“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Alessandro Oppes per “la Repubblica”
Per i più giovani, ancora digiuni delle regole della guerriglia urbana, ci sono i canali Telegram del movimento a fornire tutte le informazioni utili: come vestirsi, come montare una barricata, come affrontare una carica della polizia.
In rete circolano i nomi di avvocati vicini alla causa, da contattare in caso di emergenza, quando ti caricano sul furgone per portarti in commissariato: si raccomanda di scrivere a penna il numero di cellulare sul palmo della mano o su un braccio, per averlo sempre a disposizione.
Sono sei giorni ormai che la protesta infiamma le piazze della Catalogna, ma si estende anche a Madrid e Valencia, Granada e Burgos, Toledo e Guadalajara. Nasce come reazione all'arresto del rapper Pablo Hasel, trasmesso in diretta dai tg delle 8 del mattino quando i Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana, hanno fatto irruzione al rettorato dell'università di Lleida dove si era barricato in attesa che andassero a "sequestrarlo".
Deve scontare - almeno - una condanna a nove mesi per "apologia del terrorismo e ingiurie alla corona", inflittagli per una serie di tweet in cui esalta le azioni del Grapo e per una canzone considerata insultante nei confronti del re emerito Juan Carlos. Ma in settimana è arrivata anche la conferma di un'altra condanna, questa volta a due anni, per minacce a un testimone in un processo.
manifestanti violenti in spagna
Pugno chiuso e sguardo di sfida, mentre lo portavano in cella Hasel ha gridato: «Morte allo Stato fascista». È stata la scintilla che ha scatenato una rabbia sopita a lungo. Hasel è il pretesto, ma dietro c'è un malessere che riunisce insieme parecchi elementi: dalla frustrazione per i lunghi mesi di lockdown con le pesanti conseguenze economiche e sociali al rifiuto crescente dell'istituzione monarchica (un sondaggio pubblicato nei mesi scorsi dice che, in caso di referendum, vincerebbe la repubblica), all'indignazione per la cosiddetta "ley mordaza", la legge bavaglio approvata all'epoca del governo Rajoy e che l'attuale esecutivo di sinistra Psoe-Podemos sta cercando di modificare.
MANIFESTANTI IN SPAGNA PER PABLO HASEL
In Catalogna, a questo si aggiunge la voglia di rivivere lo spirito dell'ottobre 2019, le violente proteste contro le condanne dei dirigenti politici regionali. Questa volta, niente estelades, le bandiere indipendentiste, e molta più rabbia contro la polizia.
Con i giovanissimi in prima fila - l'età media degli arrestati è tra i 16 e i 25 anni - e tutte le frange dell'estrema sinistra rappresentate in piazza. Gli studenti universitari che rivendicano libertà d'espressione, i giovani dei centri sociali che dicono basta agli sfratti e alla precarietà del lavoro, gli anarchici i più attivi a saccheggiare negozi e distruggere sportelli bancomat. "Siamo stanchi", c'è scritto sul cartello di un manifestante. Ma è una stanchezza che nessuno sa quali conseguenze possa portare.
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