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BORIS FATTO A PEZZI - IL RAPPORTO SUL PARTY GATE INCHIODA IL PREMIER BRITANNICO JOHNSON, PARLANDO DI "ECCESSIVO CONSUMO DI ALCOL NON APPROPRIATO A UN LUOGO DI LAVORO", "INCONTRI DIFFICILI DA GIUSTIFICARE" E "POCA ATTENZIONE A QUELLO CHE STAVA ACCADENDO NEL PAESE" - LUI SI È SCUSATO E DICE DI VOLER DI ASPETTARE LA FINE DELL'INCHIESTA DI SCOTLAND YARD, MA NON HA NESSUNA INTENZIONE DI DIMETTERSI - SE DOVESSE APRIRSI UNA MOZIONE DI SFIDUCIA, SARÀ IL VOTO SEGRETO A DECIDERE IL SUO DESTINO… - VIDEO
Starmer demolishes Johnson in front of Tory MPs stunned into silence: worth watching every minute pic.twitter.com/Xrv8jidjoS
— Lionel Barber (@lionelbarber) January 31, 2022
Chiara Bruschi per "Il Messaggero"
«Fallimenti seri nella leadership e nel giudizio», «eccessivo consumo di alcol non appropriato a un luogo di lavoro», «incontri difficili da giustificare» e altri «che non sarebbero mai dovuti avvenire».
E ancora: «Troppo poca attenzione a quello che stava accadendo nel Paese, considerando i rischi per la salute pubblica di alcuni di questi incontri e come sarebbero potuti apparire agli occhi della popolazione». E poi: N10 non è stato «all'altezza degli standard che il popolo britannico si aspetta e che merita».
Il rapporto conclusivo dell'indagine sul partygate condotta da Sue Gray, seppur reso pubblico in minima parte per volere di Scotland Yard, che ha aperto un'inchiesta a sua volta, è impietoso.
L'atteso documento è stato recapitato a Boris Johnson nella mattinata di ieri e il primo ministro si è presentato nella Camera dei Comuni nel pomeriggio per rispondere alle accuse che il dossier ha inevitabilmente sollevato.
GLI EVENTI
Nell'estratto, la funzionaria ha confermato di aver analizzato sedici eventi organizzati negli uffici governativi durante i lockdown degli ultimi due anni, dodici dei quali sono al momento sotto la lente di ingrandimento della Metropolitan Police, a dimostrazione del fatto che in tutte quelle occasioni potrebbe esserci stata una seria violazione delle limitazioni anti-Covid allora in vigore.
Tre di questi coinvolgono Boris Johnson in prima persona: il famigerato garden party organizzato dal suo segretario Martin Reynolds, la festa di compleanno allestita a sorpresa dalla moglie Carrie nella Cabinet Room e un altro ritrovo risalente al 13 novembre 2020, questa volta non negli uffici di Downing Street, ma al primo piano, nell'appartamento privato del primo ministro e della sua famiglia.
Una data che non è casuale: in quel giorno Dominic Cummings - diventato il nemico numero uno di Johnson - si era dimesso puntando il dito contro il primo ministro, e secondo le voci di corridoio la festa era stata organizzata proprio per celebrare la sua rocambolesca uscita di scena.
Nel frattempo la Met ha reso noto di aver ricevuto da Sue Gray oltre 300 foto di feste organizzate a Downing Street. Ci sono poi le versioni di oltre settanta persone intervistate, numerose email, messaggi WhatsApp e documenti che provano gli ingressi e le uscite dagli uffici.
Una situazione non certo facile per Johnson, che ha dribblato le richieste di dimissioni arrivate dall'opposizione, rimandando la decisione alla pubblicazione completa del rapporto e alle conclusioni dell'inchiesta di Scotland Yard.
LE CRITICHE
Il leader laburista Keir Starmer ha citato Margaret Thatcher nel sottolineare come «il primo dovere di un governo sia quello di rispettare la legge» e ha criticato Johnson per la sua «mancanza di onestà, integrità e autorità morale».
Uno degli attacchi più duri è arrivato da Theresa May, collega di partito ed ex capo del governo: «Il primo ministro non stava osservando le regole che aveva imposto al resto del popolo. Non le aveva lette o non le aveva capite? Oppure pensava che non valessero per lui?».
theresa may alla camera dei comuni 1
Aaron Bell, sempre dai banchi dei Tory, ha ricordato il funerale della nonna, in cui potevano partecipare solo dieci persone e durante il quale non aveva potuto «abbracciare i parenti». «Pensa quindi che sia uno stupido?» per aver rispettato le regole, ha concluso.
«Voglio scusarmi - ha detto Johnson, che non ha alcuna intenzione di dimettersi - per quello che abbiamo sbagliato e per il modo in cui la situazione è stata gestita. Questa pandemia è stata dura per chiunque e capisco la rabbia delle persone», ha aggiunto, per poi precisare: «Ho capito la situazione e metterò le cose a posto».
E per farlo ha annunciato alcuni cambiamenti strutturali all'intento del suo staff: ha detto che creerà un Ufficio del primo ministro, metterà mano al codice di condotta per i dipendenti e introdurrà nuove misure per migliorare il lavoro del governo.
Misure che Johnson si augura possano bastare a convincere gli scettici del suo partito. Per la mozione di sfiducia nei suoi confronti servono 54 richieste e fino ad alcune settimane fa erano, pare, una ventina. Se dovesse aprirsi una mozione di no-confidence, sarà il voto segreto a decidere il suo destino.
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