COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI…
IL CATASTO ERA SOLO UN PRETESTO - IL CENTRODESTRA È PRONTO A DARE BATTAGLIA SUI PRESIDENTI DI COMMISSIONE. LEGA E FORZA ITALIA NON NE HANNO, PERCHÉ FURONO DISTRIBUITE NEL 2019 CON LA COALIZIONE GIALLOROSSA. E CONTESTANO LUIGI MARATTIN, PRESIDENTE DI QUELLA FINANZE CHE HA CONTESTATO LA POSIZIONE DEI DUE PARTITI SULLA RIFORMA DEL CATASTO…
Estratto dell'articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
Il prossimo terreno di scontro, nella maggioranza di Draghi, è costituito dalle presidenze di commissione.
Il centrodestra non ne ha, perché queste cariche sono state distribuite nel 2019, quando la coalizione di governo era quella giallorossa.
E ora Forza Italia le reclama: «Non è possibile che il nostro partito e la Lega non siano rappresentati: poniamo la questione al capo dell'esecutivo e ovviamente ai presidenti dei due rami del Parlamento», dice il capogruppo di Fi alla Camera, Paolo Barelli.
La scintilla è scoccata dopo il voto mozzafiato in commissione Finanze sulla riforma del catasto, che è passata per un solo voto e con la posizione contraria delle due forze del centrodestra di governo.
matteo salvini silvio berlusconi
Fi e Lega contestano la gestione del presidente della commissione Finanze, il renziano Luigi Marattin, e replicano agli attacchi da lui ricevuti dopo il voto: «Credo sia legittimo esprimere un parere discorde da quello del governo senza essere bollati come sovversivi o populisti. Senza Marattin e le sue prove muscolari - dice Barelli - avremmo trovato un accordo».
(...) Il clima non promette nulla di buono, per Draghi, anche perché nell'agenda parlamentare, nei prossimi giorni, arrivano altri provvedimenti divisivi. Sul decreto bollette, ad esempio, tiene gli occhi puntati la Lega, che guarda con sospetto alla possibilità di un «sabotaggio » grillino, attraverso interventi sulle norme che riguardano le trivellazioni e le centrali a carbone.
Non solo: minaccia di essere traumatico anche l'esame, in Senato, del testo sulla concorrenza, con le disposizioni sulle concessioni balneari (l'applicazione della direttiva Bolkestein) che vedono il centrodestra contrario, a difesa delle ragioni dei gestori. Draghi cerca la mediazione, sottolineando l'importanza che le riforme vadano avanti per l'attuazione del Pnrr. Ma non è piaciuto, a Lega e Fi, l'atteggiamento della sottosegretaria Maria Cecilia Guerra di Leu, che giovedì ha legato il sì alle norme sul catasto alla sopravvivenza del governo: «Non è con i ricatti della sinistra che si risolvono i problemi - dice ancora Barelli - A Draghi chiediamo di stare con i piedi piantati per terra e di non ascoltare solo le istanze del Pd: purtroppo il premier è consigliato da uno staff vicino a quel mondo lì...».
La guerra in Ucraina consiglierebbe toni bassi. Ma la prudenza non copre dubbi e rivendicazioni di partito, nella maggioranza variegata di Draghi che si tuffa in una settimana caldissima.
riforma del catasto 6
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