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Jacopo Iacoboni per La Stampa
LIBRO DI NICOLA BIONDO E MARCO CANESTRARI
Chi era Gianroberto Casaleggio, il vero fondatore della più incredibile forza politica italiana degli ultimi anni, il Movimento cinque stelle? Quali erano i suoi giudizi, il suo modo di fare, di sedurre o di colpire?
Il libro di due suoi ex collaboratori - Nicola Biondo e Marco Canestrari (Supernova, Com’è stato ucciso il Movimento cinque stelle, in uscita domani su www.supernova5stelle.it ) - contiene tanti passaggi di insider, mail dirette, circostanze imbarazzanti per i leaderini sulla nascita del direttorio e l’ascesa del sistema-Di Maio, ma contiene, anche, pezzi del pensiero di Casaleggio che Biondo ha osservato direttamente, e al quale ha voluto bene, come si capisce da queste pagine. In questo è un vero, dolente memoir.
Casaleggio vi appare una personalità sferzante e altalenante, ma anche fragile, vogliosa di piacere; anche al sistema che attaccava. Di Napolitano diceva «è uno con cui si può parlare, è uno dei custodi del sistema ma capisce la situazione disperata». Di Renzi prima disse «un buon comunicatore», poi che era «un cialtrone», e infine - quasi surreale - nel momento di massimo scontro dopo le europee fece scrivere al blog che «ora è titolato a governare».
Definì Letta «una foglia di fico, un comprimario voluto da Napolitano», ma poi disse «rispetto a Renzi almeno è intelligente». Biondo gli chiese il perché dell’inqualificabile attacco a Rodotà, Casaleggio rispose: «Abbiamo dato un’opportunità a questo signore. Lui l’ha utilizzata come ha creduto. Io non mi faccio scalare, il Movimento non è scalabile. Lo abbiamo miracolato e lui ci ha ripagato in questo modo. Per me la storia è chiusa».
Quando Biondo gli disse che il blog sulla Boldrini era stato vergognoso, rispose, gelido: «Nicola, noi dobbiamo imparare a canalizzare il sentiment della Rete e usarlo. Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la Rete è dalla nostra parte. È la Rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentiment senza apparire direttamente, governandolo». È il manifesto, lucidissimo, della cyber propaganda che verrà.
stefano rodotaLA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
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