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1. BLITZ CONTRO SECESSIONISTI VENETI: 24 ARRESTI, ALTRI 27 INDAGATI
Da www.ansa.it
Blitz dei carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo. Ventiquattro gli arresti in varie regioni, su ordine della magistratura di Brescia.
Tra gli arrestati vi è anche il fondatore della Liga Veneta, Franco Rocchetta, ex parlamentare. La Liga Veneta confluì nella Lega Nord ma Rocchetta abbandonò poi il movimento. Di recente è stato tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto. In manette anche due ex 'Serenissimi' che assaltarono il campanile di san Marco, a Venezia, nella notte tra l'8 e 9 maggio 1997, tra gli arrestati nell'operazione dei Ros contro i 'secessionisti veneti' nell'inchiesta della procura di Brescia. Si tratta di Luigi Faccia e di Flavio Contin.
Nelle ordinanze di custodia cautelare sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. I Carabinieri stanno anche eseguendo perquisizioni a carico di altri 27 indagati.
Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano".
Il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, ha spiegato che il gruppo si proponeva l'indipendenza dallo stato italiano con il ricorso a metodi violenti e all'insurrezione popolare'' i componenti del gruppo 'Alleanza', sgominato stamani dall'operazione dei Ros, coordinati dalla Procura di Brescia.
Tra gli episodi contestati ai secessionisti c'è anche quello della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". Il mezzo è stato sequestrato. Era un trattore agricolo trasformato in una sorta di mezzo corazzato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le fasi di montaggio c'erano stati problemi di calibratura e di recupero dei pezzi per la sua costruzione.
Tra gli indagati figurano, a quanto si è appreso, un leader del movimento dei Forconi e un ex deputato. L'accusa mossa dalla Procura di Brescia è quella di terrorismo (270 bis c.p.). La competenza è radicata a Brescia in quanto nel bresciano si sarebbe costituito il gruppo e si sarebbero tenute le riunioni. Le indagini sono cominciate circa tre anni fa. Il carro armato che è stato posto sotto sequestro era perfettamente funzionante, tanto che erano state eseguite anche delle prove di fuoco.
"Se lo Stato centralista pensa di spaventare o di chiudere la bocca a uomini come Rocchetta si sbaglia di grosso. Dietro all'idea che lui rappresenta ci sono tutti gli uomini liberi di questo Paese". E' il commento dell'europarlamentare della Lega Antonio Borghezio, alla notizia dell'arresto di Rocchetta. "Franco - dice Borghezio - è stato mio collega nel primo governo Berlusconi, è stato sottosegretario agli esteri per 7-8 mesi circa, ed è un amico di vecchia data. Uno straordinario patriota veneto. Un uomo che con la sua grande cultura ha saputo rappresentare un punto di riferimento per coloro che si battono per una Europa delle identità e delle libertà ".
2. L'EX SERENISSIMO: «L'INDIPENDENZA NON SI CHIEDE, SI FA. MEGLIO IL CAMPANILE»
Al.A. per il "Corriere del Veneto"
«Per carità : anche un referendum online può contribuire alla crescita della coscienza collettiva dei veneti, ma sappiamo che ha dei limiti costituzionali. Il punto è che un popolo non dovrebbe chiedere l'indipendenza, ma dovrebbe prenderserla. Queste cose si fanno con atti di coraggio, con le scosse, come abbiamo fatto noi salendo sul campanile la notte fra l'8 e il 9 maggio del 1997». Flavio Contin, il membro più anziano del commando dei serenissimi che assaltarono piazza San Marco a bordo del Tanko Marcantonio Bragadin, è informatissimo sulle proposte referendarie e dice di non essere pentito dell'assalto al campanile.
Lo rifarebbe? «Lo rifarei subito se servisse, ma oggi è una cosa irripetibile, sono cambiati i tempi».
In che senso? «Sono orgoglioso di averlo fatto, ma oggi non porterebbe risultati per il popolo veneto. Anche se questo è un momento diciamo favorevole perché c'è la crisi economica e la tassazione è sproporzionata, lo stato italiano ha preso le contromisure ormai da un pezzo».
Lei dice che i veneti dovrebbero prendersi l'indipendenza. Ma, almeno apparentemente, non lo fanno. Il referendum non è una buona mediazione?
«Anche sì. Ma è un sondaggio. Non è che faccia tanta strada».
Ci sono strade migliori?
«Quella di Indipendenza Veneta di Alessio Morosin di appellarsi ai trattati internazionali è più sensata. Anche se i veneti votano sì al referendum non succede niente, se invece si riconoscono i trattati internazionali allora entrano in gioco altri fattori più determinanti».
Questo referendum però ha la benedizione e la copertura della Lega, cioè il partito che governa la Regione.
«La lega fa il doppio gioco come al solito per avere qualche voto. Luca Zaia non avrà mai il coraggio di saltare il fosso, ha paura di prendersi una denuncia. Deve però ragionarci su questo o rischia di fare la fine di Bossi: tutte chiacchiere e niente arrosto».
Dunque che appello lancia ai veneti?
«Dico che quando si è trattato di indipendenza, il Sud Tirolo aveva dalla sua l'Austria, la Crimea ha dalla sua la Russia di Putin mentre il Veneto non ha nessuno. Quello che serve oggi non sono i referendum ma il coraggio».
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