IL CELESTE È NERO - FORMIGONI FURIOSO CON CHI LO METTE IN MEZZO SUGLI APPALTI TRUCCATI (225 MILIONI) DELLA LOMBARDIA: “IO VENGO MASSACRATO, A RENZI CHE GLI PAGANO CASA, LO SANTIFICANO”

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Fabio Poletti per "La Stampa"


Il Celeste è Nero. Nerissimo Roberto Formigoni nel vedersi infilato, formalmente non è nemmeno indagato, in questa inchiesta su Infrastrutture Lombarde che sta rivoltando come un calzino appalti e affari della Regione che ha guidato dal 1995 al 2013. Visto che roba, senatore Roberto Formigoni... Spuntano appalti truccati per 225 milioni... Non c'è opera che non sia sotto la lente di ingrandimento della Procura...
«Mi faccia dire subito che Infrastrutture Lombardia è stata assolutamente innovativa e ha fatto lavori per 18 miliardi. Ha permesso alla Regione di colmare un gap su strade, autostrade e altre infrastrutture che aveva non solo con la Baviera ma pure con il Sud, dimezzando tempi di costruzione e costi. Vedremo se c'è stata qualche irregolarità. L'ingegner Antonio Rognoni era in quel posto uomo di grandi competenze».

Si capisce. Era uomo suo.
«Non rinnego il rapporto di fiducia ma, tanto per capirci, non era nè un ciellino nè un formigoniano. Non lo conoscevo. Venne scelto dopo una ricerca dai miei collaboratori sulla base delle competenze. E non è mai stato contestato per le sue capacità».

Fatto sta che si è dimesso da quell'incarico e oggi si capisce perchè.
«Io non lo vedo da 18 mesi. Ma non credo che si sia dimesso per questo».

Al momento in questa indagine lei non è indagato...
«"Al momento" è una frase che le ricaccio in gola con un pugno...».

Però il gip Andrea Ghinetti scrive che "i vertici della Regione Lombardia erano consapevoli delle illegalità"...
«Ho letto le carte. Il giudice ce l'ha con l'Avvocatura regionale. Ad Antonio Rognoni non viene contestato un centesimo. Non ci sono accuse di corruzione, concussione o infiltrazioni mafiose. Si parla solo di un accrescimento del suo prestigio. In Italia si mette in croce chi fa bene».

C'è di mezzo pure l'ex vicecomandante dei Ros Giuseppe De Donno, controllore che non controllava...
«Stiamo parlando del più stretto collaboratore del generale Mori. Trovarlo qui gioca a sfavore di tutta l'indagine».

Però il suo nome gli arrestati lo facevano. C'è una telefonata agli atti. C'è la preoccupazione di «non far fare brutta figura a Formigoni...».
«La telefonata manifesta solo la mia preoccupazione perchè una gara era stata fatta con un ribasso abnorme. Il linguaggio dei miei collaboratori apparirà improprio ma non si possono fare letture perverse di quella vicenda».

Capirà che non tutti possano condividere la sua lettura difensiva.
«La mia lettura è di attacco di fronte a certe accuse, non di difesa».

Lei è stato Governatore per 18 anni. Non c'è stata inchiesta che non l'abbia coinvolta direttamente o indirettamente. Normale avere dubbi, no?
«Io sono stato vittima di un accanimento che non ha precedenti. Ho avuto addosso i riflettori della procura giorno e notte. Sono stato assolto 11 volte e mai condannato. E la vicenda Maugeri per cui è stato chiesto il mio rinvio a giudizio finirà allo stesso modo. Contro di me non hanno trovato nemmeno un granello di sabbia. Sono puro come acqua di fonte».

Magari qualche vacanza ai Caraibi se la poteva risparmiare. Giusto?
«Ho fatto due vacanze ai Caraibi in epoca pre-crisi. Ho accettato due inviti in barca da amici d'infanzia. Magari oggi andrei a Bormio o Livigno come ho sempre fatto. Ma di cosa stiamo parlando...? A differenza di quello che sta venendo fuori su Marco Carrai e Matteo Renzi io non ho ricevuto alcun beneficio... Non ho avuto una casa a disposizione per tre anni. Ma io vengo massacrato e Renzi santificato. Lo dico perchè sono arciconvinto che non c'è niente su Renzi. Certi commentatori, anche sul suo giornale, dovrebbero ricacciarsi in gola da soli certe accuse».

Manca solo un anno a Expo 2015 e questa inchiesta è all'inizio. Più di uno - dal suo successore Roberto Maroni, al sindaco Giuliano Pisapia all'ad Giuseppe Sala - sono preoccupati.
«Condivido la preoccupazione sui ritardi. Ma ripeto che l'ingegner Rognoni anche quando si era dimesso dall'incarico, da esperto qual era andava tutti i giorni a dare consigli utili. Quando era alla guida di Infrastrutture era un modello di efficienza, ha fatto risparmiare soldi ai cittadini. Come si fa adesso a credere ai giudici?».

 

 

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