DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Liana Milella per “la Repubblica”
Tra Pd e M5S il muro sulla giustizia resta molto alto. Anche se il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha fatto di tutto per cercare di sgretolarlo. Ma stavolta, ai paletti del Pd, si aggiungono quelli dei renziani. Non c' è accordo né sulla prescrizione, né sul sorteggio per il Csm. Questioni su cui, soprattutto la prescrizione, Bonafede non vuole mollare.
Alla Camera si tiene, per due ore, il primo vertice serale sulla giustizia del governo giallo-rosso, allargato a tutta la maggioranza.
luigi marattin maria elena boschi
Non solo Pd e M5S, come a palazzo Chigi una settimana fa, ma ci sono anche i renziani con Maria Elena Boschi e Leu con Piero Grasso. Il risultato è decisamente interlocutorio, un nuovo, inevitabile rinvio, perché tutto ruota intorno ai due punti più contestati - prescrizione e Csm - che già in anticipo sono stati bocciati.
Bonafede, del resto, prima ancora di sedersi al tavolo anticipa i distinguo e mette i suoi paletti sulla prescrizione, norma per lui imprescindibile e peraltro già approvata un anno fa nella legge battezzata "Spazzacorrotti". Prevede il definitivo stop dei tempi di prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Entrerà in vigore a gennaio 2020 perché così avevano imposto Matteo Salvini e Giulia Bongiorno per far passare la legge. Le loro stesse argomentazioni, e cioè prima bisogna accelerare il processo e poi si può tagliare la prescrizione, adesso vengono riproposte dal Pd e da Italia viva.
giulia bongiorno matteo salvini
Ma ancora prima che il vertice sulla giustizia si apra Bonafede già dichiara: «Nessun cittadino comprende, se vogliamo fare una riforma per avere un processo più breve, perché dovremmo ritardare l' entrata in vigore della nuova prescrizione». A chi glielo chiede mentre esce da palazzo San Macuto per un' audizione al Copasir rispiega ancora una volta che «la prescrizione riguarda i reati commessi dopo l' entrata in vigore della legge, quindi le prime conseguenze si verificheranno tra quattro anni, quando a loro volta avranno avuto effetto le nuove regole per rendere più rapido il processo penale».
Tutto inutile. Perché né Pd, né Italia viva si persuadono. Parla Boschi e chiede che il sistema della prescrizione previsto da Bonafede venga cambiato. Altrettanto fa il Pd. Altrimenti si blocca tutto il resto. Inutilmente il Guardasigilli distribuisce le oltre 40 pagine della sua riforma, che dai tempi della giustizia civile passa a quella penale, impone tempi strettissimi alle indagini preliminari, minaccia illeciti disciplinari per chi viola le regole, e approda alla riforma del Csm, passando per lo stop alle "porte girevoli" per la toga che scende in politica.
federico d'inca' paola de micheli alfonso bonafededavide casaleggio alfonso bonafede
Bonafede apre la riunione, parla molto a lungo ed è aperturista. Spiega che le sue regole faranno durare meno i tempi dei processi. Promette che non ci saranno forzature, dà al suo predecessore Andrea Orlando il merito di essersi battuto e di aver programmato assunzioni di magistrati e personale amministrativo che oggi si rivelano preziose per garantire un processo penale in 4 anni. Il vice segretario del Pd questa volta non c' è, è a Strasburgo, ma è molto probabile che, proprio per evitare contrapposizioni, si sfili dall' argomento.
Ci sono però Roberta Pinotti, come responsabile ad interim della giustizia e il sottosegretario Andrea Giorgis. Emerge chiaramente che il Pd vuole certezze sulla prescrizione. Ma dall' altra parte Bonafede replica: «La prescrizione è già legge. Entrerà in vigore. Adesso parliamo di come accorciare i processi».
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