1. LA BRUCIANTE SCONFITTA AL SENATO TRAVOLGERÀ ANCHE LA CORSA DI HILLARY PER IL 2016? 2. LA CLINTON HA FATTO CAMPAGNA PER TUTTI I CANDIDATI DEMOCRATICI BOCCIATI ALLE URNE, CHE I REPUBBLICANI ORA CHIAMANO “HILLARY’S LOSERS”, I PERDENTI DI HILLARY 3. IN IOWA, IL MARITO DELLA SENATRICE APPENA ELETTA L’HA DEFINITA “BEFANA BUGIARDA” 4. MA CI SONO 2 ANNI PER RICOSTRUIRE LA SUA IMMAGINE, E LA CANDIDATURA NON È PIÙ QUESTIONE DI “SE” MA “QUANDO”. ECCO LE OTTO DOMANDE CHE TUTTI SI FANNO SU HILLARY 5. I “GRUPPI OMBRA” CHE RACCOLGONO I FONDI, IL RUOLO-CHIAVE DI JOHN PODESTA, STORICO CONSIGLIERE DI BILL E ORA NELLO STAFF DI OBAMA, E DI ROBBY MOOK, IN POLE POSITION PER GESTIRE LA CAMPAGNA DELLE PRIMARIE DOPO IL FLOP DEL 2008 CONTRO BARACK 6. SCENDERÀ IN CAMPO ENTRO L’ANNO O NEI PRIMI MESI DEL 2015? CI SONO GIÀ MILIONI DI DOLLARI PRONTI A ESSERE VERSATI IN SUO NOME. MOLTO SI CAPIRÀ DA COME TRATTERÀ OBAMA

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1. LE 8 DOMANDE CHE TUTTI SI FANNO SU HILLARY IN QUESTO MOMENTO

Dall’articolo di Ruby Cramer per www.buzzfeed.com

 

l associazione ready for hillaryl associazione ready for hillary

I democratici hanno perso tutte le elezioni-chiave in questa tornata di Midterm. Hanno perso quelle che si aspettavano, e quelle che speravano di no. Hanno perso quelle che credevano sicure vittorie. Hanno perso quasi tutto. Ci sono stati un paio di punti positivi - New Hampshire, Michigan. Ma le urne hanno travolto il partito del presidente Barack Obama ("Un'onda di marea", come dice un democratico. "Uno tsunami", ha detto un altro.)

Quali sono le prospettive per i Dems? Naturalmente, le molto più importanti elezioni presidenziali del 2016. E qui non si può che parlare di Hillary Clinton.

 

Persone vicine alla ex first lady, senatore e Segretario di Stato dicono che ancora non ha preso la "decisione". Ma per gli alleati, i consulenti, gli amici, e l'ex staff di Clinton, la questione non è più se lei correrà per la nomination a presidente per la seconda volta. E 'quando, come, con chi e con quale messaggio’.

 

Mancano 60 giorni alla fine dell’anno. E Clinton dovrà prendere queste decisioni tra oggi e allora, per annunciare cosa farà da grande al più presto, al massimo all’inizio del 2016

 

Ecco le questioni da seguire:

 

1. CHE COSA SUCCEDE AI “GRUPPI OMBRA” DEI CLINTON?

hillarys losers i perdenti di hillaryhillarys losers i perdenti di hillary

 

Ci sono tre gruppi che hanno promosso Clinton, difeso Clinton, e incoraggiato la gente a entusiasmarsi per Clinton: “That’s Ready for Hillary”, il super-PAC; “Correct the Record”, un progetto incentrato sulla difesa della Clinton dagli attacchi di parte e per farla amare dalla stampa; e “Priorities USA”, il super PAC pronto a iniziare a raccogliere grandi quantità di denaro.

 

Ready for Hillary chiuderà: la gente non è più in attesa, lei ormai è sulla scena. Priorities USA comincerà a raccogliere i soldi subito dopo le elezioni e Correct the Record è l’associazione da seguire: sarà lì che piazzerà i suoi strateghi della comunicazione.

 

2. CHI SARÀ LA PERSONA (O LE PERSONE) AL TIMONE?

rand paul comincia la campagna hillary s losersrand paul comincia la campagna hillary s losers

 

E 'una domanda che potrebbe determinare i tempi di lancio della campagna... E' probabilmente la più grande domanda che si fanno a Washington. Ed è duplice: Chi sarà responsabile? E ci sarà un vero capo?

