RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Paolo Comi per “L’Unità”
Privi ormai da decenni, in ossequio alla legge n.121 del 1981, di compiti che non siano quelli di ausilio della polizia di Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica, tagliati fuori sempre più spesso dalla guardia di Finanza nella conduzione delle indagini di maggior impatto […], i carabinieri hanno dovuto ora subire anche lo smacco di essere defenestrati dal governo nella gestione dell’intelligence.
Per la prima volta da quando esistono nella attuale compagine i Servizi, a nessun ufficiale dei carabinieri è stato assegnato un incarico di responsabilità al loro interno.
La scorsa settimana, nella ultima tornata di nomine […], la premier Giorgia Meloni ha infatti nominato Giuseppe Del Deo, un ufficiale dell’esercito, nuovo vicedirettore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), con compiti di coordinamento delle due Agenzie d’intelligence: l’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) e quella per la sicurezza esterna (Aise).
Del Deo è attualmente vicedirettore dell’Aisi, incarico che passerà adesso al prefetto Vittorio Rizzi, vicecapo vicario della polizia di Stato. Il futuro numero due di Elisabetta Belloni, la direttrice del dipartimento, inizialmente era stato in pole anche per sostituire il generale dei carabinieri Mario Parente al vertice dell’Aisi, ma poi la premier lo scorso maggio gli aveva preferito il prefetto Bruno Valensise.
Considerato che al vertice dall’Aise è ben saldo il generale dell’esercito Giovanni Caravelli, per i prossimi anni non sono quindi più previsti cambiamenti nei Servizi. Lo smacco non è passato inosservato anche perché l’Arma nell’intelligence ha una lunghissima tradizione.
È sufficiente ricordare che dal 2008, con governi di destra, sinistra e tecnici, al vertice dell’Aise c’era sempre stato un generale dei carabinieri: Giorgio Piccirillo, Arturo Esposito e, appunto, Mario Parente. […]
La coincidenza temporale con la nomina del nuovo capo di viale Romania potrebbe in effetti aver influito nelle scelte del governo. L’attuale comandante generale dell’Arma, il generale Teo Luzi, avrebbe dovuto lasciare l’incarico lo scorso gennaio, terminato il mandato triennale.
Tuttavia, poiché all’epoca aveva 64 anni, il governo lo ha prorogato fino al prossimo mese di novembre, quando ne compirà 65, età massima per il trattenimento in servizio.
I papabili per prendere il posto di Luzi sono tre: il vicecomandante Salvatore Luongo, il capo di stato maggiore Mario Cinque ed il comandante interregionale “Pastrengo” Riccardo Galletta.
Outsider il generale Fabrizio Parrulli, ben visto dagli americani, in quanto addetto per la Difesa e consigliere militare a New York presso la rappresentanza permanente d’Italia all’Onu.
Luongo sulla carta è quello più titolato e più “trasversale”, essendo stato capo ufficio legislativo del ministero della Difesa con i ministri dem Roberta Pinotti e Lorenzo Guerini, con la grillina Elisabetta Trenta, e da ultimo con Guido Crosetto […].
Per Cinque si tratterebbe invece di una scelta “consuetudinaria” in quanto lo stesso Luzi […] aveva svolto il suo medesimo incarico. Galletta, infine, è il classico ufficiale dell’Arma con una carriera inattaccabile alle spalle. La nomina sarà gestita dal tandem Alfredo Mantovano – Giovanbattista Fazzolari, i potentissimi sottosegretari di palazzo Chigi di cui Meloni ha piena fiducia su queste partite.
MARIO CINQUE - JIMMY AMATO - MARIO PARENTE
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