
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Marco Gorra per “Libero Quotidiano”
Arriva puntualissima. La berlina grigia coi vetri oscurati varca il cancello della sede Rai di via Teulada quando mancano pochi minuti alla 18: Maria Elena Boschi scende e, salutati con grazia gli astanti, si incammina verso lo studio di Porta a Porta, dove di lì a poco è in programma la registrazione dell' intervista officiata dal padrone di casa Bruno Vespa.
La quale intervista viene affrontata con consumata abilità: seduta sulla mitologica poltroncina bianca e senza smettere di sorridere nemmeno durante la pausa pubblicitaria, la ministra snocciola quel che c' è da snocciolare circa il caso trivelle. Sul faccia a faccia coi magistrati:
«La mia audizione è durata una decina di minuti, ho chiarito tutto ma se hanno altro da chiedere sanno dove trovarmi». Sul famoso emendamento: «Nessun blitz notturno, quella proposta è stata discussa e votata in Parlamento».
Le ministre Federica Guidi e Maria Elena Boschi alla Camera
Sul ruolo della ormai ex collega Federica Guidi: «Non ricordo alcun suo interesse particolare per l' emendamento». Sulla sua comparsa nella celebre intercettazione: «Io vengo citata per il mio ruolo: è il mio lavoro verificare gli emendamenti, in particolare quelli del governo».
Sulla filosofia dell' esecutivo: «Il governo aveva l' interesse per i cittadini, un interesse generale nello sbloccare quella norma perchè il governo riteneva che l' investimento andasse sbloccato. Non c' è alcun interesse di qualche altro tipo».
Al di là dei contenuti, quello che colpisce nella versione di Maria Elena è la grande attenzione a non avventurarsi per campi minati: nessun attacco alla magistratura, nessun cedimento alla linea del grande complotto delle forze oscure (qui correggendo implicitamente la non felicissima uscita dell' altro giorno circa «i poteri forti contro di noi»), nessuna animosità persino nei confronti della minoranza del Pd. La lezione dell' intemerata del giorno prima di Matteo Renzi e del suo effetto boomerang, d' altronde, è ancora fresca.
FEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZI
Se sul versante petrolifero la ministra delle Riforme dà mostra di non aspettarsi problemi almeno nell' immediato, lo stesso non può dirsi per l' altro punto di sofferenza, quello relativo al pasticcio bancario ed alle relative implicazioni familiari. «Immagino», afferma, «che la posizione processuale di mio padre avrà un' evoluzione. Immagino ci sarà un' azione di responsabilità, lo do per scontato».
Quali che dovessero essere le future magagne del genitore, tuttavia, viene messo subito in chiaro che non avranno ripercussioni sulla carriera della figlia: «Io credo», scandisce la Boschi, «di dover rispondere del mio operato e del mio lavoro in Parlamento e penso di aver dimostrato di aver fatto del mio meglio, soprattutto con grande onestà».
Tradotto: venga quel che venga a mio padre, inclusi il rinvio a giudizio o addirittura la condanna, io non mi dimetto. Le trivelle sono un problema fino ad un certo punto, ma è sulle banche che lei rischia di più. E questo Maria Elena lo sa benissimo.
BOSCHI
pier luigi boschi
FEDERICA GUIDI E MARIA ELENA BOSCHI
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