IL “CALDEROLI” DI SUA MAESTÀ – UN DEPUTATO DI ESTREMA DESTRA: “AFRICANI BONGO BONGO, USANO GLI AIUTI PER COMPRARE FERRARI E CASE A PARIGI”

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Caterina Soffici per "Il Fatto Quotidiano"
Come Calderoli mai. E neppure come Borghezio. A Londra dare di "orango" a un ministro di sua maestà non sarebbe tollerato. E neppure dire che portare una cittadina nera come la Kyenge al governo è "una scelta del cazzo, fatta da un governo del Bonga Bonga". Però anche in Gran Bretagna hanno i loro energumeni.

E questa volta a finire nella bufera è Godfrey Bloom, un anziano eurodeputato dell'Ukip, il partito indipendentista e antieuropeista britannico, che durante un comizio si è esibito in una tirata contro gli aiuti internazionali ai paesi poveri chiamandoli "terra dei Bongo Bongo".

Secondo l'illuminato esponente del piccolo partito di estrema destra, fortemente anti immigrazione e che strizza l'occhiolino agli scontenti della attuale politica dei conservatori su Europa e immigrazione, gli abitanti della "terra di Bongo Bongo" userebbero i fondi degli aiuti internazionali per "comprare occhiali da sole Ray-Ban, appartamenti a Parigi, Ferrari e tutto il resto".

La frase è stata pronunciata un mese fa, ma l'audio dell'intervento è stato rivelato ieri dal quotidiano filo laburista Guardian, che stigmatizza pesantemente le frasi. Il Labour parla di "linguaggio offensivo e gretto" e ha chiesto le dimissioni del parlamentare, perché non degno di sedere a Bruxelles.

Grande imbarazzo dei vertici dell'Ukip che hanno vietato ai suoi rappresentati di usare espressioni come "terra di Bongo Bongo", ma hanno anche detto che è giusto aprire una dibattito sugli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Perché la Gran Bretagna dell'austerity non può permettersi di mandare miliardi ai paesi poveri quando non ha più i soldi per pagare gli ospedali e le scuole e le case dei propri cittadini.

Così Nigel Farage, il leader dell'Ukip, tenta di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Proprio in questa settimana vengono ufficializzate le candidature per le Europee del 2014 e Farage sta facendo di tutto per ripulire il piccolo partito euroscettico, che i sondaggi danno in grande ascesa, dall'immagine razzista. In questa linea era stato proprio lui, due mesi fa, a far espellere Borghezio dall'eurogruppo. Le sue frasi sulla Kyenge, nonostante le scuse in extremis, erano state giudicate troppo gravi dai colleghi del gruppo Eld (i leghisti dell'Europarlamento).

A premere per l'espulsione di Borghezio era stato proprio il leader dell'Ukip britannico, dando l'aut-aut: o lui o noi. "Noi saremmo rimasti nel gruppo solo a condizione che Borghezio venisse espulso - aveva poi spiegato Farage - Abbiamo dato un segnale inequivocabile che i commenti di stampo razzista sono inaccettabili".

Così adesso si trova a fare i conti con un energumeno in casa propria, che rivendica il diritto di essere politicamente scorretto ("le mie frasi scandalizzano solo i media e la bolla di Westminster, ma la gente comune la pensa come me"). Ieri è andato alla Bbc e ha fatto pure lo spiritoso: "È triste che qualcuno possa essere offeso per un riferimento a un paese che non esiste. Bongo Bongo non è un posto reale. Anche il Terzo Mondo non esiste".

Poi ridacchiando ha aggiunto: "Se ho offeso qualcuno della terra di Bongo Bongo, me lo faccia sapere gli farò le scuse tramite il loro ambasciatore". Farage gli ha chiesto di non ripetere più frasi del genere e lui ha detto che obbedirà. Ma Bloom è già noto per le sue sparate razziste e anche per gli attacchi misogeni. Nel 2010 era già stato espulso dal Parlamento europeo per aver rivolto uno slogan nazista a un collega tedesco e nel 2011 aveva detto che era da pazzi per le piccole imprese assumere donne giovani, che avrebbero chiesto permessi di maternità appena incinte.

 

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