DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - I GRILLINI CACCIANO CAIATA "CI HA NASCOSTO LA VERITÀ"
Federico Capurso per “la Stampa”
«State tranquilli: non mi ritiro, sono più tosto di prima!». Di certo non è rivolto a Luigi Di Maio il messaggio rasserenante di Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio candidato con il Movimento 5 Stelle, coinvolto in un' inchiesta per riciclaggio.
L'indagine ha messo in forte imbarazzo il suo primo sponsor, Di Maio.
Costretto nel pomeriggio a decretare l' ennesima epurazione della sua campagna elettorale, l' ennesimo fallimento nei controlli delle candidature e nelle scelte della futura classe dirigente pentastellata. Sono già 13 gli uomini del Movimento finiti nella lista nera del capo. E sette di loro, sicuri dell'elezione, sono destinati a infoltire il gruppo Misto. Sette parlamentari in meno, sette possibili nuovi «responsabili» messi a disposizione degli altri partiti per un possibile governo che escluda il Movimento.
Anche Caiata è sicuro della propria elezione. Candidato alla Camera nel collegio uninominale di Potenza, vero e proprio idolo della città, blindato sin dai primi sondaggi e nemmeno sfiorato dall' idea di dimettersi una volta eletto. Ma è soprattutto il suo passato politico a non promettere nulla di buono per i Cinque Stelle. A Siena, dove ha avuto inizio la fortuna imprenditoriale di Caiata, il patron del Potenza Calcio muove anche i primi passi politici e lo fa nelle file del Popolo delle libertà, dove nel 2009 viene nominato membro del Coordinamento provinciale.
SALVATORE CAIATA E LUIGI DI MAIO
Poi, quando La Stampa svela la sua candidatura con il Movimento, è il Pd lucano ad andare in fibrillazione perché proprio su Caiata i democratici di Potenza avevano messo gli occhi per un seggio alla Camera. Ora, libero dalle briglie e dai contratti con il M5S, il patron del Potenza si candida a essere il primo rinforzo per un futuribile governo di larghe intese.
Timori e ragionamenti, questi, che vorticano anche nella testa di Di Maio e dei suoi uomini più fidati. Un' intera mattinata, infatti, viene passata alla ricerca di una via che salvi Caiata dall' espulsione. «Abbiamo conosciuto Salvatore Caiata come presidente del Potenza Calcio e "Lucano dell' anno". Per questo è stato candidato con il Movimento 5 Stelle», spiega Di Maio.
«Al momento della sua candidatura ci ha fornito tutta la documentazione che attestava che la sua fedina penale era pulita e nulla è risultato né dal certificato penale né da quello sui carichi pendenti». Ma qui, quando tutto sembra portare a un salvataggio del candidato grillino, emerge il dettaglio che fa imbestialire il leader: il legale di Caiata attesta che l' indagine per riciclaggio è stata aperta nel 2016. Quindi Caiata sapeva e «non ci ha informati», accusa Di Maio.
«Se lo avesse fatto gli avremmo chiesto, come da nostro Regolamento, di fornirci per la candidatura il certificato» che attesta eventuali indagini a proprio carico. Invece, la certificazione speciale Di Maio a Caiata non l' ha mai chiesta e non l' hanno mai chiesta i vertici del Movimento. Il leader si è fidato dei suoi uomini sul territorio, il collaboratore Vincenzo Spadafora e il senatore Vito Petrocelli. Sono loro ad aver rassicurato sulla caratura e la limpidezza del candidato ed è su di loro, adesso, che si abbatte l' ira del leader.
2 - IL PATRON-ULTRÀ ELETTO LUCANO DELL' ANNO «NON MI RITIRO, SONO PIÙ TOSTO DI PRIMA»
Val. Err. per “il Messaggero”
È stato il Lucano 2017, personaggio dell' anno. Perché Salvatore Caiata, classe 70, partito ragioniere da Potenza, alla fine degli anni Ottanta e tornato imprenditore un anno fa, ha rilevato la squadra della sua città e ne sta risollevando le sorti.
