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Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
«Siamo diventati qualcosa di più di un think tank. Abbiamo sedi regionali e stiamo selezionando una nuova classe dirigente. Non sono cose che fa una semplice associazione». Luca di Montezemolo non nasconde più la sua creatura dietro lo schermo di un club per l´eccellenza italiana. Sa che è arrivato il momento di fare un passo avanti. Non un partito ancora, non una lista civica, non l´annuncio di un impegno diretto in politica. Però bisogna svelarsi perché stringe il tempo verso il 2013.
«C´è un mondo che può essere recuperato. Non penso alle forze politiche, penso all´elettorato. A quello del centrodestra». à un´Opa ostile sul Pdl? à il disegno di una futura alleanza elettorale con Berlusconi? La risposta non è certa. Lo è invece la voglia di mandare segnali molto più tangibili al popolo che fu berlusconiano. Italia Futura sta per lanciare un appello ad altre associazioni civiche, culturali, politiche per dare vita a un manifesto liberale. Anzi, "liberale, democratico e per la crescita". E prepara un atto fondativo.
A luglio Montezemolo e la sua associazione chiameranno a raccolta (probabilmente a Roma) tanti piccoli e grandi gruppi di persone della società civile che si impegnano sul territorio in varie forme. Non sarà solo un convegno spot, un pomeriggio e via. Per la prima volta il presidente della Ferrari si cimenta con il modello "congresso di partito" o convention. Un appuntamento che avrà una durata di due giorni, molto più impegnativo e significativo. Una prova generale. Di forza, di programmi, di volti nuovi.
Se Berlusconi sogna una federazione con Casini e con Italia Futura e lo dice in pubblico, gli step di Montezemolo rispettano una gradualità che mira all´esplosione nelle urne del 2013. Nessuna fuga in avanti. Ufficialmente l´unico contatto con il Cavaliere rimane il pranzo di inizio aprile. L´associazione smentisce altri incontri con emissari del Pdl. Ma nel centrodestra l´operazione appare quasi ineluttabile, scontata. «Le notizie di queste ore non sono bufale. Montezemolo però aspetta di essere chiamato, non si sbilancerà subito», dice il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello.
Nella sede nazionale di Italia Futura le riunioni sono continue. Sempre presenti Andrea Romano e Carlo Calenda, animatori del cantiere che dalla sua genesi guardava al "dopo-Berlusconi". Quel dopo sembra giunto. Il senatore Nicola Rossi si occupa del progetto economico e di portare in Parlamento le iniziative dell´associazione: una proposta di legge sul finanziamento dei partiti, un´altra sulle dismissioni. Gli amici imprenditori come Diego Della Valle verificano consensi e possibilità sul fronte delle imprese.
Sul sito campeggia da alcuni giorni il programma di Italia Futura. Cantiere 2013, un fronte per la crescita, è il titolo. Un testo snello che presenta alcune differenze ma anche tante similitudini con la prima sfida lanciata da Forza Italia nel â94. I pilastri sono quelli: Stato meno invadente, riduzione della pressione fiscale. «La rivoluzione liberale che Silvio ha sempre promesso e non ha mai fatto». Eppoi sviluppo, sviluppo, sviluppo.
Da contrapporre al rigore obbligato ma sofferto del governo Monti. «Lavoriamo sui contenuti, i contenitori verranno». Ma puntando sull´elettorato in rotta di Pdl e Lega, la lista civica nazionale appare un perimetro angusto, insufficiente. Ci vuole una forza politica, ci vuole un´alleanza. Montezemolo la farà con chi sta nel centrodestra, con «il mondo moderato».
Non con il Pd «che ha legittimamente scelto un´altra strada, altri punti di riferimento». Tantomeno con il Terzo polo, oggi disciolto, abbandonato da Casini e in attesa che qualcuno accorra a salvarlo. «Ma le geometrie della politica mi interessano pochissimo», dice Montezemolo. Per il quale oggi è molto più importante la rete delle associazioni, ossia la novità . E in fondo al percorso gli elettori dell´Italia moderata.
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