DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
1. IL FILO-RUSSO PETROCELLI: SFIDUCIARE DRAGHI E RIANIMA LA FRONDA GRILLINA CONTRO CONTE
Domenico Di Sanzo per "Il Giornale"
GIUSEPPE CONTE VITO PETROCELLI
Il caso dell'espulsione del senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama con simpatie filo-russe e filo-cinesi, rianima la battaglia interna al M5s. Le procedure per la cacciata sono state già avviate. L'accusa dei vertici e dello stesso Giuseppe Conte è di aver violato il regolamento grillino, perché il discusso parlamentare non ha votato la fiducia al governo sul decreto Ucraina.
Conte ha già dichiarato: «Si è messo fuori da solo». Petrocelli, da parte sua, in un tweet invita i Cinque Stelle a buttare giù l'esecutivo di Mario Draghi. «Credo sia sempre più evidente che la priorità del M5S in questa fase storica sia togliere la fiducia al governo Draghi e ritirare i ministri. Tutto il resto sta a zero, comprese le etichette tipo "putiniano d'Italia"», scrive il senatore. Che non intende mollare la presidenza di Commissione e rilancia, anche dopo alcune recenti prese di posizione contro la sua espulsione da parte di alcuni esponenti del Movimento, come il vicecapogruppo al Senato Vincenzo Garruti e il senatore Primo Di Nicola.
Che però non sono delle voci isolate. L'affaire Petrocelli, nel magmatico gruppo di Palazzo Madama, sta diventando il pretesto per mettere in discussione, per l'ennesima volta, la leadership di Conte. Così il procedimento disciplinare contro il parlamentare, soprannominato «compagno Petrov», risveglia le varie dissidenze. I tanti scontenti che contestano un meccanismo decisionale «totalitario» e «centralizzato» che stronca il dibattito interno con la scure delle epurazioni. Difficile quantificare le proporzioni numeriche esatte del drappello di chi manifesta, esplicitamente o implicitamente, il fastidio per la ritorsione ai danni di Petrocelli. Ma il sentiment contro Conte sta crescendo di nuovo. E il caso Petrocelli si trasforma in un'opportunità per contestare i vertici.
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI
I malpancisti più agguerriti sono una decina, ma soprattutto al Senato il gruppo è composto da cani sciolti che non si identificano in alcuna corrente, nemmeno in quella guidata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La maggior parte di chi, in questi giorni, sta esprimendo il suo malessere ci tiene a precisare che si tratta di «una questione di metodo, non di merito».
Quasi nessuno dice di condividere il furore filo-Putin e anti-Nato di Petrocelli. «Non si può espellere un senatore per una sua posizione in politica estera, seppur non condivisibile, soprattutto non lo si può fare senza un'approfondita discussione politica», spiega un eletto pentastellato. C'è chi sottolinea come Petrocelli abbia sempre esercitato con equilibrio le sue funzioni di presidente di Commissione. Un senatore, parlando con Il Giornale, mette nel mirino direttamente Conte: «Il nostro leader di recente ha detto di essere "sensibile ai temi" che pone Marine Le Pen, è una posizione che non condivido, quindi allora che facciamo, espelliamo anche lui?».
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI
Di contro, da ambienti vicini all'ex premier precisano che l'avvio del procedimento di espulsione è un atto obbligatorio, perché Petrocelli non ha votato la fiducia. E chi non ha votato la fiducia a Draghi l'anno scorso è stato cacciato senza tanti complimenti. Quindi un'eccezione per il senatore lucano costituirebbe un precedente.
«Petrocelli ha perso credibilità e se non si dimette resta in piedi l'ipotesi dello scioglimento della commissione», ribadisce un senatore del Pd in Commissione Esteri. Intanto Petrov non molla.
«MUSSOLINI RIMANGA CITTADINO ONORARIO»
«Assolutizzare il male individuandolo in un'unica persona è sbagliato e non aiuta a comprendere la complessità. Per questo ci siamo astenuti», dice all'Adnkronos Monica Medici, consigliera M5S al Comune di Carpi, spiegando le ragioni che hanno indotto i pentastellati ad astenersi sulla proposta di revoca della cittadinanza onoraria al Duce avanzata dal sindaco Alberto Bellelli: i consiglieri di Fdi, Lega e Carpi Futura, invece, sono usciti dall'aula al momento del voto. La scelta del M5S ha fatto discutere, «ma quando è stato a Carpi ha fatto un atto di bene. Il fascismo è male assoluto, non Mussolini»
vito petrocelli 3VITO petrocellivito petrocelli 2vito petrocelli 1giuseppe conte in diretta facebook giuseppe conte in diretta facebookgiuseppe conte in diretta facebook 2LA DIRETTA FACEBOOK DI GIUSEPPE CONTEvito petrocelli 4
Ultimi Dagoreport
FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA…
DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…