DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Estratto dell'articolo di Marco Ventura per il Messaggero
Il primo pensiero è andato al generale Kirilo Budanov, capo del Gur, il temibile servizio segreto ucraino. In fondo aveva avvertito: sapremo colpire molto in profondità. In tanti hanno ricordato quelle minacce quando il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha annunciato:
(...)
I VIDEO In uno dei video rilanciati su Telegram, ripreso dall'altra parte del fiume rispetto al Cremlino, si vede del fumo salire sopra i tetti dei palazzi. Un altro, apparentemente girato dalla Piazza Rossa, mostrerebbe il momento preciso in cui un drone esplode. Una fiammata sul tetto dell'edificio del Senato, vicino a un'immensa bandiera russa del Cremlino, che sventola in una pioggia di detriti finiti sul selciato del complesso presidenziale. Inutile dire che Putin non si trovava lì in quel momento. Lavorava nella residenza di Novo-Ogaryovo, alle porte della capitale.
SMENTITA Secca e fulminea la smentita del presidente Zelensky. Ma il leader ucraino va oltre, non perde l'occasione di mettere di nuovo alla berlina le forze armate russe. Anzitutto, perché se non sono stati gli ucraini, questa non può che essere una operazione di "false flag", falsa bandiera, da parte russa. Oppure, un'azione dimostrativa di circoli potenti della capitale che si oppongono a Putin e alla sua guerra. Quando c'è di mezzo Mosca la verità è sempre sfuggente.
L'ESPERTO Ed Eleonora Tafuro Ambrosetti, esperta di Russia per l'Ispi è d'accordo e osserva: «Appare poco credibile che si sia trattato di un attacco di due droni ucraini, non vedo la mano di Kiev, piuttosto si può ipotizzare un'operazione false flag, un'operazione cioè sotto falsa bandiera preparata dalle stesse autorità russe allo scopo di rafforzare lo spirito nazionale in vista della parata del 9 maggio».
videomessaggio di volodymyr zelensky per la conferenza sulla ricostruzione dell ucraina 1
LA PISTA INTERNA C'è però anche una terza ipotesi, che guarda alle lotte intestine a Mosca, agli oligarchi sempre più stanchi di Putin che vorrebbero liberarsi dell'ingombrante zar. Dice il consigliere di Zelensky, David Arakhamia, che l'attacco potrebbe essere il frutto di «un ordine collettivo di oligarchi russi che sono stati penalizzati dal regime di Putin. Sarebbe il primo gioco collettivo del club offeso, sperando non l'ultimo!».
Scettici gli americani sull'ipotesi dell'azione ucraina, pressoché silenti gli europei. Parla il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e invita alla prudenza. «Prenderei con le pinze tutto ciò che arriva dal Cremlino. Non posso in alcun modo confermare ciò che è stato detto. Semplicemente, non lo sappiamo. Stiamo a vedere».
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