
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
1. BOSCHI, VOTO SULLA SFIDUCIA: "SE CI FOSSERO FAVORITISMI, SAREI LA PRIMA A DIMETTERMI"
maria elena boschi mozione di sfiducia alla camera
"Se mio padre fosse stato davvero favorito nella vicenda di Banca Etruria, sarei la prima a dimettermi. Ma sono state dette un sacco di falsità: è in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia". Alla Camera la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi replica con forza e determinazione contro la sfiducia chiesta dal Movimento Cinque Stelle per il presunto conflitto d'interessi nella vicenda della Banca Etruria, di cui suo padre è stato vicepresidente. L'aula ascolta in silenzio il suo discorso, intervallato solo da qualche applauso della maggioranza, e giudicato da molti "ineccepibile".
Il governo fa quadrato intorno alla ministra: al suo fianco tutti gli esponenti dell'esecutivo. L'unica sedia vuota è quella al centro, normalmente occupata dal presidente del Consiglio, che non è presente. Proprio per segnare la distanza da un dibattito che "non sta né in cielo né in terra", Matteo Renzi anche oggi è a Bruxelles per il consiglio Ue. Il premier, che ha affidato all'Agenzia anticorruzione di Raffaele Cantone gli arbitrati sul crac delle 4 banche popolari, è convinto che la demagogia "non paga né per il Paese né in termini di voti" ed è impegnato a girare pagina dall'assedio politico-mediatico sul caso banche.
Boschi: la Camera vota la sfiducia
maria elena boschi mozione di sfiducia alla camera
Il dibattito in Aula. Il documento di sfiducia dei Cinque Stelle viene illustrato da Davide Crippa, che denuncia i rapporti del padre del ministro, ma anche di altri parenti di lei con Banca Etruria, che definisce "la banca di famiglia". Mentre Beppe Grillo sul suo blog scrive: "Banca Etruria: il ministro Boschi è azionista, il padre è vicepresidente, il fratello e la cognata dipendenti. La Boschi non è un ministro, è un conflitto di interessi ambulante! W poi speculazioni finanziarie, decreti ad hoc, strani rialzi azionari, procure che vogliono vederci chiaro, traffici con Londra. 431 milioni di euro bruciati, 12.500 famiglie sul lastrico, anziani truffati, epiloghi tragici. Che altro per rassegnare le dimissioni?". Poi lancia su Twitter l'hashtag #boschiacasa.
maria elena boschi i grillini chiedono la sfiducia
La difesa della ministra da parte del Pd invece, è affidata prima ad Andrea De Maria, poi a Walter Verini. "Questa mozione di sfiducia è del tutto infondata e serve solo per screditare una persona anche con argomenti sessisti", afferma De Maria esprimendo alla ministra "solidarietà e vicinanza umana e politica", sostenendone "il lavoro serio, appassionato e determinato". Mentre Verini parla di "barbarie politica", respingendo a nome di tutto il partito "questa sfiducia ad personam che è solo un atto di propaganda per le opposizioni".
maria elena boschi banca etruria
"Non avremmo voluto partire da una mozione di sfiducia - spiega poi Giovanni Paglia di Sinistra Italiana annunciando il voto favorevole alla mozione di sfiducia - forse non era nemmeno la soluzione più giusta, ma noi volevamo che il ministro venisse a riferire in aula, invece così non è stato".
fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 9
La replica di Boschi. La ministra per prima cosa riepiloga i fatti. "Se tutte le accuse che mi vengono rivolte fossero vere, sarei la prima a dimettermi. Mio padre è stato destituito dal suo incarico dal governo, è stato sanzionato dalla Banca d'Italia: nei suoi confronti non c'è stato nessun favoritismo. Sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c'è spazio per doppie misure e favoritismi. Ma non lo giudica un talk show". Poi aggiunge: "Lasciatemelo dire con il cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene e sono fiera di lui. E sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata".
fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 8
E continua: "Mio padre è di origine contadina e ogni giorno si faceva 5 chilometri a piedi per andare a scuola. Questa è la storia semplice e umile della mia famiglia, non le maldicenze uscite in questi giorni". Quanto al possesso delle azioni della banca, specifica: "Possedevo 1557 azioni di Banca Etruria, del valore di circa un'euro ciascuna, che ora sono carta straccia in seguito al decreto Salva Banche. Anche mia madre e i miei fratelli avevano pacchetti azionari, che ora non valgono più nulla. Dire che Banca Etruria fosse la 'banca di famiglia' è una falsità".
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Spiegando, infine, come non ha mai incassato plusvalenze per le 1557 azioni possedute in Banca Etruria, sottolinea: "Il grande conflitto di interesse raccontato al Paese sono 369 euro mai incassati". E conclude: "Chi pensa che attaccando me si indebolisca il governo, dico lasciate perdere perchè questo governo è attrezzato per vincere gli attacchi e portare avanti il cambiamento. Andremo avanti senza arroganza".