Con gli spalti di nuovo affollati, in una corsa dall' ultima delle serie, la D, dove è ferma dal 2009, verso la Lega pro. Con lui, a Potenza sono tornati spettacolo, risultati e sponsor da anni lontani dal campo di gioco. Luigi Di Maio lo aveva voluto per questo e, alla vigilia dell' annuncio ufficiale, era intervenuto Matteo Renzi in persona per convincerlo a desistere. Nessuno sapeva che la procura di Siena stesse indagando, con un' ipotesi pesante: riciclaggio.
Anche se le voci, nella città del Palio, circolavano da tempo e lo stesso Caiata era tornato a casa, sostenendo di non voler più lavorare a Siena. Oggi non sembra lasciarsi sfiorare dall' espulsione e tira dritto: «Non mi ritiro, sono più tosto di prima», scrive su Facebook. Rinuncia al Movimento e continua la corsa verso la Camera dei deputati.
IL SUCCESSO
A Potenza la sua fama è cresciuta di domenica in domenica, con i successi della squadra, rilevata l' estate scorsa. Così Salavatore Caiata è diventato il «Lucano dell' anno» per il 2017, votato dai lettori dell' edizione della Basilicata del Quotidiano del Sud. Le sue piccole manie scaramantiche, lo stesso zainetto e gli stessi pantaloni bianchi ad ogni partita dopo la prima vittoria in trasferta della squadra e la capacità di rivitalizzare il «marchio» Potenza calcio dal punto di vista commerciale, lo hanno reso ancora più popolare, tanto da essere «entrato», sotto forma di statuina, in diversi presepi allestiti per Natale.
Ma a Potenza, l' ex ragioniere, che a Siena si era laureato, era tornato già da vincitore. In Toscana, la scalata era cominciata con qualche consulenza nel settore della ristorazione. E quel ragazzo, arrivato dalla Basilicata, ce l' aveva fatta. Era diventato Il padrone di piazza del Campo. Un manager che comprava e vendeva ristoranti e immobili e già da qualche anno guardava alla politica. Nel 2009 il suo nome appariva tra quelli dei coordinatori provinciali del Pdl. Nel 2013, era stato a un passo dalla candidatura con Forza Italia.
Con la coop cattolica La Cascina aveva creato una cordata per salvare il Siena calcio ed era stato a un passo dal rilevare anche la squadra di Grosseto. Il bilancio del business è di sei cariche in società immobiliari e della ristorazione; è presente in cinque aziende, in tre come amministratore o rappresentante, diciassette incarichi li ha abbandonati, mentre vanta un' esperienza da socio in almeno quindici società. Così fino allo scorso anno, quando, con un' intervista a La Nazione, ha annunciato di voler lasciare Siena. «Troppe voci, qui non si può lavorare». Ed era tornato a Potenza, per affrontare una nuova avventura.
LA CANDIDATURA
Quando è arrivata la proposta dai Cinquestelle, Caiata si è preso un paio di giorni per riflettere. I giornali locali raccontano che proprio in quelle ore Matteo Renzi sia intervenuto personalmente, tentando di farlo desistere. I tifosi rossoblù si sono divisi, mentre gli avversari politici si sono preoccupati, in considerazione della grande popolarità raggiunta dal «presidente».
Alla fine aveva accettato: «Scendo di nuovo in campo per il mio territorio», diceva a gennaio, con grande soddisfazione di Di Maio: «Ringraziamo Salvatore Caiata che sarà candidato Cinquestelle», aveva detto il premier.
La vittoria nel collegio uninominale della Camera Potenza-Lauria sembrava certa. Ma c' era qualcosa che Caiata non aveva raccontato: un' inchiesta per riciclaggio, della quale era informato da più di un anno. Oggi la bufera non lo scoraggia. Ieri si è autosospeso dal Movimento, ma al momento dell' espulsione ha escluso di fare un passo indietro. Forse anche la bufera potrebbe essere una nuova e inattesa spinta.
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