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IL CENTRODESTRA SI E’INCARTATO SUL VENETO: IL NODO RESTA LA LISTA ZAIA, CHE LA MELONI NON VUOLE – IL GOVERNATORE USCENTE: “UNA LISTA CON IL MIO NOME PORTA VOTI. VINCERE BENE CONTA, MELONI LO SA” – SALVINI PROPONE DI AFFIANCARLA ALLE LISTE DEL CENTRODESTRA PER NON PERDEREE VOTI (NEL 2020, DA SOLA RACCOLSE IL 44,6%). PER LA DUCETTA IL PROBLEMA NON È TANTO LASCIARE AL CARROCCIO LA POLTRONA CHIAVE DI GOVERNATORE (IL NOME IN POLE È QUELLO DI ALBERTO STEFANI) QUANTO DEFINIRE IL PESO TRA FORZE DI MAGGIORANZA. A RALLENTARE ULTERIORMENTE LE TRATTATIVE, POI, C'È LA QUESTIONE DELLA DATA DEL VOTO E LA PARTITA SUL SINDACO DI VENEZIA…

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Francesco Moscatelli per “La Stampa” - Estratti

 

 

MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE

È quasi un gioco di specchi. Se Elly Schlein in vista delle Regionali deve gestire il peso specifico dei governatori uscenti in Puglia e in Campania, due territori dove sulla carta il centrosinistra parte in vantaggio, Giorgia Meloni ha lo stesso cruccio in Veneto. Qui, specularmente, il centrodestra considera la sfida contro l'ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo e il suo "campo largo" poco più che una formalità, ma deve fare i conti con un uscente ingombrante come il leghista Luca Zaia, il Doge, da anni in testa alle classifiche dei presidenti di Regione più apprezzati.

 

meme luca zaia giorgia meloni

I leader della maggioranza di governo si rivedranno la prossima settimana, ma è probabile che lo stallo su assetto della coalizione, candidato e spartizione degli assessorati possa prolungarsi. Lasciando aperta, almeno sulla carta, l'ipotesi di una clamorosa spaccatura con corsa solitaria della Lega (che in Veneto si chiama Liga) e ripercussioni fortissime anche a Roma.

 

Per Meloni il problema non sarebbe tanto lasciare alla Liga la poltrona chiave di palazzo Balbi - il nome in pole position è quello del segretario regionale e vice federale Alberto Stefani - quanto definire tutto ciò che ci sta intorno. Matteo Salvini, infatti, si siederà al tavolo con la proposta di affiancare alle liste del centrodestra anche la lista Zaia, volano di consensi nel 2020 (da sola raccolse il 44,6%), ma inevitabilmente anche "mangiatrice di voti" per i partiti della coalizione. «Una lista con il mio nome porta voti. Vincere bene conta, Meloni lo sa» ha detto il Doge nei giorni scorsi.

 

 

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luca zaia salvini

Fratelli d'Italia e Forza Italia, però, sono scettici. Perché se è vero che la legge elettorale veneta prevede un premio di maggioranza del 60% dei seggi per la coalizione che ottiene più del 40% dei voti, è altrettanto vero che in Consiglio ciò che conta davvero è il peso relativo tra forze di maggioranza. Per i meloniani, a conti fatti, conviene portare a casa un ampio pacchetto di consiglieri e alcuni assessorati chiave (Sanità, Bilancio, ecc. ) così da indirizzare le scelte politiche e far crescere la classe dirigente locale. Cosa accadrà?

 

Difficile fare pronostici perché di fronte a un niet sulla lista Zaia c'è chi è pronto a scommettere che Salvini potrebbe comunque rilanciare schierando il Doge come capolista della Liga in tutte le province.

 

Matteo Salvini e Luca Zaia

A rallentare ulteriormente le trattative, poi, c'è la questione della data del voto. Zaia ha tempo fino alla seconda metà di settembre per convocare i comizi elettorali e tutti sono convinti che aspetterà fino all'ultimo minuto utile, così da andare alle urne il 23 novembre. Il motivo ufficiale è che vuole portare a termine la sua attività istituzionale, ma è evidente che temporeggiare gli consentirà di valutare fino in fondo cosa fare "da grande".

 

La partita delle Regionali, infatti, è intrecciata a doppio filo anche con quella per il nuovo sindaco di Venezia, che verrà scelto nella primavera del 2026. Il capoluogo, politicamente parlando, è quasi un feudo del centrosinistra. Un'eventuale corsa del Doge riaprirebbe i giochi.

 

Difficile, però, che Meloni possa cedere sia su Venezia che sul Veneto. Anche perché la Serenissima potrebbe far gola anche al senatore di Fdi Raffaele Speranzon, veneziano doc e fedelissimo della premier.

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