“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
BERLUSCONI PER RACCONTARE IN TV IL CASO RUBY
Anticipazione dell'articolo di Arianna Giunti per http://espresso.repubblica.it/
Ruby Rubacuori e Caterina Pasquino
Il caso Ruby? «È stata un’enorme, colossale trappola. Quella trappola aveva un unico obiettivo: rendere ricattabile Silvio Berlusconi e usarlo come una banca». Mentre si sta per chiudere l'inchiesta sul Ruby-Ter “l'Espresso” rivela l'apertura di una nuova indagine scaturita dalle dichiarazioni di Caterina Pasquino, ballerina ed ex coinquilina di Ruby.
È stata la Pasquino con la sua telefonata al 113, a far finire in Questura l’allora minorenne Karima El Mahroug dando inizio all’intera vicenda giudiziaria. Ora la Pasquino ha denunciato alla polizia di essere stata minacciata, intimidita e infine picchiata a sangue: «Un pestaggio eseguito da manovalanza criminale ma commissionato da qualcuno che aveva uno scopo ben preciso: punirmi per aver tentato di parlare con i magistrati».
Caterina Pasquino mostra la denuncia contro Ruby
Sul caso indaga il pm Cristian Barilli che ha messo sotto inchiesta un giovane nigeriano per stalking, perché dal suo cellulare sarebbero partite le telefonate di minaccia. Ma sul tavolo del pubblico ministero milanese è arrivata anche la testimonianza di un giovane imprenditore che fino a qualche tempo fa ha vissuto a stretto contatto con l’entourage di Lele Mora: «Fu Lele a chiedermi se conoscevo “omoni”, meglio se di colore, per farla pagare a una persona. Mi disse che doveva fare un favore a Ruby. Io non lo aiutai, ma più avanti mi confidò di aver fatto aggredire la Pasquino. Mi disse che giustizia era stata fatta».
La testimonianza è ricca di dettagli. Sarà la Procura, però, a stabilire il grado di attendibilità di queste parole. La Pasquino ritiene che le ritorsioni siano legate proprio ai nuovi retroscena sul caso Ruby che ha descritto ai magistrati.
MINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA
E spiega a “l'Espresso”: «Quando Karima fece sparire da casa mia 3 mila euro io telefonai a Lele Mora, che sapevo essere per lei una sorta di “padre”, e gli chiesi cosa dovevo fare, sperando che lui si offrisse di risarcirmi, invece lui mi rispose: io non la conosco, denunciala. Io allora non potevo saperlo, ma niente di quello che successe quel 27 maggio 2010 fu casuale», prosegue la ragazza: «Lele voleva che Ruby finisse in Questura e che si concretizzasse il rischio di uno scandalo. Evidentemente, fra Ruby e Lele c’era un accordo per spartirsi la generosa ricompensa che Ruby sarebbe riuscita a ottenere da Berlusconi in cambio del silenzio».
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