PALUDE ITALIA: LARGHE INTESE O LUNGHI RINVII? – LA CAMERA CHIUDE PER FERIE E LA LEGGE SUL FINANZIAMENTO AI PARTITI VIENE RIMANDATA A SETTEMBRE

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Silvio Buzzanca per "la Repubblica"

Il portone di Montecitorio chiuderà per ferie sabato prossimo e i deputati, esausti dal tour de force finale, sciameranno verso mari e monti. Ma dentro al palazzo, come anime in pena, resteranno a vagare alcune leggi che dovevano essere approvate prima della pausa estiva: l'omofobia, il nuovo finanziamento pubblico ai partiti, la diffamazione. E a Palazzo Madama si aggirerà senza pace la nuova norma sul voto di scambio. Norma che ad un certo sembrava aveva imboccato l'autostrada della sede legislativa. E invece è rimasta al palo.

L'ingorgo era veramente difficile da gestire e la conferenza dei capigruppo della Camera ha allora rimandato tutto al mese di settembre. Causa mancato concerto fra Camera e Senato, slittano anche le nomine dei componenti dei consigli di presidenza della Giustizia amministrativa, della Corte dei conti e della Giustizia tributaria. Così i deputati torneranno a lavorare in commissione il 28 agosto, mentre l'aula di Montecitorio riaprirà il 4 settembre. Con il calendario già pieno: fino al 9 all'ordine del giorno c'è un pezzo importante del programma del governo: il progetto di legge costituzionale che deve dare vita al comitato dei 42 che deve riformare la Costituzione.

I provvedimenti "saltati" in questi giorni scivolano dietro. Il 10 settembre dovrebbe tornare in aula il progetto sul finanziamento ai partiti. Ma toccherà alla conferenza dei capigruppo, convocata per il 5 settembre, confermare questa data e stabilire il nuovo programma dei lavori. Il Senato, invece riprenderà a lavorare il 6 settembre. Con il calendario che sarà condizionato dall'esame delle vicende del Cavaliere relative a decadenza , ineleggibilità e incandidabilità. Oggi, per esempio, Palazzo Madama sarà chiamato a votare sulla richiesta grillina di urgenza per un disegno di legge proprio su questi temi.

Sui programmi pesano, evidentemente, gli sviluppi della situazione politica, gli umori e i calcoli di Berlusconi. Che gli "esperti" danno ora collaborativo con il governo, ora pronto a "battere" le spiagge italiane per dare il via ad una inusuale campagna elettorale balneare. E comunque in questo clima i calendari preparati contano veramente poco. Perché, per esempio, quello stilato dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio il 31 luglio prevede il sì a tutti i provvedimenti che, alla prova dei fatti, sono invece slittati.

Il flop della programmazione, naturalmente divide i gruppi della Camera e alimenta polemiche a non finire. Riccardo Nuti, capogruppo dei grillini, durante la capigruppo, ha chiesto che sul finanziamento ai partiti si decidesse per la la seduta fiume a partire da venerdì, Ma la proposta è stata respinta. Così Luigi di Maio, vicepresidente della Camera, può commentare: «Questa maggioranza è la "scuola politica del rinvio". Come fregare i cittadini con annunci e proclami».

E il deputato Riccardo Fraccaro insinua: «Il rinvio a settembre serve solo per trovare il modo di depenalizzare il finanziamento illecito». Ma sul piede di guerra c'è anche Matteo Renzi. «Oggi hanno rinviato la discussione sul testo sul finanziamento ai partiti. Penso che per il Pd sia stato un clamoroso autogol», dice il sindaco di Firenze. Alle critiche risponde Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali. A Renzi assicura che il testo si discuterà il 10 settembre. E ai grillini replica che, «il Pd non darà mai il proprio voto favorevole a ipotesi di depenalizzazione di illeciti finanziamenti né consideriamo possibile non prevedere un tetto alle erogazioni liberali».

 

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