DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Lorenzo Cremonesi per il ''Corriere della Sera''
A due anni esatti dalla presa di Mosul in Iraq, Isis appare sempre più prossimo al collasso. Nel giugno 2014 sembrava destinato a imporre un nuovo ordine sul Medio Oriente in nome del jihadismo wahhabita, tanto da poter ridisegnare i confini definiti cento anni fa da Francia e Inghilterra sulle rovine dell' Impero Ottomano sconfitto nella Grande guerra.
raqqa durante un attentato del 2013
Ma negli ultimi mesi ha perso quasi il 50 per cento delle terre sotto suo controllo in Iraq. In Siria le perdite ammontano a oltre il 20 per cento e la sua roccaforte a Raqqa potrebbe cadere presto sotto la pressione «a tenaglia» delle forze leali alla dittatura di Bashar Assad, con il sostegno determinante di Russia, Iran e delle milizie sciite libanesi, e da nord delle milizie curde siriane aiutate soprattutto dagli Stati Uniti. In Libia la disfatta totale a Sirte, suo centro principale, è imminente.
isis entra a raqqa nel gennaio 2014
Però Isis resta un mostro a più teste, caratterizzato da dinamiche diverse nelle situazioni in cui opera. I suoi rovesci militari hanno dunque valenze e conseguenze differenti a seconda dei contesti. E non è affatto detto che, una volta persa la sua dimensione di «Califfato» caratterizzato dal controllo territoriale quasi-statuale, non torni a quella della guerriglia terroristica-qaedista.
Iraq
Questo è il Paese natale di Isis. E la sua forza, più che in altre regioni, dipende dal sostegno delle grandi tribù sunnite locali. La sfida dunque è sostanzialmente politica. Non basta che le milizie sciite, i loro alleati iraniani e gli aiuti militari americani stiano facilitando l' assedio di Falluja, come del resto hanno già fatto per la presa di Tikrit e Ramadi nei mesi scorsi. E come si prevede che faranno quando verrà lanciata l' offensiva per liberare Mosul, dove saranno fondamentali anche i militari dell' enclave curda nel nord.
lapidazione di fornicatori a mosul
Occorre infatti che il governo a Baghdad rilegittimi la minoranza sunnita alla gestione dello Stato. Sino a quando i sunniti, da secoli alla dirigenza della regione interrotti solo dall' invasione americana nel 2003, non si sentiranno pienamente integrati nel Paese, le condizioni per il loro sostegno a Isis (o a movimenti simili) non muteranno. Siria La grave debolezza di Isis si riassume nel classico scontro tra militanti «dell' interno» e volontari stranieri «dell' esterno».
La bandiera isis sulla chiesa di San Giorgio a Mosul
È tipico delle rivoluzioni violente, avvenne tra l' altro nell' Iran khomeinista, quando i religiosi radicali eliminarono decine di migliaia di oppositori comunisti e liberali (o meno integralisti dell' ayatollah Khomeini) allo Scià, e nelle battaglie interpalestinesi tra Olp, arrivato dalla diaspora dopo gli accordi di Oslo nel 1993, e Hamas, cresciuta nell' Intifada contro l' occupazione israeliana di Cisgiordania e Gaza.
In Siria i jihadisti fondamentalisti stranieri non sono riusciti a integrarsi tra i movimenti dell' opposizione locale al regime di Damasco. Isis mirava ad imporre il monopolio politico e militare. Ma è rimasto un movimento militante elitario e stretto nelle zone sotto il suo controllo, incapace di assorbire persino Al Nusra e le altre formazioni ribelli pur ispirate dall' ideologia messianica della «guerra santa». Crescono tra gli stessi sunniti siriani i dissensi contro gli eccessi di Isis, quali le torture, le esecuzioni, i divieti contro il fumo, le imposizioni della barba per gli uomini e il velo per le donne, le crescenti limitazioni alla libertà personale.
Libia
Il 12 giugno 2015 i gruppi islamico-radicali di Derna, nel cuore della Cirenaica, insorsero spontaneamente contro gli «stranieri» di Isis che si erano insediati con prepotenza nella zona. Fu allora che si cementò l' alleanza tra Isis e alcuni degli ex fedelissimi di Gheddafi in cerca di vendetta e riscatto da Sirte.
GRANDE MOSCHEA MOSUL sentenza in piazza a sirteISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA sirte goversata da is
Ma emerse anche il carattere artificiale della presenza dei militanti di Al Bagdadi nella Libia tribale e frazionata dopo la rivoluzione del 2011. Ora Isis potrebbe cercare di ricostruire le proprie basi nel deserto del Fezzan. Ma, se Tripoli riuscisse a costituire una solida sovranità centrale, l' esistenza di Isis in Libia sarebbe segnata.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI…
VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…