BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - RENZI AL VERTICE DI BRUXELLES SFOGGIA L’ITALIAN PRIDE: “SAPPIAMO COSA FARE E LO FAREMO”. OVVERO UNA MANOVRA CORRETTIVA (MA DOPO LE ELEZIONI) - IL BANANA SOBRIO SULLE TOGHE MILANESI: “UNA MAFIA DI GIUDICI”

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Francesco Bonazzi per Dagospia

Non dobbiamo rassicurare nessuno. Non andiamo in Europa a prendere i compiti da fare a casa. Soprattutto, "l'Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola per il futuro dei nostri figli". Dopo la sonora euro-bocciatura di ieri, a Bruxelles va in scena il primo Italian Pride da tempo immemorabile e Renzie spiega ai giornalisti italiani che Roma va in giro a testa alta e il suo governo non è in libertà vigilata.

L'occasione è un vertice straordinario dedicato alla crisi ucraina, per la quale l'Unione europea è pronta a mettere sul piatto anche un pacchetto di aiuti economici a Kiev del valore di 11 miliardi. E chissà che cosa non farebbe per avere il passaporto ucraino il ministro Padoan, con il governo di Roma che oggi ha fatto filtrare una smentita informale alle ipotesi di manovra correttiva da 5-6 miliardi. Soldi che servirebbero come il pane per evitare procedure di infrazione.

Il rischio che si tratti solo di un rinvio pre-elettorale (a maggio si vota per Strasburgo) è tuttavia elevatissimo e luglio potrebbe essere il mese giusto, anche se intervenire oltre metà anno è sempre complicato.

L'Italia dunque "sa perfettamente che deve fare e lo farà", assicura Renzie dopo aver sfoggiato il suo inglese nuovo di zecca - ma parecchio basic - con David Cameron e Angelona Merkel. E se mai lo dimenticasse, ci saranno pur sempre Re Giorgio e Drago Draghi a ripassare la lezione, con il fidato ministro Padoan a preparare tabelle e tabelline.

Sul fronte dell'Italicum, e di quel che resta del famoso Patto del Nazareno, da registrare che il congresso di Fratelli d'Italia ha fatto slittare a lunedì il voto finale della Camera. Tanto fair-play nei confronti di quella che è vietatissimo chiamare la Famiglia Addams della politica italiana, ovvero il trio Meloni-Crosetto-La Russa, si spiega anche con il fatto che non c'è ancora l'accordo pieno sullo sdoppiamento della riforma per il Senato e ci sono problemi sulla parità di genere nelle candidature. In particolare, pare che Silvio Berlusconi non sia affatto convinto di quella che gli sembra la classica "trovata della sinistra buonista chic".

Ma il Cavaliere ha anche altro per la testa, e parlando ad alcuni deputati del suo partito a Palazzo Grazioli (un candidato alle prossime elezioni ha messo il video su Facebook), si è sobriamente espresso sulle toghe milanesi che il 10 aprile dovrebbero decidere sul suo futuro. Li ha chiamati "una mafia di giudici".

Degno coronamento di una giornata votata al puro spettacolo, ecco le prime espulsioni via Internet nella storia della Repubblica. Le ha decretate dal suo blog Grillomao, nei confronti di cinque senatori che si erano dimessi da Palazzo Madama. Ma altri cinque senatori starebbero per lasciare il movimento e questa volta potrebbero non dimettersi, ma andare nel gruppo misto.

 

 

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