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IL CASO EPSTEIN È LA ROGNA PIÙ GROSSA PER TRUMP – IL TYCOON ATTACCA LA BASE "MAGA" CHE CHIEDE DI SAPERE LA VERITÀ SULLA MORTE DEL FINANZIERE PEDOFILO, DECEDUTO IN CARCERE NEL 2019 (DURANTE IL PRIMO MANDATO DI TRUMP): “È UNA TRUFFA DEI PAZZI DEMOCRATICI, UNA BUFALA, E I MIEI SOSTENITORI DEL PASSATO CI SONO CASCATI DI BRUTTO” – CI DOVEVA PENSARE PRIMA: HA SFRUTTATO LE OMBRE SUL DECESSO DI EPSTEIN, DI CUI PER 15 ANNI È STATO GRANDE AMICO, PER OTTENERE CONSENSO. SALVO POI RIPENSARCI E RINCULARE IMPROVVISAMENTE: PERCHÉ? CHE C’È NEI FILE SECRETATI CHE TRUMP NON VUOLE CHE SI SAPPIA? – LE FOTO DI “THE DONALD” ALLE FESTE DI EPSTEIN CON RAGAZZE A SENO NUDO E…

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EPSTEIN È LO SCHELETRO PIÙ GROSSO NELL’ARMADIO DI TRUMP – SECONDO IL GIORNALISTA E BIOGRAFO DI "THE DONALD" MICHAEL WOLFF, CHE CONOSCEVA BENE IL FINANZIERE MORTO SUICIDA NEL 2019 (GUARDA CASO QUANDO TRUMP ERA ALLA CASA BIANCA), I DUE “SONO STATI MIGLIORI AMICI PER QUASI 15 ANNI E DETERMINANTI NELL’’ASCESA RECIPROCA. I DUE ANDAVANO A CACCIA DI DONNE INSIEME" - POI LITIGARONO PER UNA QUESTIONE IMMOBILIARE: TRUMP ACQUISTO' UNA PROPRIETA' SU CUI AVEVA MESSO GLI OCCHI ANCHE EPSTEIN, IL QUALE ACCUSO' IL FUTURO PRESIDENTE DI RICICLARE DENARO PER CONTO DEI RUSSI - IL FINANZIERE CON LA PASSIONE PER LE MINORENNI MOSTRO' A WOLFF DELLE FOTO: “ERA TRUMP CON DELLE RAGAZZE DALL’ETÀ INCERTA, NELLA CASA DI EPSTEIN A PALM BEACH, DOVE SI SVOLGEVANO TUTTE LE ATTIVITÀ DI CUI (EPSTEIN) SAREBBE POI STATO ACCUSATO. NE RICORDO TRE. C'ERANO DUE FOTO CON RAGAZZE A SENO NUDO SULLE GINOCCHIA DI TRUMP. E POI UNA TERZA IN CUI…”

https://www.dagospia.com/politica/jeffrey-epstein-e-scheletro-piu-grosso-nell-armadio-trump-michael-441118

 

 

donald trump circondato da audaci signorine epstein party a mar a lago

1 - TRUMP CONTRO I REPUBBLICANI CHE SOSTENGONO LA «TRUFFA EPSTEIN»

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

Trump ieri si è scagliato contro i suoi sostenitori che continuano a criticare la «chiusura» del caso Epstein da parte della sua ministra della Giustizia, Pam Bondi: in un lungo post sul suo social Truth (verità) e poi dallo Studio Ovale, il presidente l’ha definita una «truffa» ordita dalla «sinistra radicale», come la «truffa del Russiagate», e ha accusato i repubblicani che continuano a parlarne di fare «il gioco dei democratici» dicendosi talmente deluso che «non voglio più il loro appoggio!».

 

donald trump circondato da audaci signorine epstein party a mar a lago

Nei giorni scorsi aveva già detto di non capire le ragioni per cui «questa storia continua» definendola «noiosa», ma se Bondi vuole rilasciare informazioni credibili si è definito favorevole.

 

La sua frustrazione è arrivata ieri al punto massimo. Di solito la «base» lo ascolta, ma stavolta no.

 

Epstein continua a dominare i discorsi degli attivisti Maga, mentre lui vorrebbe che parlassero solo dei suoi successi.

 

Anche tra i repubblicani al Congresso si sono levate voci come quella di Mike Johnson, lo speaker della Camera, che non contraddice mai Trump ma in un podcast ha detto che serve più trasparenza sul caso Epstein: come molti colleghi è tempestato dalle telefonate di elettori che chiedono «la verità».