 

Sei anni fa, quando Clinton ha perso la nomination democratica contro Obama, la sua macchina elettorale lenta e mal gestita si è beccata gran parte delle colpe. Aveva una manager - Patti Solis Doyle, che è stata licenziata e sostituita alla fine delle primarie. Ma Mark Penn, il suo sondaggista, era quello che davvero guidava la macchina, tra spintoni con altri funzionari ed eterni pilastri del “mondo Clinton” con le loro sacche di potere e influenza, sparsi in tutto il paese.

 

hillarys losers  i perdenti di hillaryhillarys losers i perdenti di hillary

Questa volta, Clinton dovrà affrontare la stessa sfida: creare una struttura che funzioni. Secondo una persona che sa come si sta muovendo l’organizzazione della Clinton, si tratterà di una struttura “piatta”: un campaign manager, un presidente, e consulenti di alto livello tutti dotati di ruoli influenti.

 

John Podesta, consigliere di lunga data per entrambi i Clinton, dovrebbe essere il presidente, come ha scritto “Politico”.

 

Dalla rete tentacolare di Bill e Hillary, altri quattro nomi ritornano con una certa costanza quando si parla del ruolo di campaign manager.

 

robby mookrobby mook

Uno è Guy Cecil, il direttore esecutivo del Comitato per le elezioni al Senato. Nel 2008, Cecil ha servito da direttore politico della campagna Clinton. Ha lavorato anche per Dewey Square Group.

 

Un altro è Ace Smith, uno stratega della California, che rappresenta la maggior parte dei democratici più influenti dello Stato stato ed è conosciuto per la sua esperienza nel cercare informazioni sugli sfidanti.

 

Un terzo contendente è Stephanie Schriock, il presidente di Emily’s List, una ong che appoggia candidati donna con posizioni “pro-choice” sull’aborto.

 

robby mook robby mook

Gli osservatori Clinton dicono che Schriock non ha un vero rapporto personale con Clinton - e che Smith dovrebbe avere un ruolo nella campagna, ma forse non quello di manager. Cecil soffre la batosta appena ricevuta alle elezioni di Midterm.

 

 

3. SARÀ ROBBY MOOK QUELLO GIUSTO?

 

E poi c'è Robby Mook, l'uomo sul cui nome convergono più analisti.

 

Mook ha fatto vincere tre stati alla Clinton nel 2008. Poi è andato al Democratic Congressional Campaign Committee, o DCCC, prima di lavorare alla campagna di un amico di lunga data della famiglia Clinton, Terry McAuliffe, l'anno scorso. Mook ha aiutato McAuliffe a diventare (con un margine di soli due punti) governatore della Virginia.

hillary clinton e john podestahillary clinton e john podesta

 

 

4. QUANDO SCENDERÀ IN CAMPO?

 

Quando lancerà la sua campagna? Inizerà con un comitato esplorativo - un veicolo attraverso il quale si potrebbe ritardare un "annuncio" ufficiale, ma iniziare la raccolta di fondi - o si tufferà subito nella lotta? Sarà prima della fine dell'anno? Subito dopo? Più tardi in primavera?

hillary clinton 2016hillary clinton 2016

 

Nelle ultime settimane, i sostenitori di Clinton e consulenti hanno parlato molto su tema. Esistono due scuole di pensiero. Chi crede che debba fare nei prossimi 60 giorni. La Clinton dovrebbe buttarsi ora e iniziare la raccolta di fondi, visto che tutti sanno che alla fine lo farà - e allora perché tirarla ancora per le lunghe?

 

hillary clinton 2016hillary clinton 2016

Le persone che pensano Clinton dovrebbe aspettare il nuovo anno dicono che non c'è bisogno di avviare la raccolta di fondi ora: sarà in grado di ottenere i soldi, non importa quando farà l’annuncio. C’è già un gruppo di donatori del New Jersey pronto a mettere sul piatto dai 5 ai 10 milioni dal primo giorno.

 

 

5. SI PRENDERÀ LA RESPONSABILITÀ PER "#HILLARYSLOSERS"?

 

Clinton ha fatto campagna per quasi la maggior parte dei candidati che si giocavano l’elezione al Senato martedì. Non appena si è capita l’entità della sconfitta, esperti e potenziali rivali repubblicani hanno criticato la Clinton su Twitter per essere stata una pessima “endorser”.

 

guy cecilguy cecil

Il senatore repubblicano Rand Paul, che pensa di correre per la presidenza, ha trascorso le ultime due settimane attaccando Clinton nei suoi discorsi. Poco dopo la mezzanotte di martedì, ha creato un album di foto "#hillaryslosers” sulla sua pagina Facebook. Preparatevi a sentire i repubblicani ripetere questo mantra dei “perdenti di Hillary” per le prossime settimane.

