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        “OGGI L’ERA DEL CAPITALISMO SELVAGGIO HA RIMESSO IN DISCUSSIONE L’IDEA DELL’UGUAGLIANZA TRA GLI UOMINI” - ALDO CAZZULLO BACCHETTA CARLOS TAVARES E I SUOI MAXI STIPENDI: “GIÀ È DISCUTIBILE CHE UN MANAGER GUADAGNI UN MILIONE DI VOLTE PIÙ DI UN SUO OPERAIO. MA È SCANDALOSO CHE LO FACCIA UN MANAGER CHE HA LAVORATO MALE, CHE HA PROVOCATO PERDITE AI SUOI AZIONISTI, CHE È STATO CACCIATO. QUI NON SI PAGA IL MERITO; SI PAGA LO STATUS. NON SI RICONOSCONO I RISULTATI; SI RICONOSCE IL PRIVILEGIO, COME AI TEMPI DELL’ANCIEN RÉGIME” - L’AFFONDO CONTRO SAN MARINO E IL MECCANISMO PERVERSO “PIÙ SI È RICCHI, MENO SI VIENE TASSATI”
Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
Caro Aldo, qualunque sia la genesi del contratto con cui Stellantis riconosce, a quanto pare, 100 milioni di euro come liquidazione per la risoluzione del rapporto col Ceo Tavares, lo trovo fuori da ogni logica, visto anche i risultati conseguiti.
Cosa ne pensa lei?
Vanni Zelada - Veneto
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Vanni, quando i musulmani arrivarono in India e in Indonesia, gli esponenti delle caste dominanti rimasero sbalorditi da quella novità per loro inaccettabile: per l’Islam, tutti gli uomini erano uguali davanti a Dio. Certo, c’erano i ricchi e i poveri, i potenti e quelli che non contavano nulla; ma tutti avevano pari dignità. Ancora oggi, provate a dire a un bramino che è uguale a un paria: non vi capirà.
L’idea che gli uomini nascano liberi e uguali si affaccia nella storia con la Glorious Revolution britannica, si afferma con la rivoluzione americana e la rivoluzione francese. In Italia ha messo radici di recente.
Non solo il fascismo, oggi rimpiantissimo, si basava sulla disuguaglianza tra gli esseri umani; un generale aristocratico della prima guerra mondiale non era neppure sfiorato dall’idea che le vite dei nostri nonni, fanti contadini spesso analfabeti, valessero quanto la sua.
Poi c’è stata la Resistenza, il referendum del 2 giugno, la Costituzione repubblicana.
Oggi l’era del capitalismo selvaggio ha rimesso in discussione l’idea dell’uguaglianza tra gli uomini. Già è discutibile che un manager guadagni un milione di volte più di un suo operaio. Ma è scandaloso che lo faccia un manager che ha lavorato male, che ha provocato — dopo iniziali guadagni — perdite ai suoi azionisti, che è stato cacciato.
Qui non si paga il merito; si paga lo status. Non si riconoscono i risultati; si riconosce il privilegio, come ai tempi dell’Ancien Régime. E ovviamente più si è ricchi, meno si viene tassati. San Marino, che sta cercando di portare via all’Italia un po’ di pensionati benestanti, l’ha messo per iscritto: chi incassa tra i 50 e i 100 mila euro (ma in futuro la soglia minima verrà alzata a 120 mila) paga il 6%; al di sopra si paga soltanto il 3. Più guadagni, meno paghi. Qualcuno direbbe: il mondo al contrario.
 
						
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