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Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
viktor orban discorso dopo la vittoria 2022
Vince sempre. Per la quarta volta consecutiva e la quinta in tutto, Viktor Mihály Orbán e il suo partito Fidesz conquistano la maggioranza dei voti all'Assemblea Nazionale ungherese.
Vengono da dodici anni al potere, ne hanno di fronte altri quattro. A Bruxelles, l'Unione Europea non sarà contenta: con il governo di Budapest ha diversi contenziosi aperti.
A Mosca, Vladimir Putin sarà soddisfatto: il suo unico amico nella Ue resta in sella. È un risultato elettorale abbastanza atteso ma che pone questioni rilevanti. Soprattutto al fronte che in Europa si sta opponendo all'invasione dell'Ucraina.
VIKTOR ORBAN MATEUSZ MORAWIECKI
L'equidistanza in guerra Orbán, 58 anni, è un nazionalista e anche di fronte alla guerra del Cremlino si è dimostrato tale.
Ancora ieri mattina, appena messa la scheda con il proprio voto nell'urna, mentre il mondo era orripilato dalle stragi dell'esercito russo, diceva di non essere pro nessuno se non pro Ungheria.
Contrario a inviare armi a Kiev, contrario a fare passare direttamente sul territorio magiaro quelle della Nato, contrario a nuove sanzioni a Mosca. Disposto solo ad accettare profughi che arrivano attraverso il confine con l'Ucraina.
A parole solidale con il vicino attaccato, nei fatti «equidistante», anzi interessato soprattutto alle forniture di gas e petrolio che Putin gli vende ai prezzi più bassi in Europa. Volodymyr Zelensky lo ha criticato due volte in pubblico come il peggiore dei leader europei.
Prima domanda: perché gli ungheresi lo hanno votato di nuovo, nella prima competizione elettorale importante dall'invasione di Putin? È un fatto anomalo, eccentrico nel panorama europeo o è indice di una tendenza, che va oltre l'elettorato magiaro, a spazzare sotto al tappeto il destino dell'Ucraina? Nelle scelte di voto hanno pesato parecchi fattori.
Il clima teso del voto
viktor orban discorso dopo la vittoria 2022
L'economia che zoppica e l'inflazione che sale. La cattiva gestione della pandemia. Gli scontri sulla cosiddetta protezione dei bambini dalle attività dei movimenti Lgbt+, che Orbán ha addirittura messo a referendum in parallelo alle elezioni politiche. I rapporti con Bruxelles, tesi da tempo.
L'ultimo mese di campagna elettorale, però, si è sviluppato tutto sulla questione dell'invasione dell'Ucraina. Orbán ha detto che per Budapest è una questione di guerra o di pace, cioè che una vittoria delle opposizioni - sei partiti alleati in Uniti per l'Ungheria con Péter Márki-Zay leader - avrebbe significato armi magiare agli ucraini «dal giorno dopo» e quindi guerra; una sua vittoria, invece, vuole dire pace.
Gli ungheresi hanno votato in questo clima. Il fatto che il governo di Fidesz controlli quasi tutti i media, abbia speso in propaganda dieci volte più delle opposizioni, abbia disegnato collegi elettorali che lo favoriscono ha certamente favorito il risultato.
Però, il fatto che, in piena guerra, abbia vinto il leader più freddo verso l'Ucraina tra tutti i Paesi Ue e Nato qualche campanello d'allarme anche altrove, nei governi europei, lo deve fare squillare.
I nuovi equilibri europei
Seconda questione: il cosiddetto asse dei nazionalisti-populisti sembra, a questo punto, saltato. I due maggiori protagonisti, il governo polacco e quello ungherese, sono su posizioni opposte rispetto ai rapporti con Putin, con Varsavia in prima linea nel sostegno concreto a Kiev. Il Gruppo di Visegrád (Varsavia, Budapest, Praga, Bratislava) è di fatto saltato: nei giorni scorsi, i ministri della Difesa di Polonia e Repubblica Ceca si sono rifiutati di partecipare a una riunione in Ungheria.
viktor orban discorso dopo la vittoria 2022
La vittoria di Orbán lo terrà congelato. Terza e più importante conseguenza del risultato: i rapporti tra Bruxelles e Budapest sono destinati a inasprirsi. La Ue ha una serie di dossier aperti contro l'Ungheria, tanto che i denari del Recovery Fund non le sono stati erogati a causa della corruzione e dei bassi standard di rispetto dello Stato di diritto. In questo momento, per l'Unione Europea è essenziale mantenere l'unità, di fronte ai pericoli geopolitici.
La posizione nei confronti dell'Ungheria, però, continuerà a essere dura: a differenza di quella verso la Polonia, anch' essa sotto accusa per violazione delle regole democratiche ma palesemente Paese decisivo nel sostegno all'Ucraina e contro l'invasione russa. Non saranno facili, per l'Ungheria, i prossimi quattro anni di governo Orbán, già oggi il leader più longevo della Ue.
Vincitore in casa ma isolato nel mondo (difficilmente lo scalderanno i buoni rapporti con Putin e con gli interessati cinesi di Xi Jinping). Anche per Bruxelles, d'altra parte, non sarà semplice gestirlo.
vladimir putin viktor orban 3volodymyr zelensky 4standing ovation del parlamento italiano per zelensky v 1vladimir putin viktor orban 4
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