 

JEFFREY EPSTEIN- DONALD TRUMP

Altri, come Ralph Norman della South Carolina e Thomas Massie del Kentucky, si sono uniti ai democratici per cercare di forzare la pubblicazione dei documenti su Epstein.

 

Professano fedeltà a Trump e dicono che è nel suo interesse accontentare «la base» che non riesce ad accettare la conclusione del dipartimento di Giustizia e dell’Fbi che non c’è nessuna lista segreta di clienti di Epstein, non ci sono legami con governi stranieri, non ci sono «protettori di Washington» che hanno nascosto i crimini sessuali del finanziere pedofilo e dei suoi amici o che, ricattati, l’avrebbero alla fine assassinato.

 

[…] Trump e i suoi seguaci hanno alimentato per anni teorie cospirative e la sfiducia nel governo. Ma ci sono altri due aspetti: il primo è che Bondi non piace a tutti i Maga.

 

PAM BONDI VERY YOUNG

Anche se ha difeso Trump durante l’impeachment e lo ha aiutato a contestare la sconfitta elettorale nel 2020, non ha difeso i rivoltosi del 6 gennaio, la vedono legata al sistema (Jeb Bush in Florida) e gli antivax non dimenticano che da avvocata ha rappresentato Pfizer.

 

Così ora paradossalmente i democratici non dicono che Bondi dovrebbe dimettersi perché non vogliono che sia lei il capro espiatorio; vorrebbero travolgere Trump.

 

L’attivista di estrema destra Laura Loomer, che chiede le dimissioni di Bondi, avvertiva ieri che il caso Epstein rischia di «consumare la presidenza Trump» ma contraddice anche il presidente: «Non è una completa truffa…».

 

Il secondo aspetto è che è un’esagerazione dire che si è consumata una frattura tra Trump e il popolo Maga.

 

Figure come Steve Bannon o Tucker Carlson quando criticano l’intervento in Iran, in Ucraina o il caso Epstein non criticano Trump, […] ma guardano oltre: mirano a plasmare la dottrina del movimento per chi verrà dopo Trump. Ma né l’Iran né l’Ucraina hanno avuto risonanza pari al caso Epstein perché esemplifica perfettamente lo spettro dello Stato profondo.

 

POST DI ELON MUSK SU DONALD TRUMP E JEFFREY EPSTEIN

2 - GLI ERRORI DEL PRESIDENTE, CHE SI È MESSO NELL’ANGOLO

Estratto dell’articolo di Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”

 

«La nuova TRUFFA dei pazzi democratici è quella che chiameremo per sempre la bufala di Jeffrey Epstein, e i miei sostenitori del PASSATO ci sono cascati di brutto… sono solo stronzate».

 

C’era un che di molto poco trumpiano — si percepiva l’odore della disperazione — nell’esternazione di ieri, sempre via Truth Social, su quello che ha definito «l’uomo che non vuole morire», Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo.

 

Perché il solito Trump che piace alla base, duro, sicuro di sé ai limiti della spacconeria, adesso ha lasciato posto al Trump che arranca e tenta di riscrivere la storia.

 

Aveva usato la vicenda Epstein per vellicare la base convinta che smascherando una fantomatica «lista dei clienti» ai quali il finanziere procurava ragazzine si sarebbe finalmente demolito lo «Stato profondo» pluto-pedofilo che nei loro incubi domina l’Occidente.

 

IL NOME DI DONALD E IVANKA TRUMP NEGLI EPSTEIN FILES

Certo, quando glielo chiedevano nello specifico, l’anno scorso, Trump sottolineava che «ci hanno messo la mani in tanti in quei documenti, Biden, l’Fbi di Biden, chissà chi altro», intanto però aveva cavalcato l’onda d’indignazione del Maga fino alla vittoria dello scorso novembre.

 

[…] Ora invece di diffondere la seconda decisiva tranche fa dire alla stessa ministra che non c’è nessuna lista e Epstein è morto suicida.

 

Il presidente si è messo da solo nell’angolo, perché se la lista davvero era una bufala la base non gli crederà mai (perché non l’aveva detto prima, perché aveva gettato benzina sul fuoco della loro ossessione per le cospirazioni?), e se invece esiste allora lui è quello che vuole tutelare i colpevoli, magari anche sé stesso (lui e Epstein erano amici).

scazzo tra elon musk e donald trump musk tira fuori la bomba sui file epstein DONALD TRUMP - JEFFREY EPSTEIN Trump, Melania, Epstein e Maxwelldonald trump e jill harthjeffrey epstein donald trumpCelina Midelfart, Donald Trump e Ivanka Trumpdonald melania trump principe andrea ghislaine maxwell jeffrey epstein

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