BANANA(D)RAMA – IL CAV TEME NUOVE INCHIESTE (“SENZA IMMUNITÀ I PM SI SCATENERANNO”) E TIENE A BAGNOMARIA LETTA (FINO A SETTEMBRE) – SBARCA LA MARINA?

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Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

È il nuovo incubo di Arcore, quel voto. La giunta rinvia a settembre il sì alla decadenza del senatore Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva, ma l'espulsione dai ranghi del Parlamento è lo spettro che attanaglia in queste ore il leader Pdl. «Se passa la decadenza allora sì, non esiste più la maggioranza, non ha senso tenere in vita il governo e andiamo dritti al voto» è il monito ripetuto ai pochi dirigenti che sono riusciti a contattarlo a Villa San Martino.

Il Cavaliere si è rifugiato nella residenza in Brianza da dove non intende muoversi, umore nero, raccontano, Marina sempre al suo fianco. La fobia si chiama arresto, per nulla legata all'esecuzione della condanna per i diritti Mediaset (l'anno di pena andrà scontato ai domiciliari o ai servizi sociali, ormai escluso il carcere) ma a ben altro. «Vedrete come si scateneranno le procure nel momento in cui dovesse cadere l'immunità parlamentare» è lo sfogo ultimo.

Ci sono alcuni procedimenti giudiziari in corso che, più di altri, sono stati cerchiati in rosso dagli avvocati. E così, più che i destini del governo, sono quelli personali a stare in cima ai suoi pensieri e a quelli dei dirigenti e dei familiari, in questa sorta di vicolo cieco in cui non si scorge via d'uscita. Se non un'improbabile scialuppa di salvataggio che tuttavia il Quirinale sembra aver già escluso.

Ecco perché l'opzione elettorale resta congelata ma non del tutto accantonata. E resta una voce che si è diffusa ieri pomeriggio in Transatlantico tra i berlusconiani, al momento priva di riscontro, quella che vorrebbe la figlia Marina in procinto di sciogliere la riserva da qui a breve. Nuove iniziative pubbliche anche in agosto, perfino in località turistiche, restano in cantiere per tenere alta l'attenzione sulla «persecuzione giudiziaria» del leader. Col week end del 23-24 agosto segnato al momento in calendario senza ulteriori dettagli.

Le uscite di Epifani con l'intervista al Corriere e di Renzi in serata non hanno stupito più di tanto il Cavaliere, spiega chi gli ha parlato. «Ve lo avevo detto che dopo la condanna sarebbero stati i loro nervi a saltare, vedrete che faranno fatica a tenere in piedi il governo Letta, dobbiamo tenerci pronti», l'avvertimento al quartier generale.

Con un occhio alla decisiva direzione Pd di questa sera. Per il momento, l'ordine di scuderia è tenere fede agli impegni e votare a tappeto tutti i provvedimenti in aula, come i parlamentari Pdl hanno fatto ieri e faranno oggi e domani, prima della pausa estiva. «Il problema è che in questo momento gli uni e gli altri stanno parlando al loro elettorato» spiega il ministro Maurizio Lupi in una pausa dei lavori in Transatlantico, «certo l'Epifani di queste ore non aiuta».

La tensione resta alta. Da via dell'Umiltà l'ordine di partito è sparare a zero contro il segretario Pd. Ma poi tutti a votare lealmente in aula. Dopo aver parlato col capo, non a caso il capogruppo al Senato Renato Schifani fa sapere che «il Pdl non abboccherà alle provocazioni, se Epifani non ha il coraggio di staccare la spina, sappia che non ci farà saltare i nervi».

Restare fermi e saldamente ancorati al governo in carica è la strategia che Berlusconi ritiene più conveniente, per ora. È la stessa linea dettata al telefono da Berlusconi in persona a Paolo Romani, martedì a tarda sera, poco prima che il senatore andasse in onda a Lineanotte Tg3. La novità ultima è l'adesione e il sostegno ai referendum radicali sulla giustizia, con l'annuncio dato ieri però da un Denis Verdini sempre più alla guida del partito. Inabissatosi ormai - fanno notare alcuni dirigenti - il segretario Angelino Alfano.

 

MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE berlusconi e pascalepascale e marina francesca pascale e marina berlusconijfl 10 gugl epifaniPAOLO ROMANI