DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Amedeo La Mattina per la Stampa
Forse torneranno a rivedersi stamane, prima di salire al Quirinale per le consultazioni. I leghisti però fanno sapere che potrebbero non presentarsi: vogliono prendersi una notte di riflessione. L' accordo al vertice di Palazzo Grazioli non è stato trovato e Berlusconi non cambia la sua posizione: nessun appoggio esterno a un governo Lega-M5S. Salvini invece sollecita questo appoggio esterno per dare vita a un esecutivo politico.
«Qualora ciò non fosse possibile - spiega il leader del Carroccio - allora meglio andare a votare. Si sta ragionando sulla migliore soluzione possibile. Noi mettiamo sempre avanti gli interessi generali del Paese a quelli personali e dei singoli partiti. O si fa un governo che possa fare le cose che servono - ha aggiunto dopo il vertice - o meglio le elezioni».
Rimangono le distanze e non è chiaro con quale posizione il centrodestra salirà al Colle. La tensione era già evidente quando ieri sera Berlusconi era arrivato a Roma in aereo con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti con un carico di tensione che non lasciava presagire nulla di buono. Era contrariato, nervoso. Ha rinviato tutto al vertice del centrodestra che si sarebbe riunito dopo mezz' ora, ma aveva già capito l' aria che tirava.
Il leader della Lega gli aveva spiegato che non avrebbe mai sostenuto un governo del Presidente: se Forza Italia alle consultazioni al Quirinale di stamane arrivasse con un' altra posizione, allora il Carroccio sarebbe stato pronto a un accordo di governo con Di Maio. Anche senza un appoggio esterno degli azzurri. Perché è questo il punto di caduta al quale Matteo vuole portare Silvio, appunto, l' appoggio esterno o un' astensione, insomma qualcosa che consenta a un governo politico di partire. Magari stabilendo una durata massima, dicembre.
Al vertice l' ex premier ha giurato che non avrebbe mai fatto un accordo con il Pd, così come non è disposto a sostenere un governo del presidente. Ma quale sia allora la proposta di Fi, Salvini e Giorgetti non l' hanno capita. Giorgia Meloni, che ha partecipato all' incontro insieme a La Russa, rimane invece sulla posizione di sempre: provare a trovare i voti in Parlamento, ma sembra una proposta fuori tempo massimo. Anche perchè Mattarella non darebbe incarichi al buio.
salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa
È stata cena animata, indigesta, con la coalizione sull' orlo della frattura. L' ex premier, che accanto aveva Antonio Tajani, non si fida delle rassicurazioni di Salvini sulla possibilità di soluzioni di governo con M5S che non siano ostili a Forza Italia e agli interessi Mediaset. Berlusconi ha messo in guardia sulle ripercussioni economiche del nostro Paese se venisse dato il via libera a un esecutivo con M5S, grillini inaffidabili. Si pone il problema di cosa significherebbe dire un no al Capo dello Stato di fronte a un nome e a un' ipotesi di governo del Presidente.
Secondo l' ex Cavaliere avremmo gli occhi di tutta l' Europa addosso, potrebbe ripartire la speculazione finanziaria. Meglio sarebbe valutare la proposta di Mattarella, dicendo però che deve trattarsi di un governo a tempo.
luigi di maio berlusconi salvini meloni
È proprio su questo che Salvini non è d' accordo, perché ogni nome che verrà dal Quirinale avrà comunque un profilo tecnico: il possibile premier del presidente non farebbe quelle cose che la Lega e M5S voglio fare. E poi sarebbe difficile, una volta insediato, schiodarlo da Palazzo Chigi. Insomma, il capo della Lega sente puzza di trappolone. Ai suoi prima di entrare a Palazzo Grazioli ha detto che terrà duro: continuerà chiedere a Berlusconi l' appoggio esterno.
Di fonte a no dall' ex Cavaliere, ognuno per la sua strada. Fonti di Fi invece negano che, durante la cena, sia stata questa la posizione dura e pura del leghista. E che ci sono state altre ipotesi di compromesso, ma gli stessi azzurri non sapevano indicare una soluzione.
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