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CARROCCIO AL PESTO! - IN LIGURIA 23 A GIUDIZIO PER LE SPESE PAZZE, IL VICE DI SALVINI RIXI, ASSESSORE DI TOTI, POTREBBE DECADERE SE CONDANNATO PER I RIMBORSI DA CONSIGLIERE - A PROCESSO ANCHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE, IL LEGHISTA BRUZZONE

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Erika Dellacasa per il “Corriere della Sera”

RIXI SALVINIRIXI SALVINI


La seduta del Consiglio regionale della Liguria si trascinava piuttosto stancamente quando è stata scossa dalla notizia del rinvio a giudizio di 23 tra ex ed attuali consiglieri nell’ambito dell’inchiesta sulle «spese pazze».

 

Le accuse, per tutti, sono di peculato e falso. Il leghista Edoardo Rixi, assessore allo Sviluppo economico e vicesegretario federale della Lega, ha dichiarato di essersi aspettato il processo ma è sembrato molto colpito: «Sono sicuro di poter dimostrare la mia buona fede — ha detto — purtroppo fino al 2013 le regole sui rimborsi erano confuse. Io comunque vado avanti a lavorare per la Liguria, se non potrò più farlo in questa veste lo farò in altro modo».

 

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Le parole dell’assessore non sono a caso. Insieme con Rixi siederanno sul banco degli imputati anche l’attuale presidente del consiglio regionale, il leghista Francesco Bruzzone, e il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso. Su tutti pende l’incognita della legge Severino. Il processo inizierà l’8 giugno e potrebbe arrivare a sentenza in tempi abbastanza brevi. In caso di condanna Rixi, Bruzzone e Rosso non potrebbero mantenere il loro incarico.

 

Su questo ha preferito glissare il governatore Giovanni Toti, che ha escluso ripercussioni sulla giunta e ha dichiarato di voler «aspettare i tre gradi di giudizio prima di dire qualcosa», sicuro comunque «che Rixi e Bruzzone dimostreranno la loro innocenza». I tre sono gli unici che ancora ricoprono incarichi in Regione, gli altri venti imputati — appartenenti a Pdl, Pd, Idv, Udc, Sel, Federazione della Sinistra, Lista Biasotti, Noi con Burlando — non sono più stati eletti. 

 

Quanto alle contestazioni sono per tutti simili: un gran numero di pranzi, cene e merende ma anche una valanga di colazioni da pochi euro, perfino un gratta e vinci in autogrill, qualche eccentricità come la spesa (10 euro) alla «Casa del bottone», i 3.000 euro di Roberta Gasco (Udc) in frutta secca o i 1.400 euro in pasticceria di Rosso il giorno prima di Natale.

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Quanto a Rixi ha spiegato una cena a base di ostriche a Nizza con «un’attività congiunta con gli indipendentisti francesi» e ha specificato che «la cena non è stata risarcita». Rixi come capogruppo avrebbe anche dovuto controllare le spese dei colleghi, comprese le ricevute per 84 cene del consigliere Maurizio Torterolo, molte delle quali di avventori che dimenticavano la ricevuta sul tavolo. Torterolo ha già patteggiato una condanna a due anni.