
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
1. VIDEO - L'INTERVISTA DI LUCIA ANNUNZIATA A GIANROBERTO CASALEGGIO
2. E CASALEGGIO SCEGLIE RAITRE "SIAMO GIÃ PRONTI CON LA SQUADRA DI MINISTRI" - "RENZI? SE PERDE USCIRÃ DI SCENA"
Jacopo Iacoboni per "La Stampa"
Dei due passaggi politicamente più interessanti della prima intervista tv di Gianroberto Casaleggio - Grillo va da Vespa, lui, significativo, a Raitre, al pubblico di Lucia Annunziata - uno riguardava una «svolta istituzionale» del Movimento: proprio mentre a Torino Grillo le sparava grossissime (ma, cosa strana, risparmiando il Pd proprio laddove è più attaccabile, sui casi Greganti o Quagliotti, o sulla vicenda parlamentare del voto su Genovese), Casaleggio spiegava che il Movimento è pronto a prendersi responsabilità di governo, e già «con una nostra squadra».
«Se vinciamo (ma lui quel «se» è pronto a toglierlo) il giorno dopo chiederemmo un nuovo presidente della Repubblica e chiederemmo al nuovo presidente di indire le elezioni politiche», perché è chiaro - a detta sua - che «l'attuale Parlamento dal punto di vista costituzionale e di rappresentanza della volontà popolare non avrebbe legittimità ».
Naturalmente resta da capire con che quadro si potrebbe eleggere un nuovo presidente senza ricadere da capo a dodici nella stessa situazione (anzi, più logorata e esacerbata) in cui ci si trovò ad aprile del 2013, perché il Parlamento sarebbe lo stesso, per quanto legittimato o no.
Ma il messaggio di fondo - anticipato ieri dalla Stampa - era che il Movimento oggi non rifiuta di prendersi eventuali responsabilità : «Se si andrà alle politiche non diremo vota il M5S, diremo vota il M5S con questa squadra di governo. I cittadini non voteranno il premier o il movimento, ma la squadra di governo». E ancora: «Nel movimento ci sono molte persone che potrebbero ricoprire incarichi di governo. Faremo una valutazione attraverso gli iscritti, per competenza, onestà e trasparenza».
E così mentre Grillo urla nelle piazze, Casaleggio prova a convincere che loro sono una forza spendibile nel gioco istituzionale. Sarà riuscito o meno nell'opera? Vedremo. Il secondo passaggio rilevante (quello in cui Casaleggio attacca Renzi) conferma invece una cosa bizzarra: sembra che il cofondatore del M5S pensi - come i renziani, da questo punto di vista - che il Pd esiste solo grazie a Renzi, ormai; o meglio, che il Pd in quanto tale sia già scomparso, esiste Renzi. «Renzi sta catalizzando in 80 euro il pensiero complesso che deriva dal Pci, da Berlinguer, Togliatti», dice Casaleggio. E qui si viene al secondo punto della sua tesi: sconfitto politicamente il premier, non resterebbe altro, «se Renzi perderà alle europee uscirà dallo scenario politico».
Molto probabilmente la fanno troppo facile; ma certo avevano capito con qualche anticipo che si andava a finire allo scontro frontale Renzi-M5S. Ha detto tanto altro Casaleggio nell'intervista: sul suo rapporto con Grillo, «la diversità è di carattere, e di estrazione. Lui è un artista e io un manager. Due culture molto diverse»; sulla passione per San Francesco d'Assisi - «io ho fatto le scuole cattoliche e apprezzo alcune figure e tra queste San Francesco»; sulla prima cosa che farebbe in economia: «Il problema fondamentale per l'Italia è quello di aiutare le piccole e medie imprese a svilupparsi e a fare concorrenza internazionale e innovazione».
Ma i due punti chiave sono l'apertura alla responsabilità , e una sfida «totale» al nemico Renzi. Che infatti gli risponde senza cadere nel referendum pro o contro Renzi: «Ho rispetto per Casaleggio, ma queste elezioni servono a eleggere il Parlamento europeo».
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