
DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI…
Da “La Stampa’
L’utilizzo di dati vecchi per definire la platea del bonus Irpef non convince i tecnici della Camera. Dal 2011, anno utilizzato per effettuare le simulazioni a oggi, i soggetti interessati potrebbero essere aumentati o diminuiti in modo «significativo» con evidenti effetti sui costi delle norme. Mentre la procedura introdotta per il pagamento della Tasi potrebbe avere degli «effetti finanziari», con maggiori spese per interessi a carico dello Stato.
Nel dossier che accompagna il decreto legge Irpef, che ieri ha iniziato il suo iter a Montecitorio, il servizio Bilancio chiede dei chiarimenti, inoltre, sulle norme che riguardano la rivalutazione delle quote di Bankitalia, ed esprime dei dubbi sul successo delle misure che prevedono u risparmio sulle società partecipate dallo Stato, a causa di «difficoltà operative» che potrebbero rendere «di fatto impraticabile» i tagli previsti.
Altro tema su cui si erano soffermati anche i colleghi del Senato è poi quello del taglio dell’Irap, sul quale emergono dati apparentemente incongruenti. La riduzione del gettito derivante dalla riduzione dell’imposta del 10% è infatti stimata in 2.059 milioni annui, ma tale cifra «corrisponde ad una quota inferiore al 10% del gettito Irap realizzato nel 2013», pari a 24.813 milioni.
Tutte osservazioni «corrette» e preziose secondo il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, che però puntualizza che tempo per modifiche alla Camera non ce n’è, vista la scadenza del 23 giugno, e che qualsiasi correzione è dunque rimandata ai prossimi provvedimenti. «Mi pare che l’orientamento sia quello che non ci sono le condizioni per approvare cambiamenti», conferma il viceministro dell’Economia Enrico Morando. Non c’è tempo neppure per intervenire sul rinvio della Tasi anche per i Comuni che hanno deliberato l’aliquota in tempo.
Ieri, contro il fisco e la burocrazia, «bestie nere» per le imprese italiane, si è alzata la voce di Confartigianato, secondo cui, nell’ultimo anno, le Pmi hanno speso in scartoffie e adempimenti obbligati quasi 31 miliardi di euro, pari a 2 punti di Pil.
Nel 2014 gli italiani pagheranno 25,7 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei cittadini Ue, 420 euro di maggiori imposte a testa. [g. bot.]
L’utilizzo di dati vecchi per definire la platea del bonus Irpef non convince i tecnici della Camera. Dal 2011, anno utilizzato per effettuare le simulazioni a oggi, i soggetti interessati potrebbero essere aumentati o diminuiti in modo «significativo» con evidenti effetti sui costi delle norme. Mentre la procedura introdotta per il pagamento della Tasi potrebbe avere degli «effetti finanziari», con maggiori spese per interessi a carico dello Stato.
Nel dossier che accompagna il decreto legge Irpef, che ieri ha iniziato il suo iter a Montecitorio, il servizio Bilancio chiede dei chiarimenti, inoltre, sulle norme che riguardano la rivalutazione delle quote di Bankitalia, ed esprime dei dubbi sul successo delle misure che prevedono un risparmio sulle società partecipate dallo Stato, a causa di «difficoltà operative» che potrebbero rendere «di fatto impraticabile» i tagli previsti. Altro tema su cui si erano soffermati anche i colleghi del Senato è poi quello del taglio dell’Irap, sul quale emergono dati apparentemente incongruenti. La riduzione del gettito derivante dalla riduzione dell’imposta del 10% è infatti stimata in 2.059 milioni annui, ma tale cifra «corrisponde ad una quota inferiore al 10% del gettito Irap realizzato nel 2013», pari a 24.813 milioni.
nunzia de girolamo francesco boccia
Tutte osservazioni «corrette» e preziose secondo il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, che però puntualizza che tempo per modifiche alla Camera non ce n’è, vista la scadenza del 23 giugno, e che qualsiasi correzione è dunque rimandata ai prossimi provvedimenti. «Mi pare che l’orientamento sia quello che non ci sono le condizioni per approvare cambiamenti», conferma il viceministro dell’Economia Enrico Morando. Non c’è tempo neppure per intervenire sul rinvio della Tasi anche per i Comuni che hanno deliberato l’aliquota in tempo.
Ieri, contro il fisco e la burocrazia, «bestie nere» per le imprese italiane, si è alzata la voce di Confartigianato, secondo cui, nell’ultimo anno, le Pmi hanno speso in scartoffie e adempimenti obbligati quasi 31 miliardi di euro, pari a 2 punti di Pil. Nel 2014 gli italiani pagheranno 25,7 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei cittadini Ue, 420 euro di maggiori imposte a testa. [g. bot.]
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