FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1- DAGOREPORT
A Cannes il risveglio del Patonza senza patonze è stato tra i peggiori. A fargli salire la pressione non è stata la lettura dei giornali italiani ai quali ormai è abituato ma quella della stampa straniera. A mandarlo su giri âLe Figaro' che a tutta pagina in prima titola "L'Europa mette sotto controllo Berlusconi". Apriti cielo! le urla del re del Bunga Bunga si sono sentite fino a Roma.
"Chiamatemi subito Ventura " ordina il Cav. Ma Marco Ventura non è a Cannes perché un mese fa è stato segato dalla sua poltrona di capo ufficio stampa di palazzo Chigi. Visto come è trattato dai giornalisti stranieri al G20 è molto probabile che il Cavalier Pompetta richiami Ventura alla guida dell'ufficio stampa della dependance di palazzo Grazioli anche perché Ventura è l'unico giornalista in servizio permanente effettivo a parlare correttamente tre lingue straniere.
2- SILVIO E GIULIO, DUELLANTI AL VERTICE COME SE NULLA FOSSE
Amedeo Lamattina per "la Stampa"
I duellanti si presentano insieme al G20 come se nulla fosse. Qui a Cannes tutti sanno che Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sono costretti ad una burrascosa convivenza, da separati in casa. Un rapporto fatto di sospetti e sgambetti, con il ministro dell'Economia che non perde occasione per sottolineare il problema di credibilità internazionale del premier e quest'ultimo che lo accusa di remare contro. Un contrasto che di fatto mina alla radice la credibilità del nostro Paese di avere un unico timone.
Eppure ieri mattina, dopo una nottata di trattative infuocate, si sono presentati insieme alla scaletta dell'aereo. Il Cavaliere appena visto Giulio, ha prima finto la «mossa del boxeur», poi ha messo la sua mano sulla spalla del ministro. Infine si sono seduti nel salottino l'uno di fronte all'altro e il «clima era addirittura zuccheroso».
Così almeno hanno raccontato gli uomini di Palazzo Chigi. I quali hanno precisato che Tremonti si è messo a scrivere di suo pugno la traccia dell'intervento che il presidente del Consiglio da lì a qualche ora avrebbe dovuto fare al G20. Durante l'esposizione di Berlusconi «ai grandi», Tremonti gli è stato seduto accanto tutto il tempo, mettendoci la faccia.
La versione «zuccherosa» che viene data lascia stupiti visto che il Cavaliere e il ministro hanno un rapporto da cane e gatto. Ma dovendosi presentare in un consesso internazionale di tale rilievo, hanno dovuto deporre le armi. Almeno per l'occasione. E fare buon viso a cattivo gioco.
Pure i loro capi ufficio stampa, Fabrizio Ravoni e Filippo Pepe, si sono presentati in sala stampa insieme come due fratelloni per dimostrare che si fila d'amore e d'accordo. «Sono qui con Filippo..., così non scrivete che facciamo a botte», ha ironizzato Ravoni. Mentre Pepe, scherzando, faceva il gesto dell'ombrello ai giornalisti che avevano dato il suo ministro per tagliato fuori.
Insomma, i panni sporchi si devono lavare in famiglia. Intanto Tremonti non ha resistito alla punzecchiatura. E' accaduto sull'aereo quando ha ricordato che il maxiemendamento alla legge di stabilità è stata la migliore soluzione. Altro che decreto come volevano i vari Sacconi, Brunetta e Romani! E' passata la sua linea, come ai vecchi tempi. Ma adesso Tremonti non è più il dominus, tuttavia questa partita l'ha vinta lui anche grazie alla sponda del capo dello Stato.
E nel suo entourage non si finisce di sottolineare questo passaggio, e il fatto che l'altro ieri l'inquilino di via XX Settembre è rimasto a colloquio con Napolitano per un'ora. Anche l'Europa lo ha chiamato in cattedra. Ha partecipato coi colleghi tedesco, francese e americano, alla riunione di crisi sul fondo salvastati, il gabinetto dei maghi dei conti pubblici che deve costruire il muro di protezione per l'Eurozona. E' la prima volta.
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