DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Giovanna Casadio per "La Repubblica"
Dalla tregua a un nuovo braccio di ferro sull'abolizione del Senato. Il governo si irrigidisce, fa sapere che terrà duro. La ministra Maria Elena Boschi a sorpresa avverte: non ci sarà un nuovo testo dei relatori, cioè di Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli da votare in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama già martedì. Ma si torna all'origine: «Il testo che andrà in aula sarà quello del governo ». Poi si vedrà per quanto riguarda le modifiche, gli aggiustamenti, gli emendamenti. Ed è bufera politica.
Nel Pd i dissensi erano stati appena placati dalle aperture annunciate da Renzi. La stessa presidente della commissione e relatrice Finocchiaro è spiazzata, un po' sconcertata e preoccupata. Raccontano si sia sfogata: «Ma così in commissione il disegno di legge non passerà mai». Ne è convinto anche Gaetano Quagliariello, il coordinatore del Nuovo centro destra, cioè un pezzo indispensabile di maggioranza al Senato: «No, così com'è non lo prendiamo neppure in considerazione ».
A meno che, aggiunge Quagliariello, non si trovi subito un accordo sugli emendamenti. La partita-riforme si ingarbuglia. Deve intervenire il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini che tiene i contatti con il premier Renzi, con Boschi, con Quagliariello per provare a trovare un compromesso. «Si può tornare al testo del governo però accompagnandolo con un "allegato" di intesa politica che fissi qual è il perimetro degli emendamenti»: spiega Guerini continuando a tessere mediazioni. Anche Quagliariello ritiene sia un possibile un punto di accordo. Nelle file dem i malumori ribollono.
Uno stop alla Boschi viene da Felice Casson, il senatore che con Vannino Chiti ha raccolto attorno a un "controtesto" un consenso ampio sia tra i Democratici che con l'adesione del M5Stelle e di alcuni forzisti. «Intanto bisogna rispettare le regole - segnala Casson - à la commissione a decidere quale sarà il testo-base. Non si procede con atti di forza». Francesco Russo il lettiano che ha raccolto un drappello di senatori del Pd critici, commenta: «à un irrigidimento non molto sensato».
Un altro senatore dem, Miguel Gotor è certo che «gli emendamenti ci saranno, tuttavia senza fare fallire la riforma impiccandosi a puntigli di carattere personale o alla questione della eleggibilità dei nuovi senatori». Gotor sarà lunedì al seminario organizzato dalla ministro Boschi con i "professori" proprio sulle riforme istituzionali al Nazareno, la sede del partito. Altra fonte di polemiche. Gustavo Zagrebelsky, intervistato da Lucia Annunziata sull'Huffington Post, dice che non ci sarà : «I vecchi devono stare con i vecchi». Assenti per impegni anche Stefano Rodotà . Boschi va avanti.
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