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Bianca Maria Manfredi per Ansa
Con l'elezione di Matteo Salvini a segretario della Lega Lombarda e quella di Flavio Tosi in Veneto si rafforza la linea dei 'Barbari sognanti' di Roberto Maroni, che vede la strada spianata per essere eletto segretario federale, al posto di Umberto Bossi, al congresso di fine giugno.
Il congresso sarà chiamato ad approvare anche il nuovo statuto del partito del quale si parlerà nei prossimi consigli federali in via Bellerio. Proprio Maroni, in tutti i commenti che ha messo su Facebook da ieri, ha accomunato Salvini al suo "gemello veneto" Tosi, spiegando che con loro "la Lega riparte con un gruppo dirigente giovane e capace". Però si è anche affrettato a rilanciare l'appello all'unità .
"Adesso basta divisioni e polemiche - ha scritto dopo la vittoria del sindaco di Verona - giriamo la brutta pagina degli ultimi mesi e cominciamo a scriverne una nuova: tutti uniti, schiena dritta, lanciamo ancora una volta la nostra sfida alle stelle. Lega per sempre". In sintesi: "avanti tutta".
A dimostrare che le cose in Lombardia sono cambiate, Salvini ieri ha scelto come vicesegretari due under 40: Cristian Invernizzi e Stefano Borghesi. Ed è soprattutto la nomina di Borghesi ad avere anche qualcosa di simbolico. Classe 1977, laureato in Economia e Commercio per anni segretario del partito a Brescia era in predicato per essere candidato al consiglio regionale come capolista.
Invece ad essere candidato è stato Renzo Bossi, con tutto quello che è seguito. La nomina non è un risarcimento, ma il segno della nuova linea, fatta di tanto lavoro sul territorio. Anche per questo, Salvini nella sua prima giornata da segretario - dopo una apparizione all'Arena di Giletti - ha scelto di andare alle feste della Lega di Calcinate (Bergamo) e Castrezzato, in provincia di Brescia.
Qualcuno si preoccupa che con le vittorie dei 'maroniani' si possa creare un centro di potere unico, ma per la maggior parte dei leghisti questa è l'unica strada percorribile per far sopravvivere il partito.
Secondo Fabrizio Cecchetti, trentaseienne presidente del Consiglio regionale della Lombardia, amico di Salvini e Borghesi, con i congressi la linea di Maroni "esce sicuramente rafforzata, anche perché non ci sono alternative per far ripartire la Lega alla grande".
Salvini ha già indicato alcuni impegni per i prossimi mesi, come la battaglia contro l'Imu, o per allungare gli anni di residenza richiesti per ottenere una casa popolare in Lombardia. E ha lanciato messaggi bellicosi al presidente Roberto Formigoni, tanto bellicosi che il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, gli ha chiesto al volo di dimostrare il cambiamento "nei fatti" e votare la mozione di sfiducia al governatore che è all'ordine del giorno mercoledì prossimo.
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