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MARIA ETRURIA LA SPARA GROSSA: VOTARE SÌ AL REFERENDUM E' UN VOTO CONTRO IL TERRORISMO. TRA UN PO’ DIRA’ CHE TOGLIE PURE LE RUGHE – RENZI PREOCCUPATO: PADOAN NON TROVA I SOLDI PER LO SCONTO FISCALE – E SENZA TAGLIO IRPEF, CONSULTAZIONE A RISCHIO. SLITTAMENTO A FEBBRAIO SEMPRE PIU' PROBABILE

Aspirina per Dagospia

 

 

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Venghino signori venghino: tutti alla fiera del referendum. Secondo “Il Fatto”, in un recente incontro pubblico in Molise, Maria Etruria Boschi avrebbe detto che chi vota “si” al referendum dà una mano contro il terrorismo. Tra un po’ dirà che fa anche dimagrire, toglie le rughe e concede l’indulgenza plenaria meglio della Porta Santa.

 

E’ evidente che il Giglio Magico è in difficoltà sulla consultazione costituzionale. Tant’è che l’idea di spostarlo sempre più in avanti si sta facendo largo nelle stanze del Potere. Uno slittamento a febbraio sarebbe nei desideri egoistici del ministero dell’Economia.

 

Padoan non è sicuro di riuscire a riprodurre nella Legge di Stabilità le richieste di Matteuccio. Il premier vorrebbe un forte sconto fiscale, così da conquistare con lo slogan di “meno tasse per tutti” l’elettorato indeciso.

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Il problema è che per rispettare gli impegni europei di riduzione del deficit, scongiurare l’aumento dell’ Iva (velenosa eredità di Enrico Letta), ed applicare gli sconti Irpef chiesti da Renzi, il ministro deve recuperare non meno di 30 miliardi di euro. E non sa dove raccattarli. 

In più, deve anche farsi venire qualche idea in mente sulle banche senza aumentare il debito.

 

Insomma, è in difficoltà. Finora ha servito due padroni: Renzi e Bruxelles. Ora, però, non ce la fa proprio più. Soprattutto non riesce a tamponare le richieste del premier e del Giglio magico che gli chiedono sempre più spese.

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Sembra che l’Uomo di Rignano gli abbia fatto un ragionamento facile facile: o trovi i soldi od andiamo tutti a casa. Per queste ragioni, a Palazzo Chigi cominciano a pensare all’opzione “b”: spostare il referendum a febbraio. Fanno un favore a Mattarella, che non vuole il referendum prima della fine della sessione di Bilancio (31 dicembre). E si creano la finestra per un eventuale scioglimento delle Camere, qualora al referendum prevalessero i “no”.

 

E’ per queste ragioni, che Maria Etruria alza , a parole, la posta sulla consultazione. Al momento, l’Economia tiene ancora chiusa la cassa.