ANCHE I GRILLINI TENGONO FAMIGLIA - BUFERA PER LE ASSUNZIONI DI AMICI E PARENTI COME STAFFISTI DEI PARLAMENTARI A CINQUE STELLE

Da "Il Fatto Quotidiano"

Urla, lacrime, pugni sul tavolo. Scene così, non si vedevano da un po'. Invece, ieri sera, i senatori Cinque Stelle sono tornati a litigare come non succedeva da un pezzo. Motivo? Le assunzioni di parenti. Vietate dal regolamento. Aggirate dai rapporti familiari non tradizionali. Tutto nasce dall'intemerata che Laura Bignami, senatrice lombarda, ha rivolto la settimana scorsa a Beppe Grillo.

Prima che concludesse la due giorni romana, l'eletta del M5S lo ha costretto ad ascoltarla: "O mi riceve o mi dimetto", tuonava. Versione riveduta e corretta della minaccia che da giorni rivolgeva allo staff: "O fate qualcosa o racconto tutto alla stampa e agli attivisti". Il rospo nella gola della Bignami, per la verità, era più che comprensibile. Come è possibile che il Movimento fondato sull'uno vale uno, sulle competenze, sulla lotta alla Casta, riproduca in piccolo gli antichi vizi dei palazzi?

Che ci fanno questi parenti, amici, trombati alle elezioni tra i collaboratori assunti dai senatori? Ieri sera la Bignami non si è vista: la battaglia contro parentopoli stava diventando troppo legata al suo nome. Al posto suo, il problema l'hanno posto in tanti. E hanno puntato il dito contro Vilma Moronese (che se ne va in lacrime) e Barbara Lezzi: una ha assunto il compagno, l'altra la figlia del convivente. Loro si difendono, dicono che non hanno violato nessuna regola.

La capogruppo Paola Taverna se ne va infastidita. Un coro se la prende contro il "clima velenoso", altri accusano i colleghi spioni, altri scuotono la testa: "Con tutti i guai che ci sono, siamo qui a discutere dei problemi nostri". Altri ancora aggiungono carne al fuoco: "Come si possono spendere 1.800 euro per capi d'abbigliamento?" (è quello che si scopre spulciando tra le rendicontazioni della diaria, ndr).

Niente di tutto questo va in onda in streaming. Come immagine, per ieri, basta quella della Camera dei deputati. Desolata durante la discussione sul bilancio: 12 persone in tutto, alle 5 del pomeriggio. I grillini tuonano contro "l'eldorado di sprechi e privilegi". Ma anche loro sono solo in tre: Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino.

 

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