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Francesco Bonazzi per Dagospia
E al quarantaduesimo giorno consecutivo di bombardamento renziano, domeniche comprese, finalmente fu Letta Pride. Il primo giorno dell'orgoglio lettiano va in scena quando il governo di Mezze Intese sembra ormai avere le ore contate, ma serve a scaldare per bene la vigilia di una direzione del Pd che domani si preannuncia tranquilla come il derby di Belgrado.
Lettanipote chiama i giornalisti alle sei di sera e presenta quasi come nulla fosse il programma di un governo a lunga scadenza che chiama "Impegno Italia". Dentro come al solito c'è di tutto, come se nove mesi fossero passati invano o quasi, però il premier intanto fa notare che "il ritardo non è colpa mia", ma della decisione del Pd di stringere prima l'accordo sulla legge elettorale. Si dichiara sereno, anzi "zen", ma dice tranquillamente che se Renzie lo vuole cacciare "lo deve dire".
Lui non fa nessun passo indietro, non si arrende perché legge il totoministri di un altro governo sui giornali o a seguito di "macchinazioni". La sua strada è molto semplice: presenta un programma, "prima al partito e poi ai parlamentari" e "se c'è accordo lo mette in pratica", ma se non c'è ne trae le conclusioni "nelle corrette sedi istituzionali". Insomma, lo devono sfiduciare, se non alle Camere, quantomeno nella direzione di domani del suo partito.
En passant, Lettanipote fa anche notare che "il mio governo è nato in condizioni drammatiche e se ne esce tenendo presente che siamo in una cristalleria e se non facciamo attenzione può finire molto male". Insomma, con lui a Palazzo Chigi "lo spread è stabilmente sotto quota 200", ma chi lo vuol mandare a casa stia attento a non farlo tornare a livelli berlusconiani.
In mattinata, c'era stato il faccia a faccia con il Rottam'attore, che a parte arrivare in Smart blu, per un giorno non ha consegnato null'altro di significativo alle cronache. Un confronto "molto franco", come ha detto con ironia Lettanipote, sottolineando che stava usando un classico eufemismo giornalistico. Renzie non sapeva che in serata Lettanipote gli avrebbe fatto lo scherzo di presentare ai giornalisti "e ai cittadini" il programma del suo nuovo governo. Una scelta che lo ha mandato veramente in orbita.
Domani Lettagonia e il super-bullo di Firenze si affronteranno davanti a tutti al Nazareno, giusto perché il pd non deve mai farsi mancare alcun dramma. Alla fine del match, Re Giorgio fischierà la fine e in ogni caso, come ha ripetuto anche oggi, non scioglierà di certo le Camere. Se sarà staffetta, sarà staffetta avvelenata come nella più tipica tradizione democristiana.
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