori che hanno scelto. Toti ha una sua idea da tempo circa il partito unico. Ma in caso noi come Lega saremmo pronti».
Il tema gruppi parlamentari è tra i punti chiave per la formazione del prossimo governo. Non a caso ieri ha fatto capolino su Facebook e Twitter l' eminenza grigia di Matteo Renzi, Luca Lotti, da sempre in ottimi rapporti con l' ex compilatore di liste azzurre, Denis Verdini, tra gli architetti dell' ormai defunto Patto del Nazareno.
Il ministro dello Sport, oltre a tirare una bordata al ministro di Grazia e Giustizia, Andrea Orlando, («Perché sentire pontificare di risultati elettorali persone che non hanno mai vinto un' elezione in vita propria sta diventando imbarazzante»), ha spiegato che «se invece vogliamo essere seri, siamo pronti come sempre ad ascoltare le parole del presidente Mattarella e il suo appello alla responsabilità. E forse anziché parlare del Pd - che ha perso e starà all' opposizione - è arrivato il momento di vedere cosa vogliono fare i vincitori Salvini e Di Maio». Forse anche cosa vuole fare davvero Berlusconi.
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