
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Tra diplomatici e uomini di governo si sprecano le interpretazioni sul pesante stop che Re Giorgio ha imposto al Rottam'attore sulla Spending review Gliel'ha dato perché stasera arriva Obama e ha voluto far capire a tutti quanti che qui chi comanda è ancora lui, sugli F35 e non solo. E invece no: ha assistito in silenzio alla tournèe europea di Renzie, iniziata con un improvvido viaggio a Parigi la settimana prima delle elezioni amministrative e terminata con una "buca" colossale ai reali di Olanda, ai quali l'uomo del Colle è legatissimo, ma alla fine s'è scocciato e gli ha lanciato il primo "monito" da quando è al governo.
L'invito del capo dello Stato a fermarsi, a riflettere bene, a non cascare nella trappola mediatica di tagli lineari o demagogici (specie su Difesa e forze di polizia), a non fare tutto di testa propria, ma ad affrontare una "discussione seria", è piombato come un fulmine a ciel sereno sulla testa di Renzie. Il tutto mentre Roma si appresta ad accogliere il presidente Usa e il governo è costretto a mettere la fiducia in Senato sull'abolizione delle province.
In realtà , i bene informati dicono che Napolitano non abbia scelto con malizia la tempistica del suo primo richiamo verbale al governo di Pittibimbo. Semplicemente, da giorni, gli arrivavano resoconti sempre più preoccupati, e da più parti, che descrivono il governo come una macchina ferma, con tante caselle vuote, dove non si sa con chi parlare e dove agli annunci del Super Wednesday sul taglio delle tasse è seguito a mala pena un decretuzzo. Non voleva certo difendere privilegi o sprechi, Bellanapoli, ma sottolineare una certa idea di Stato che prima di tutto ha il dovere di funzionare.
Dal canto suo, Renzie non ha potuto che condividere pubblicamente le parole del presidente, in una giornata iniziata in Calabria tra una contestazione di mamme e precari e una manifestazione contro la ândrangheta. Al ritorno a Roma, si è tuffato nella preparazione dell'incontro con Barack Obama, per il quale i governanti italiani devono accendere un faro a Bergoglio, visto che è il Papa il vero motivo della visita.
Prima dei sorrisi nelle foto di rito, il capo della Casa Bianca ci ha tenuto a far sapere pubblicamente che gli Stati Uniti sono preoccupati per i tagli alla spesa per la difesa in molti paesi della Nato. Insomma, se Spending review sarà , non sarà sui cacciabombardieri della Lockheed. E Re Giorgio controllerà che non si proceda per spot.
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