1. NON DITE A DE BENEDETTI CHE LA CONSORTE DEL FIGLIO MARCO, LA BOMBASTICA PRESENTATRICE DELLA “DOMENICA SPORTITA”, PAOLETTA FERRARI, È PRONTA, PIÙ SMALTATA DI UNA VASCA DA BAGNO, AD ASSUMERE LA CARICA DI ASSESSORE DELLA REGIONE LOMBARDIA CON DELEGHE ALLA CULTURA, ISTRUZIONE E RICERCA SCIENTIFICA - COME LA MINETTI, UN’ALTRA ABUSIVA DELLA POLITICA? EH NO: “SONO PORTAVOCE DELL’OSSERVATORIO BULLISMO E DOPING. SONO IMPEGNATA NEL SOCIALE” (TIÈ!)

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1. "CATERPILLAR" FERRARI LANCIATA VERSO IL PIRELLONE
Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"

Il titolo del convegno, un po' cubista, molto futurista, era lungimirante e contemporaneo: "La vera vittoria è il pareggio, c'è Alleanza tra le donne". L'aria del Parco dei Principi di Roma, lo stesso albergo del Convegno Pollio, il padre di tutte le successive strategie della tensione, anche a trent'anni dall'evento tradiva qualche angustia. Dietro al tavolo dei comizianti in quel 2004, Francesco Storace e Gianfranco Fini.

Sul palco Daniela Santanchè prodiga di targhe ricordo, Paola Ferrari, una delle beneficiarie del ninnolo in similoro con la fiamma tricolore e l'incendiario Ignazio La Russa affetto da compulsiva offerta di candidature ai bei nomi accorsi in prima fila. Una teoria di Corinne Clery ed Elisabette Gardini e Clarisse Burt che onorate dalla proposta: "Se volete lo facciamo" provocarono la ribellione della delegazione della Tuscia.

Anche i viterbesi, nel loro piccolo, si incazzarono. E abbandonarono Ferrari e i camerati in doppio petto alle loro spartizioni. Paola Ferrari, oggi come allora, più che spallucce, fece spalline. Indifferente ai malumori,come alle critiche.

Paola Caterpillar rumina chilometri dal lontano 1960. E se davvero Roberto Maroni farà della ex valletta della tv dei Paolini il suo nuovo assessore alla cultura in Regione, la nomina non rappresenterà null'altro che la sublimazione di un inseguimento.

Lei celia : "Ne stiamo discutendo, mi farebbe piacere, amo la mia Regione e mi sento pronta per dare un apporto, un servizio ai cittadini dopo tanti anni di servizio pubblico in Rai".

PAOLA F., la ragazza cresciuta mentre lo zoo di Bettino metteva davanti a un bicchiere di Amaro Ramazzotti l'intera Milano, si schermisce. Ma in realtà, nonostante i profondi malumori nel partito, Ferrari non pensa ad altro.

Donna ponte tra due emisferi uniti dalla lingua di sabbia del Twiga, Paola F. è sempre stata. Consorte del figlio dell'ingegnere, Marco De Benedetti. Sorella acquisita di Dani (Santanchè, a Forte dei Marmi se non hai un soprannome non sei). Amica di Massimo Moratti. Pilastro della destra che negli anni, dalle lobby di genere: "Branco rosa", alle cenette milanesi per omaggiare un Fini ancora ottimista al Gilly Cube: "Il fatto che ci siano più richieste che posti significa che siamo in buona salute", alle campagne pubblicitario-governative per la chiusura anticipata delle discoteche fianco a fianco a un professionista del settore, l'altro fratello delle notti africane di Malindi, Flavio Briatore, non hanno mai visto abdicare Paola, la bella Paola, alla propria testimonianza di politica, schieratissima, passione.

Se lo slogan intonato con il Meucci delle luci stroboscopiche era vagamente iettatorio: "Accorcia la notte, allunga la vita", è certo che per il futuro prossimo, Paola sceglierà qualcosa di più solare. L'inventiva non le manca. La costanza nemmeno. Fu la prima donna a dirigere la Domenica sportiva. La prima a condurre Costume e società. La primissima a catapultarsi senza incorrere nei tragici lapsus della collega Antonella Clerici: "Mi piace il cazzo" nell'umido mondo dominato da calciatori e palloni targato Novantesimo minuto. La prima. La prima. La prima.

Non piegata dagli insuccessi elettorali del 2008 (si presentò con la destra di Storace"), ancora in piedi, indifferente alle insinuazioni in bilico tra estetica ed estetisti, senza freni, su Twitter: "Io e la mia amica Tessie struccate foto con telefonino a Miami 2 mesi fa! Basta dire cavolate...". O anche: "Ecco com'ero a 20 anni. Dedicato a chi dice che sono rifatta". Cultura. Pensiero.

2- FERRARI: IO ASSESSORE? SONO LOMBARDA E CREDO NELLA MACROREGIONE
Fabio Poletti per "La Stampa"

Mica facile fare la nuova Giunta in Lombardia. Il governatore Roberto Maroni e il presidente del Pdl Silvio Berlusconi ci stanno provando con il bilancino da giorni, per scontentare nessuno. I posti sono quelli che sono. I candidati assessori molti di più. Tra i nomi in pole position c'è pure Paola Ferrari, la bionda conduttrice della Domenica Sportiva.

Signora Paola Ferrari niente fumata bianca...
«Diamoci del tu che siamo colleghi... Diciamo che qualche interessamento concreto c'è e lo stiamo vagliando da entrambe le parti. Sono molto orgogliosa che abbiano pensato a me, una donna emancipata ma anche una mamma. Proprio oggi ho incontrato il presidente del Coni Giovanni Malagò come portavoce dell'Osservatorio bullismo e doping. Sono impegnata nel sociale, la poltrona non mi interessa, non sono nemmeno una politica di professione».

Veramente nel 2010 ti sei candidata alla Camera nel Lazio per La Destra di Francesco Storace e Daniela Santanchè, ora si dice sia la tua sponsor...
«L'ho fatto solo quella volta per essere vicina a Daniela un'amica e una persona che stimo. Volevo solo farle sentire il mio appoggio. Tanto sapevo che non mi avrebbero eletto. E poi io non sono una che cerca con questi mezzi di avere dell'esposizione personale. Dopo trent'anni di televisione non ne ho proprio bisogno».

Come deleghe, in Lombardia si parla di cultura, istruzione, ricerca scientifica...
«Non sono quelle. Altre deleghe le stiamo valutando ma preferisco non dirlo. Sono allo stesso tempo stressata e molto tranquilla. Quello che mi interessa è vedere se si può fare qualcosa per i cittadini lombardi. Del resto io sono una donna di comunicazione».

I grandi temi della campagna elettorale di Roberto Maroni sono stati la Macroregione del Nord e il 75% delle tasse da lasciare qui. Condividi?
«La campagna elettorale l'ho seguita da cittadino. Quelle cose le condivido da lombarda. Da figlia di lombardi dei due laghi, il Maggiore e di Como».

Però tra i lombardi del Pdl e soprattutto della Lega c'è qualche malumore. Sentito?
«Io sono abituata alle critiche. Le critiche le ho sempre accettate nel mio lavoro. La critica è il sale delle discussioni. E so perfettamente che ho solo da imparare, io sono una che va, guarda e soprattutto ascolta».

A proposito: hai sentito recentemente Berlusconi?
«Silvio Berlusconi lo conosco da trent'anni. Non te lo dico».

 

PAOLA FERRARI paola ferrari foto mezzelani gmt paola ferrari foto mezzelani gmt