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DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER…
IL MONDO A PEZZI: A CHE CA**O SERVE IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU SE NON SI RIUNISCE MANCO DURANTE UNA PANDEMIA (E MANCO IN VIDEOCONFERENZA)? - L'ITALIA LITIGA CON L'EUROPA PER GLI EUROBOND E SI RITROVA IL SOSTEGNO DI CINA, RUSSIA E CUBA. SE L'OCCIDENTE NON SI DÀ UNA SVEGLIATA, ALLA FINE DI QUESTA CRISI GLI EQUILIBRI GEOPOLITICI SARANNO MOLTO DIVERSI
1. C'È UNA PANDEMIA GLOBALE E IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU MANCO SI RIUNISCE
DAGONOTA - Il Coronavirus sta ribaltando le poche certezze rimaste anche nelle relazioni internazionali. Se la charm offensive dei paesi ex e tuttora comunisti come Cina, Russia e Cuba è per ora solo una serie di gesti amichevoli e ammantati di propaganda (d'altronde sono esperti), è impressionante il silenzio tombale che arriva dalle Nazioni Unite.
Nel 2014 il Consiglio di Sicurezza passò una storica risoluzione sull'Ebola, considerato ''una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale'', e nelle successive epidemie è stato sempre in prima linea, se non nelle azioni almeno negli intenti. Stavolta dal Palazzo di Vetro si sono sbrigati solo ad andarsene il prima possibile, essendo New York il focolaio più pericoloso degli Stati Uniti.
Non una riunione, neanche in videoconferenza, tra i 15 stati che compongono l'organo sovranazionale (in teoria) più importante del mondo. Né ce sono in programma. A oggi risulta un intervento da 15 milioni di dollari (roba che Chiara Ferragni te li trova in mezz'ora) del 1 marzo da parte del Central Emergency Response Fund (CERF) per sostenere i paesi più deboli. Fine.
Una resa totale, un'eclissi imbarazzante, solo lievemente mitigata dal fatto che l'OMS fa parte della famiglia delle agenzie ONU e qualcosa sta facendo, pur avendo ben poco effetto sui singoli stati membri: dalla dichiarazione ufficiale di pandemia ognuno ha continuato a fare come gli pare, vedi il Regno Unito dove ieri la gente si ammassava sulle panchine delle città di mare a mangiare fish and chips.
È possibile che il Consiglio di Sicurezza non provi neanche a lanciare una strategia globale comune? È forse perché Cina e USA non troverebbero mai un accordo, visto che si accusano reciprocamente di aver diffuso il coronavirus? O perché gli inglesi non sono ancora pronti a cedere su una strategia di lockdown totale? Sia quel che sia, potete aggiungere un'altra voce alla lunga lista di delusioni e di istituzioni da ripensare quando la tempesta sarà passata.
Gemellata con Verona, la città di #Hangzhou ha lanciato il BUS N.1314 (che in cinese si pronuncia in modo simile ad "amore per tutta la vita"), sulla quale c'è scritto "Forza Italia" e una frase di Turandot "All'alba Vincerò, Vincerò, Vincerò" #ForzaCinaeItalia pic.twitter.com/vfVGtJgRCv
— Ambasciata Repubblica Popolare Cinese in Italia (@AmbCina) March 23, 2020
2. CINA RUSSIA CUBA LA CRISI CAMBIA IL COLORE DEI NOSTRI ALLEATI
Vincenzo Nigro per “la Repubblica”
Arrivano i nostri. Ma questa volta non sono gli americani. Sono russi, cinesi, e persino cubani. L' Italia in cerca di aiuto non guarda al colore politico dei suoi donatori.
I primi aiuti che arrivano hanno il colore rosso della bandiera cinese, che ormai sventola accanto al tricolore in molti ospedali della Lombardia. A Bresso, il vessillo maoista con le 5 stelle garrisce sulle auto della protezione civile e sul comune. Come era una volta per la bandiera americana. Poi c' è il tricolore russo, che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha salutato ieri sera a Roma e ha accompagnato in Lombardia, con i medici e i respiratori inviati all' Italia da Vladimir Putin. Nove massicci aerei cargo Ilyushin 76 da ieri notte hanno iniziato a scaricare tonnellate di materiale e decine di medici: non erano mai atterrati tanti aerei e tanto personale russo in un paese della Nato. Da sempre.
E poi ancora ci sono i medici cubani, i più simpatici; arrivati ieri sera alla Malpensa, sono stati accolti con gratitudine dalla Regione Lombardia, guidata dal centro- destra. I cubani hanno portato con sé i colori della rivoluzione castrista, primo fra gli altri quello della solidarietà medica internazionale che Fidel Castro ha sempre mandato in giro per il mondo per creare consenso politico. Gli ospiti sono 37 medici e 15 infermieri che sono stati schierati a Crema. Il "capo-brigata" è il dottor Carlos Pérez Días, direttore dell' ospedale "Joaquín Albarrin" dell' Avana. Ci sarà folla di giornalisti per vederli in azione.
Nel profondo della crisi sanitaria italiana, accade dell' altro: si leggono i primi segnali di una accelerazione geo-politica nel Mediterraneo che vede gli Stati Uniti sempre più assenti e lontani. Chi si occuperà di capire quale mondo uscirà dal post-coronavirus avrà negli occhi le foto degli aerei militari russi, degli aiuti cinesi, dei medici cubani. E non troverà facilmente la foto dell' unico aereo americano che ieri è partito dalla base tedesca di Ramstein in Germania per atterrare in quella di Aviano, con un carico di aiuti medici arrivati in Italia in maniera quasi clandestina.
«Il nostro compito è dare la caccia a mascherine e respiratori, non guardiamo al colore degli aiuti che ci arrivano», dice un alto funzionario del governo: «Ma qui tutti noi lavoriamo sulla politica estera, e vediamo chiaramente che dietro l' offerta di aiuti da Russia e Cina c' è una mossa politica ma degli aiuti abbiamo bisogno».
Luigi Di Maio ha assegnato per ora un solo compito ai suoi diplomatici: cercare mascherine e respiratori. Lo stesso ministro ieri ha confermato la sua visione politica: «Avevamo aperto la Via della Seta, abbiamo confermato apertura e amicizia a molti paesi nel mondo, e adesso l' Italia riceve aiuto, pronta a restituire questo aiuto quando sarà necessario a chi ne avrà bisogno».
In questi giorni il ministero degli Esteri, ma perfino l' Aise, i servizi di sicurezza, e la stessa Guardia di Finanza, sono stati impegnati in una caccia globale ai respiratori e alle mascherine. La Farnesina ha mobilitato ogni ambasciatore e console in giro per il mondo: «Tra oggi e domani arriveranno oltre 10 milioni di mascherine, da mercoledì inizieranno ad arrivare 100 milioni di mascherine dalla Cina», diceva ieri il ministro.
«Partirà un primo lotto da sei milioni e poi venti milioni di mascherine ogni settimana. Ce ne servono 100 milioni al mese». Le mascherine come i gatti di Mao: che siano rosse o a stelle a strisce, l' importante è che fermino il coronavirus. Presto vedremo se cambieranno i giochi della politica internazionale.
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