 

Il Comitato Nazionale Repubblicano ieri ha anche inviato una nota ai giornalisti in cui mettevano in evidenza che "le politiche di Hillary erano sulla scheda elettorale”, ovvero sono stati sconfitti candidati con le sue stesse idee per il Paese.

 

 

6. APPOGGERÀ OBAMA - O LO CRITICHERÀ?

hillary e bill clinton in iowa 9hillary e bill clinton in iowa 9

 

Cosa dirà Hillary su Obama nei prossimi 60 giorni farà capire presagire in che misura i due vecchi rivali rimarranno in sincronia in vista delle prossime elezioni.

 

Quando i Democratici danno la colpa al presidente per le loro sconfitte, la Clinton farà lo stesso?

 

L'ex segretario di stato non ha parlato di Obama quasi per niente durante il suo giro per il Paese per sostenere i candidati democratici, anche se i suoi collaboratori mantengono un rapporto costante con la Casa Bianca. Ha parlato più spesso delle politiche economiche di una diversa Casa Bianca: quella di suo marito.

 

barack obama e hillary clintonbarack obama e hillary clinton

I discorsi della Clinton non hanno parlato delle politiche di Obama, e quindi si è tenuta aperta due strade. Può usare il suo lavoro nel governo del Presidente e legarsi a lui, per mettere a fuoco i contrasti con il Congresso, ora completamente controllato dai repubblicani.

 

O può concentrarsi sulle ben note controversie sulla politica estera, in cui ha preso una linea relativamente dura, e sollevare nuovi conflitti sulla politica interna. Ogni parola che dirà sull'attuale presidente sarà scelta molto attentamente, e altrettanto attentamente analizzata.

 

 

7. QUANDO LASCERÀ LA CASA BIANCA JOHN PODESTA?

bill e hillary clinton con barack obamabill e hillary clinton con barack obama

 

Un modo per capire cosa sta facendo la Clinton: vedere cosa fa John Podesta.

Tutti concordano che sarà lui uno degli uomini chiave della campagna.

L'anno scorso ha accettato di entrare nello staff dei consiglieri della Casa Bianca, per un contratto di un anno. Dunque il suo impegno potrà cessare il 1° gennaio il 2015.

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Un ex assistente della campagna Clinton ha detto che Hillary avrebbe annunciato la sua candidatura solo dopo che Podesta si fosse liberato dai suoi impegni con Obama

 

Podesta, che ha servito come capo di gabinetto di Bill Clinton, ha fondato il think-tank liberal “Center for American Progress”, ora gestito da Neera Tanden, una ex advisor della Clinton che è rimasta in stretto contatto con lei.

 

8. COSA FARÀ NEL FRATTEMPO?

hillary clinton 4hillary clinton 4

 

Questa è una risposta più facile: il family business. Vorrà passare più tempo possibile con sua nipote, Charlotte, figlia di Chelsea.

 

E poi c'è il vero business: All’ordine del giorno per Hillary c’è la campagna per la Clinton Foundation, per cui la coppia vorrebbe creare un fondo da $ 250 milioni. 

 

Se si candida, la famiglia non sarà in grado di concentrarsi più di tanto sulla fondazione.

hillary clinton 2hillary clinton 2

 

In particolare, Bill Clinton, una macchina per la raccolta di fondi, non sarebbe più in grado di farlo full-time. Una dotazione sostanziosa potrebbe sostenere la fondazione durante il periodo delle elezioni e oltre, assicurandone la sopravvivenza qualunque cosa succeda a Bill o a Hillary. Secondo una persona che conosce lo stato patrimoniale, gli ultimi 60 giorni dell'anno saranno una "corsa verso il traguardo”, che non è così lontano.

 

 

hillary clinton 1hillary clinton 1

2. POVERA NONNA HILLARY - LA SCONFITTA, IL 2016 E QUEL MONDO CHE TI FA SENTIRE UNA BEFANA

Paola Peduzzi per “il Foglio”

 

Dicono che se l’aspettavano, i democratici, che il risultato era prevedibile, da mesi non si fa che ripetere che i repubblicani avrebbero stravinto alle elezioni di midterm, eravamo pronti. Poi però ti accorgi che non ci sono nemmeno le parole per definire quel che è accaduto nella notte di martedì: se già nel 2010 si parlava di “shellacking” (sconfitta tremendissima) dei democratici, cosa ci inventiamo oggi?

