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IL CERCHIO MAGICO DI “GIGGINO” – DA CARELLI A SPADAFORA, DA DE FALCO A SALZANO (AMBASCIATORE IN QATAR) – IL BLUFF DEI MINISTRI: DI MAIO ALLARGA LO SGUARDO AL PD E PUNTA SU BRAY, SETTIS E FABRIZIO BARCA – DI BATTISTA PREZZEMOLO PRIMA DI PARTIRE PER SAN FRANCISCO
Annalisa Cuzzocrea e Mauro Favale per la Repubblica
«Non so cosa abbiate intenzione di fare voi, ma io ho mezz' ora». Luigi Di Maio trascina a pranzo i collaboratori con cui si è dato appuntamento, nel quartier generale di via Piemonte, a Roma. L' epicentro di una nuova geografia del Movimento, sempre più a immagine del suo capo politico. C' è il neo eletto Stefano Buffagni, arrivato da Milano con la moglie e un bambino di pochi mesi che osserva tutti stupito dalla carrozzina blu.
Ci sono il capo della Comunicazione Rocco Casalino e il deputato Riccardo Fraccaro. Nel pomeriggio, arriveranno Alfonso Bonafede, "ministro ombra" alla Giustizia; il giornalista Emilio Carelli, ascoltatissimo consigliere ormai venuto allo scoperto; Vincenzo Spadafora, tornato nell' inner circle dopo aver stravinto nel collegio di Acerra; Davide Casaleggio, arrivato a Roma un giorno prima per la riunione con gli eletti. Poi Alessandro Di Battista: il frontman M5S ha in tasca un biglietto per San Francisco, ma ieri ha partecipato a tutte le riunioni operative.
Segue da vicino le strategie, con la fortuna di non doverle mettere in pratica. Il suo passo indietro in questa legislatura gli consente di tirarsi fuori dal "lavoro sporco" che Di Maio sarà costretto a fare nei prossimi giorni: il "guerriero", come lo chiama Beppe Grillo, più di tutti ha respinto le ipotesi di mediazioni e compromessi in questi anni. Potrà guardarle dal di fuori ma, nonostante questa ambiguità, continua a far sentire il suo sostegno al capo politico.
La sede del comitato elettorale sarà attiva ancora un mese. Poi, per la nuova Associazione M5S bisognerà cercare altro: l' ufficio dell' avvocato Ciannavei in via Nomentana non basta a contenere le esigenze di quello che è diventato il primo partito italiano. Le sedi fisiche non dovevano esistere, nell' ideologia grillina, ma ci sono: la Casaleggio a Milano, appartamenti sempre diversi a Roma (c' è anche un loft segreto al Circo Massimo dove sono state fatte le riunioni con la squadra di governo). Abbandonato l' hotel Forum, dov' è di casa Beppe Grillo, il nuovo punto di ritrovo è il fastoso hotel Parco dei Principi, ai Parioli. Si vedranno lì i 330 eletti.
Un luogo molto diverso dall' alberghetto vicino alla stazione Termini in cui Grillo e Gianroberto Casaleggio avevano fatto il loro primo discorso alle truppe nel 2013. O dall' anonimo albergo dell' Eur in cui si erano andati a nascondere la volta dopo.
Accanto a Luigi Di Maio c' è sempre l' amico d' infanzia Dario De Falco. E da Pomigliano arriva anche una conoscenza che ha aiutato a leggere mondi lontani: Pasquale Salzano, ex braccio destro di Claudio Descalzi all' Eni, ora ambasciatore in Qatar. Il rapporto con le ex aziende di Stato è stato molto curato dal leader: attraverso l' avvocato messo a capo di Acea Luca Lanzalone. Ma non solo.
E i rapporti nel mondo manageriale si sono estesi negli ultimi mesi: una delle persone spesso ascoltate è l' ad di Widiba Andrea Cardamone. Così com' è ormai molto vicino l' economista della Sant' Anna di Pisa Giovanni Dosi, nonostante abbia passato il testimone al talentuoso allievo Andrea Roventini come ministro ombra. I nomi di cui è a caccia il candidato premier adesso, però, sono di altro tipo. La strategia di logoramento del Pd prevede l' inserimento nella squadra di governo di figure di area che possano far chiedere ai dem: «Perché no?». Ci sono stati nuovi contatti con lo storico dell' arte Tomaso Montanari (seppure acerrimo nemico del Pd renziano).
Si continua a sperare che, finita la campagna elettorale, Salvatore Settis accetti di essere presentato al Colle come possibile ministro dell' Istruzione. Ma soprattutto, si potrebbe puntare su Massimo Bray: con il dalemiano direttore della Treccani, l' interlocuzione va avanti da tempo. Da quando, nell' autunno 2013, il decreto dell' allora ministro dei Beni culturali "Valore cultura" venne approvato con l' astensione M5S.
Bray ha costanti rapporti con la sindaca M5S di Torino Chiara Appendino (così come li ha il governatore Sergio Chiamparino). Altro nome che - secondo i rumors - potrebbe tentare i 5 stelle, è quello dell' ex ministro Fabrizio Barca, ora promotore del forum sulle disuguaglianze.
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