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Estratto di un articolo di Mario Platero per “la Repubblica”
ULTIMO LIBRO DI Michael Wolff SU DONALD TRUMP
Cominciamo dal titolo del libro: Landslide, "valanga", il termine che in una elezione americana definisce la vittoria assoluta per un candidato. Con Landslide, Michael Wolff, giunto alla sua terza opera sulla presidenza Trump in tre anni, racconta dietro le quinte la campagna del 2020 e le trame di un presidente preso da un'unica ossessione, vincere ad ogni costo. Al punto che, nel celebre comizio del 6 gennaio, dice: «Abbiamo vinto. Abbiamo vinto a valanga (landslide). Questa è stata una landslide».
Il titolo del libro, dunque, riassume in una parola la visione distorta, folle che solo Trump poteva avere di quelle elezioni e della realtà, visto che tutti, a partire dal vicepresidente Pence, avevano accettato la sconfitta. Detto questo, il 67% degli iscritti al partito repubblicano continua a credere al furto elettorale e che Trump abbia appunto vinto a "valanga".
Con un problema evidente per il futuro del Paese: oltre a Trump, buona parte della popolazione è pronta a negare l'evidenza. Wolff racconta con ritmo da thriller atmosfere e dettagli inediti, affermazioni, aspirazioni, bugie, minacce, miraggi, fantasie del presidente sconfitto.
Cita conversazioni off the record - stile Bob Woodward - con decine di persone dell'entourage più intimo, Trump incluso! Wolff è infatti invitato a Mar-a-Lago dove in una giornata rafforza la conclusione principale del suo libro: Trump è pazzo.
Partendo da questa considerazione, Wolff ci dà una radiografia originale, diversa da molte interpretazioni che abbiamo ascoltato finora: non c'erano programmi, piani, complotti nell'ostinata proclamazione di vittoria o nella presa del Campidoglio. C'erano soltanto la frenetica descrizione di un'invenzione e un guitto in azione. Cosa che, mi dice Wolff, porrà «molti problemi "bipartisan" se Trump si ricandiderà alla Casa Bianca del 2024».
Qual è un esempio della follia di Trump?
«A luglio 2020 lo scontro è ormai fra Trump e Biden. I sondaggi per la Casa Bianca non vanno bene e si decide di chiamare Karl Rove, vecchio saggio del partito. E Trump, invece di ascoltare, spiega che non attaccherà Sleepy Joe per non cadere in una trappola democratica. Loro vogliono che lui distrugga Biden per poterlo sostituire all'ultimo istante con Andrew Cuomo e Michelle Obama come vicepresidente.
Il burattinaio occulto è Barack Obama in persona. Rove è sconvolto, non credeva si potesse arrivare a tanta follia anche sul piano dei tecnicismi elettorali. Chiede da chi viene questa storia. E Trump risponde: da Sean Hannity (una star di Fox, maestro della manipolazione delle news). Ovviamente era tutto falso».
comizio di donald trump in ohio
Un altro?
«Chris Christie, l'ex governatore del New Jersey, arriva alla Casa Bianca e Trump gli dice che invocherà un'emergenza nazionale Covid per sospendere le elezioni. Christie gli dice che la cosa non è possibile. Ma Trump vive in un suo mondo. E se i fatti non corrispondono a come li vede lui, o li ignora o si infuria».
Ma ti ha invitato a Mar-a-Lago!
michael wolff assedio, fuoco su trump
«È la prova del nove: con il mio primo libro Fire and Fury mi attaccò con violenza: "porterò in tribunale il peggior giornalista del mondo". Poi, quando ha saputo che stavo preparando un nuovo libro non favorevole, mi chiama, invitandomi a passare un giorno con lui al suo club a vedere deputati e senatori che vengono a baciargli l'anello. La sera siamo a cena, con lui e Melania, noi tre al club, tavolo circondato da un cordone rosso. Una cosa surreale. Il suo bisogno di protagonismo supera qualunque inibizione».
Come hai trovato Trump?
«In ottima forma, dimagrito, aggressivo, sempre lui, sempre pronto a creare una realtà che non esiste. E ho pensato che gli ex presidenti hanno tutti un'aria esausta, depressa per aver perso il potere. Lui stava benissimo. Trump è unico: non ha bisogno della Casa Bianca per essere Trump. Il potere non gli interessa. Gli interessa essere al centro dell'attenzione, recitare, colpire l'immaginazione con qualcosa di assurdo».
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