Il voto. I numeri parlamentari sono inequivocabili: a votare contro saranno M5S, Lega e Sinistra Italiana mentre Fi non parteciperà al voto per non mostrare le crepe interne. Il capogruppo Renato Brunetta spiega la decisione degli azzurri: "Usciremo dall'Aula perché le sfiducie ad personam ci ripugnano" e "per noi un conflitto d'interessi si trova nell'intero governo, a cominciare dal premier. Sulla vicenda banche c'è stata un'opacità spaventosa e solo ora le pentole si scoperchiano".
fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 4
Immediata la reazione del Carroccio: "Se Forza Italia non voterà la sfiducia al governo, ci incazziamo e ci sarà da rivedere tutto, anche la coalizione Lega-Fi-Fdi per le amministrative", avverte il segretario federale Matteo Salvini, oggi a Mosca per "incontri politici".
2. COSÌ BOSCHI AFFRONTA LA PROVA DELL’AULA: NOI NON SIAMO I BERLUSCONI D’AREZZO
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
«Ci dipingono come i Berlusconi di Arezzo, invece siamo una famiglia semplice che ha origini contadine». Ecco l’immagine che Maria Elena Boschi proverà a cancellare oggi, quando parlerà in Aula per spazzar via la nuvola di sospetti che ha gettato un’ombra sul governo. Costretta a metterci la faccia, la ministra delle Riforme passa al contrattacco: «Preoccupata? Macché, io sono tranquillissima».
La mozione di sfiducia individuale presentata dal M5S l’ha umiliata nel momento di massimo consenso, come conferma il calo nei sondaggi. Eppure la numero due dell’esecutivo si sente forte dei numeri e giura di non temere brutte sorprese. Dalla sua parte il Pd compatto e una maggioranza che Ettore Rosato definisce «più larga del governo». Contro di lei Cinquestelle, leghisti e Sinistra italiana, che ha scelto la linea dura: «Sfiducia». Fuori dai giochi resterà Forza Italia, costretta a non partecipare al voto per nascondere l’abisso tra la linea colpevolista di Brunetta e quella innocentista di Romani.
maria elena boschi versione banksy
Con l’hashtag #BoschiACasa, Grillo sprona il Parlamento a prendere atto che «la fiducia degli italiani non c’è più».
Ma lei, 34 anni e un largo fronte di rapporti politici trasversali, continua a dirsi «serena, determinata a uscirne a testa alta». Nei venti minuti che le spettano per la replica, cercherà con forza di scrollarsi dalle spalle «l’abnorme conflitto di interessi» denunciato da Saviano. Se la mozione sarà respinta con ampio margine, Renzi dichiarerà chiuso il caso e proverà a voltare pagina. Salvo sviluppi giudiziari...
renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei
Il bis al Senato non ci sarà. Boschi ha fatto verificare da tecnici che «mai una sfiducia individuale è stata votata sia al Senato che alla Camera, è la prassi». Dunque la richiesta di dimissioni sarà discussa solo a Montecitorio. «E tanto peggio per il M5S, se ha sbagliato a presentarla» chiosano nel suo entourage, celando la tensione per il prevedibile show di leghisti e grillini.
L’avvocatessa ha trascorso una «giornata normale» tra ritocchi alla Stabilità e un convegno sulle riforme. Poi si è chiusa a limare il suo intervento, dosando attacco e difesa e scardinando l’impianto della mozione con cui Grillo la impegna a «rassegnare immediatamente le dimissioni». Per lei la richiesta è «campata in aria e del tutto strumentale», costruita con il solo intento di indebolire il governo: «Sono totalmente estranea alle vicende di Banca Etruria, non c’è stato da parte mia alcun interesse personale».
Quando il cdm approvò il decreto legge che ha trasformato le banche popolari in società per azioni lei non era presente, ribadirà oggi, assicurando che non c’è alcun nesso tra il suo ruolo al governo, la speculazione finanziaria e l’incarico del padre in banca Etruria: «Nessun favoritismo, nel modo più assoluto. E poi Pier Luigi Boschi è stato vicepresidente solo per otto mesi...». Oltre a difendere il decreto «salvabanche», ribadirà che le sue 1.500 azioni della banca aretina, per un migliaio di euro, «sono state azzerate, come per tutti».
fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 1
Agli amici Maria Elena ha confidato di sentirsi «ferita» per l’«assedio» ai genitori: «C’è un accanimento incredibile contro di noi». E chissà se è vero che, quando il «babbo» fu chiamato a Banca Etruria, lei non era convinta, ma non lo frenò: «Ha 67 anni, cosa potevo dirgli? Ora mi fa soffrire che sia lui a scusarsi con me... Non deve rimproverarsi nulla, ha fatto solo il suo dovere».
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