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MELONI TACE SULLA SANTANCHÈ E TAJANI NE APPROFITTA PER RIFILARLE UNA BORDATA – QUEL MERLUZZONE DEL LEADER AZZURRO COMMENTA IL RINVIO A GIUDIZIO DELLA MINISTRA DI FDI: “DA FORZA ITALIA NON C'È ALCUNA RICHIESTA DI LASCIARE. IO SONO GARANTISTA PER TUTTI. CREDO CHE UN CITTADINO DEBBA ESSERE DEFINITO COLPEVOLE SOLO QUANDO UNA SENTENZA È PASSATA IN GIUDICATO” – UNA DICHIARAZIONE CHE STRIDE RISPETTO AL SILENZIO ASSOLUTO SUL CASO IN FRATELLI D’ITALIA, IMPOSTO DA MELONI E FAZZOLARI…

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antonio tajani giorgia meloni

++ TAJANI, SANTANCHÈ? DA FI NON C'È RICHIESTA DI LASCIARE

(ANSA) - "Io sono garantista per tutti. Credo che un cittadino, qualsiasi esso sia, debba essere definito colpevole solo quando una sentenza è passata in giudicato. Per quel che concerne FI, non c'è alcun problema nei confronti del ministro Santanchè. Non c'è alcuna richiesta di lasciare". Lo ha detto il ministro degli esteri e leader di FI Antonio Tajani, a Berlino, parlando a margine della riunione del Ppe con la stampa italiana.

 

IL «VEDIAMO» DI MELONI E IL GELO FDI ORA LA MINISTRA È APPESA AD UN FILO

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “Il Messaggero”

 

GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHE

Neanche una riga. Silenzio. La difesa d'ufficio di Fratelli d'Italia per Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio, semplicemente non c'è. Ora la ministra del Turismo è in bilico.

Il suo destino al governo appeso al verdetto di Giorgia Meloni, la vera Cassazione in questa tortuosa vicenda giudiziaria. Le dimissioni non sono affatto un tabù.

 

Anche se la premier non ha deciso e prende ancora tempo. Convinta che vi sia una differenza sostanziale tra questo processo e quello in cui rischia di incorrere Santanchè a inizio marzo, per truffa ai danni dello Stato. Un'imputazione che, se confermata, non potrebbe non avere immediate conseguenze politiche.

È stata comunque una giornata di passione per il governo. È il primo pomeriggio quando i telefoni di via della Scrofa iniziano a squillare. Che fare? Il rullo di agenzie batte senza sosta le stoccate delle opposizioni. Conte, Schlein, serrano tutti i ranghi dietro il grido: «Dimissioni subito».

 

giorgia meloni e giovanbattista fazzolari

Uno ad uno, gli alleati del centrodestra escono a difendere la collega sulla graticola, come possono. Salvini, Tajani, Lupi chiamano in causa il garantismo, prendono tempo.

 

In Fratelli d'Italia, tranne qualche frase rubata dai cronisti, tutto tace. È la linea ufficiale concordata con Meloni e Giovanbattista Fazzolari, a capo della comunicazione del governo. Bisogna studiare le carte, è una vicenda complessa - suona così il jingle dei vertici di partito a confronto, d'intesa con la premier - capire bene la portata politica. Magari attendere le motivazioni del rinvio a giudizio.

 

giorgia meloni difende daniela santanche meme by edoardo baraldi

[…]  Dietro le quinte però il Santa-gate inizia a montare. Raccontano di un contatto telefonico fra la premier e la ministra nel mirino dei giudici. Meloni è combattuta. Rispondendo a una domanda di questo giornale in conferenza stampa di inizio anno, aveva lasciato aperta ogni ipotesi. Santanché deve dimettersi se rinviata a giudizio? «Vediamo», «aspettiamo la decisione della magistratura...». Pausa. «Ne parlerò con lei».

 

[…]

 

Nessun passo indietro invece in questo caso. Di ora in ora però le certezze di Santanché si sono fatte molto meno granitiche.

Complice il silenzio stampa dell'intero partito. Neanche una nota stringata. E l'indicazione dei vertici: chi vuole difenderla lo faccia pure ma a titolo personale. Ignazio La Russa, amico strettissimo, è tra i primi a esprimere solidarietà in privato, ma evita di esporsi in pubblico il presidente del Senato, ieri di ritorno da una visita in Tunisia. Si cammina su un filo. Se "Daniela" dovesse lasciare il ministero, in pole ci sarebbe il deputato Gianluca Caramanna, uomo forte di FdI sul Turismo, consigliere di Santanché al dicastero di Via di Villa Ada.

 

meloni tajani

Meloni non intende chiedere subito il passo indietro alla ministra. E più questa richiesta si è fatta assordante ieri dalle fila delle opposizioni, più la presidente del Consiglio, intenta a studiare le carte del processo con i suoi consiglieri, si è convinta a tenere la barra dritta, almeno per il momento.

 

Certo la leader di Fratelli d'Italia non sottovaluta il possibile effetto valanga del caso Santanchè. Altri due possibili processi che incombono, per truffa e per bancarotta. Settimane di can-can politico e mediatico dove può finire trascinato un ministero chiave del governo, peraltro nell'anno del Giubileo.

 

daniela santanche

Se una lezione è rimasta del caso Sangiuliano, la scorsa estate, è che aspettare troppo non paga, espone il fianco della maggioranza. Cosa succederebbe se la ministra di FdI restasse in sella oggi e finisse a processo tra un mese, peraltro accusata di truffa ai danni dello Stato per i fondi della cassa integrazione Covid della società Visibilia? […]