VENDETTE TRASVERSALI - BONINO E CANCELLIERI DISERTANO LA FOTO RICORDO DELLE MINISTRE PER SOLIDARIATA’ CON LA IDEM

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Enrico Paoli per "Libero"

Magari se lo avessero fatto il giorno dopo le dimissioni da ministro delle Pari opportunità, ci poteva anche stare. Magari Josefa Idem avrebbe anche gradito. Forse, chissà. Ma rifiutarsi di apparire in una foto ricordo, tipo quelle che si fanno a scuola e poi si buttano in qualche cassetto ad ingiallire, solo per esternare la partecipazione emotiva al dramma della povera Idem, sa tanto di solidarietà pelosa. Che non fa nemmeno bene alla causa delle donne e delle pari opportunità. Che avrebbero bisogno di ben altre esternazioni.

Protagoniste principali del «niente foto, siamo solidali» sono state il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, e la collega degli Esteri, Emma Bonino, che innescato la polemica. Lo scatto in questione, peraltro niente di trascendentale, era stato sollecitato da un settimanale (Io donna, il femminile del Corriere della Sera) e avrebbe dovuto immortalare le donne che compongono l'esecutivo guidato dal premier Enrico Letta. Peccato che ad organizzare il servizio fotografico fosse stato proprio l'ufficio stampa del premier.

Al momento del click le due ministre si sono defilate, seguite dalla collega dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Motivo del rifiuto le dimissioni della Idem,che ha dovuto lasciare il dicastero il 24 giugno scorso, travolta dallo scandalo sulla sua casa-palestra di Santerno, una frazione del Comune di Ravenna.

Alla Idem è stato chiesto di spiegare la presunta evasione fiscale (per non aver versato l'Ici e l'Imu), e come mai ha fatto pagare i corsi in una palestra dichiarata soltanto come abitazione e di essersi resa protagonista di abusi edilizi. Insomma, un bell'esempio di legalità e giustizia, in Paese dove il tema delle tasse sulla casa è una ferita aperta.

Nell'attesa che la magistratura faccia il suo corso, viene da chiedersi come mai le ministre del governo Letta siano state colte da questo irrefrenabile bisogno di solidarizzare fuori tempo massimo con la Idem, quando avrebbero potuto affrontare direttamente la questione con il presidente del Consiglio.

Perché se Libero ha sollevato - e denunciato - il caso, il premier Letta ha imposto alla Idem le dimissioni. E allora è normale pensare che dietro al «no foto grazie», più che la solidarietà pelosa alla Idem, ci sia una sottile vena polemica nei confronti del primo inquilino di Palazzo Chigi. Ma siccome non puoi prendertela con il capo, nemmeno se ha licenziato una tua collega per giusta causa, meglio far finta di essere solidali e delegittimare l'ufficio stampa del premier.

Non costa nulla e rende molto. Il guaio è che la Idem sembra aver fatto l'abbonamento con i casi spinosi, come raccontato da Libero. Il Coni Sicilia, che ai gesti clamorosi ha preferito un atto concreto per manifestare la propria solidarietà alla Idem, ha deciso di nominare l'ex ministra al vertice della Consulta regionale femminile dello Sport.

In un primo momento sembrava che la nomina fosse stata decisa dal governatore della Regione, Rosario Crocetta, facendo pensare ad un «ripescaggio» del ministro giubilato da Letta. Ma il presidente dell'Isola ha smentito tutti. In realtà a chiamare la Idem ad occupare la poltrona di presidente della Consulta femminile regionale dello sport, è stato il Coni Sicilia, che ha agito in «piena autonomia », come ha sottolineato il presidente Giovanni Caramazza. Chiarito il particolare non sono mancate le polemiche.

Come racconta dettagliatamente BlogSicila, quotidiano on line dell'Isola, il 2 maggio scorso «era tutto pronto per la firma del protocollo d'intesa tra il Coni Sicilia e la presidenza della Regione che istituisce la consulta femminile regionale dello sport», scrive Claudio Porcasi, «ma il governatore ha annullato all'ultimo secondo l'incontro per partecipare ad una riunione di giunta convocata d'urgenza a Palazzo d'Orleans».

Se l'accordo sia stato firmato o no successivamente non è dato saperlo, visto che nemmeno sul sito del Coni Sicilia c'è traccia della firma. Di sicuro il governatore Crocetta non ci ha messo la firma sopra. Un altro bel giallo. A completare il quadro ha contribuito il ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge, che è tornata ad incalzare Letta.

«A fine legislatura, porteremo a casa la legge sulla cittadinanza», ha garantito l'esponente dell'esecutivo, «la norma è già al lavoro all'interno del parlamento. Troverà una mediazione perché è una legge che non è solo del Pd ma deve essere condivisa da tutte le forze politiche e dalla società civile». Ovviamente aspettiamo la foto di rito, con defezioni annesse.

 

emma bonino josefa idem medaglie emma bonino josefa idem x AnnaMaria Cancellieri Enrico Letta e il ministro per l Integrazione Cecile Kyenge article