DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Il governo sta distorcendo la democrazia e la Cgil intende sfidarlo su quattro temi "che non sono in cima all'attuale agenda politica": pensioni, riforma della cassa integrazione, guerra al lavoro sottopagato e lotta all'evasione fiscale". Susanna Camusso raccoglie la sfida di Renzie, che aveva avvertito i sindacati che "non lo avrebbero fermato", e promette di essere un avversario ben più temibile di Genny âa carogna, che pure sabato sera aveva a sua volta paralizzato il decisionismo di Pittibimbo e dei suoi ministri. Intanto Silvio Berlusconi si offre per il "governissimo", ma viene respinto da Pd e Ncd perché "doveva pensarci prima.
Con un bel divieto a frequentare lo stadio per i prossimi cinque anni a Genny âa carogna, il governo prova dunque a chiudere la figuraccia della finale di Coppa Italia. E torna a occuparsi di faccende più serie, campagna elettorale permettendo.
La campanella del fine ricreazione la suona da Rimini la Camusso, che apre il congresso del primo sindacato italiano attaccando il premier, mai citato con il suo nome. Gli contesta di dare "giudizi ingenerosi verso il mondo del lavoro" e di covare "un'idea di autosufficienza del governo e della politica che sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione".
Le risponde il ministro del Lavoro, l'ex compagno cooperatore Poletti, che prova a far passare il tutto per "normalità democratica": "Normale confrontarsi, normale discutere e ascoltare l'opinione di tutti, ma credo sia anche normale che l'esecutivo si assuma le proprie responsabilità nelle decisioni".
Dev'essere sul concetto di "confronto" che non si sono tanto capiti. Mentre la minoranza piddina, con Stefano Fassina, chiede che le ragioni della Cgil siano ascoltate. In campo, a suo modo, anche Giorgio Napolitano, che in un telegramma alla Camusso chiede "scelte coraggiose" in nome della "ripresa ancora fragile e incerta" e sorvola sul "confronto".
Slvio Berlusconi, intanto, ha praticato anche oggi con profitto la famosa "agibilità politica" ottenuta dal Tribunale di Milano e si è concesso ai microfoni Rai di Radio Anch'io. Ha ammesso che Forza Italia ha problemi di successione perché "i leader non si allevano in batteria come i polli".
Sulla figlia Marina se l'è cavata con un "chissà " e poi ha fatto una mossa a sorpresa: l'offerta di entrare al governo, con la scusa di una situazione economica che potrebbe peggiorare. Piddini e alfanoidi gli hanno fatto notare in coro che è in rirado di sette mesi, chiudendo la porta. Il sospetto di molti è che si tratti di un segno di debolezza e preoccupazione per i voti forzisti che sarebbero in fuga verso Grillomao.
Una campagna elettorale che si trova perfettamente a suo agio nel clima da stadio registra oggi anche la sfortunata incursione campana di Salvini. Dopo Salerno, il segretario della Lega voleva esibirsi a Napoli, ma non gli è stato consentito al grido di "Salvini sei tu âa carogna". Gli hanno fatto pagare un video di cinque anni fa in cui cantava "Napoli colera".
Slitta intanto almeno a questa notte l'approvazione in Commissione a Palazzo Madama della riforma del Senato. Non c'è accordo sugli emendamenti nella maggioranza e nello stesso Pd, con la ministra Boschi che quasi implora: "Non stravolgete il testo". E nel casino ci prova anche Calderoli, già padre della pregevole legge elettorale precedenti, con una propria "mediazione".
RENZI E CAMUSSOangelino alfano pennarello argento ALFANO E BERLUSCONI VERSIONE VANNA MARCHI jpegMARIA ELENA BOSCHI CORRIERE jpegMAURO FORTINO CON SUSANNA CAMUSSO
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