 

hillary clinton chadorhillary clinton chador

Così si sente forte lo strillo di Michael Moore, che su Twitter scrive “INSANE” (trattenendosi con i punti esclamativi perché non si possono sprecare caratteri per la troppa indignazione) e spiega: la maggior parte degli americani è per i diritti civili, dei gay, delle donne, vuole leggi per proteggersi dal cambiamento climatico e per alzare lo stipendio minimo e poi lascia che sia la minoranza a eleggere un Senato repubblicano.

 

hillary clinton hillary clinton

Roba da matti, in effetti.

 

Ma se il regista antisistema può preoccuparsi della sostenibilità politica di un’evidente schizofrenia, c’è chi ha ben altro da rimuginare – da piangere, sarebbe meglio dire. Pensiamo a Hillary Clinton, la candidata non-candidata alle presidenziali del 2016, la signora del Partito democratico rinata al dipartimento di stato nell’Amministrazione di Barack Obama, costretta poi a prenderne le distanze quando la tossicità presidenziale s’è rivelata letale, la donna di potere, rassicurante e ironica, la neo nonna felice che deve gestire il patrimonio clintoniano affidandosi all’azionista principale, Bill Clinton, e allo stesso tempo ritraendosene.

 

Hillary ha chiuso il tour elettorale degli ultimi due mesi – 45 eventi, 18 stati battuti – con una notte che deve averla fatta sentire ancora più stanca e più vecchia di quando scendeva dall’aereo dopo l’ennesimo viaggio diplomatico, durante gli anni a Foggy Bottom, e si metteva due mollettine nei capelli per sembrare più sbarazzina.

barack obama hillary e bill clinton 1barack obama hillary e bill clinton 1

 

Rand Paul, che come altri repubblicani ha cercato di dipingere queste midterm come un referendum sui Clinton, ha subito detto a Fox News che il “rifiuto” nei loro confronti è incontestabile. La gran parte dei candidati sostenuti dalla ditta Clinton ha perso, e hai voglia a dire che era scritto, hai voglia a ricordare che le presidenziali sono tutta un’altra faccenda rispetto alle elezioni di metà mandato: oggi chi ci ha messo la faccia, tra i democratici, l’ha perduta.

 

Il giornalista Andrew Romano azzarda: la vincitrice di questa tornata elettorale è Hillary. Cosa? Non ridete, scrive Romano, prendete la mappa elettorale oggi e quella che si dovrà formare nel novembre del 2016 e fate due calcoli: “Per ogni seggio al Senato che i repubblicani hanno conquistato quest’anno ce n’è uno, o più, che probabilmente ritornerà ai democratici nel 2016”, quando 23 dei 33 seggi per cui si andrà a votare saranno repubblicani, e quindi il “voto contro” sarà a loro svantaggio.

HILLARY CLINTON ANGELA MERKELHILLARY CLINTON ANGELA MERKEL

 

Il terreno è fertile per i democratici, quindi. Sarà, ma per ora si sente soltanto l’aridità quando i repubblicani dicono che la campagna per il 2016 inizia oggi e ostentano un ghigno spaventoso all’idea che tocca a Hillary muovere il primo passo: deve ancora dire se si candida o no.

 

Il prossimo appuntamento elettorale sarà in Iowa, nel gennaio 2016: le primarie. Maggie Haberman, massima esperta del clintonismo in forze a Politico, scrive un articolo rassicurante il cui sottotesto è “non tutto è perduto per Hillary”, ma sottolinea “il mal di testa dell’Iowa”. Hillary è andata più volta nell’Hawkeye State in queste settimane, un po’ per sostenere i suoi candidati un po’ perché qui si terranno i caucus che inaugurano le primarie, quelli che già nel 2008, quando Hillary correva contro Obama, erano stati disastrosi.

hillary e bill clinton in iowa 6hillary e bill clinton in iowa 6

 

Uno degli elementi retorici della Clinton da sempre suona così: l’Iowa non elegge mai le donne. Solo che l’altra notte l’ha fatto: è stata eletta al Senato la repubblicana Joni Ernst, di cui avrete sicuramente sentito parlare. E’ quella che castra i maiali e che da piccola non s’è mai comprata un vestito perché glieli cuciva tutti la mamma, la soldatessa che quando stava al college era stata in Unione sovietica per uno scambio tra studenti e aveva capito che per la libertà bisogna battersi, la moglie di un signore ciarliero che ha definito Hillary “una befana bugiarda”.

 

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E’ la Ernst che ora maneggia lo stato tanto battuto dai Clinton, e in due anni tutto può cambiare, certo, i numeri e il momentum, ma il mal di testa oggi c’è, e ci sono già state le lacrime, le rughe spiattellate in foto invero maleducate, la difficoltà di fronte a un mondo che sa come farti sentire una befana.

 

 

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