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"CHARLIE KIRK È IL MARTIRE REPUBBLICANO UCCISO DA UN MOSTRO" - TRUMP SFRUTTA IL FUNERALE DELL'ATTIVISTA DELL'ULTRA-DESTRA AMERICANA, UCCISO NELLO UTAH LO SCORSO 10 SETTEMBRE, PER ALZARE LA TENSIONE: "LUI NON ODIAVA I SUOI OPPOSITORI. IO ODIO I MIEI" - LE ESEQUIE, CON 200 MILA PARTECIPANTI, DIVENTANO UN MIX DI ESALTAZIONI MISTICHE (JD VANCE HA DETTO: "HA PORTATO LA VERITA'"), ESONDAZIONI MESSIANICHE (ROBERT KENNEDY JR HA PARAGONATO KIRK A GESÙ CRISTO) E TRIBUTI NAZIONALISTICO-RELIGIOSE ("EROE DELL'AMERICA E MARTIRE DELLA FEDE") - LA MOGLIE DI CHARLIE, ERIKA, PERDONA IL KILLER TYLER ROBINSON E RIVELA: "A MIO MARITO AVEVO CHIESTO DI INDOSSARE UN GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE" - LE FOTO E I VIDEO DELLA CERIMONIA - LA PACE TRA MUSK E TRUMP, CHE SI SONO STRETTI LA MANO - DA JD VANCE A TUCKER CARLSON, DAL CAPO DELL'FBI KASH PATEL A TULSI GABBARD, ECCO CHI C'ERA

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Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per www.corriere.it

 

Erika Kirk AL FUNERALE DI CHARLIE

«E gli angeli piangono, santo. E la creazione piange, santo. Tu vieni sollevato in alto, santo. Santo per sempre». Con le braccia al cielo, sessantamila persone cantano Holy Forever nello State Farm Stadium di Glendale, un sobborgo di Phoenix in Arizona. 

 

Per tre ore, a partire dalle 8 del mattino, si alternano i più famosi cantanti pop cristiani d’America — da Chris Tomlin a Phil Wickham — mentre lo stadio si riempie di persone che aspettavano in fila da molte ore, alcuni dalla sera prima. 

 

Gli amici di Charlie Kirk, quelli con cui ha fondato a 18 anni l’organizzazione Turning Point USA, non vogliono che questo sia solo un funerale dell’attivista più influente tra i giovani conservatori americani: vogliono che sia un revival di fede. 

 

donald trump elon musk al funerale di charlie kirk

I giornalisti sono stati radunati di fronte a una vicina chiesa alle 5:45 del mattino e condotti all’interno dello stadio dopo un’ora di controlli accurati di borse e zaini, del tutto vietati invece al pubblico generale. Da Washington sono arrivati due aerei che hanno trasportato in Arizona l’intera amministrazione Trump. Nella folla ci sono anche cappellini rossi Make America Great Again, ma sono tanti i berretti con la scritta CK (le iniziali di Charlie Kirk) ed è onnipresente il logo di Turning Point. 

 

Sulle sedie vicino al palco ci sono fazzoletti per asciugarsi le lacrime. Erika Kirk, la vedova dell’attivista 31enne che sale sul palco con gli occhi lucidi, e che adesso guiderà l’organizzazione, è raffigurata con lui e con i figli nei poster distribuiti per tutta l’arena. 

 

tulsi gabbard al funerale di charlie kirk

Gli amici dicono che Charlie aveva pensato anche in passato a un ruolo per la moglie nell’organizzazione, già presente in 3.500 college e scuole superiori e che adesso ha ricevuto richieste da 62.000 nuovi istituti. Un grande applauso accoglie Trump quando appare poco dopo mezzogiorno in una delle tribune. «Andiamo a celebrare un grande uomo. Sarà un giorno difficile», ha detto il presidente prima di partire per l’Arizona.

 

«Dio ha salvato il presidente Trump da quel proiettile, per questo momento», aveva detto poco prima Benny Johnson. Un applauso gigantesco dà il benvenuto a JD Vance, il «giovane» vicepresidente che ha dato a Kirk il merito della sua ascesa politica e la vittoria dell’amministrazione Trump. «Charlie amava il dibattito perché voleva portare la verità il luoghi oscuri», dice Vance. «La verità è che matrimonio e famiglia sono più importanti dell’istruzione o della carriera... La verità è che Gesù Cristo è il re dei re».

jd vance al funerale di charlie kirk

 

Al centro dell’evento c’è la fede cristiana di Kirk: lui stesso aveva detto — come ricorda Don Trump jr — «Voglio essere ricordato per la mia fede». Sono pieni di riferimenti biblici i discorsi di influencer e podcaster come Johnson, Jack Posobiec, Tucker Carlson, figure popolari dei programmi in streaming, come pure dei membri del governo, da Vance alla direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard e a Pete Hegseth, il capo del Pentagono che spiega che Charlie gli ha insegnato a prestare attenzione «alla guerra spirituale».

 

La fede è anche politica. «Il suo messaggio è chiaro», dice Don Trump Jr., il figlio del presidente. «Non arretreremo. Se credete in Dio, nella famiglia e nella libertà, siete con noi… non importa come avete votato. Se rigettate la propaganda delle fake news, siete i benvenuti«. E quando Don jr chiede: «Vi arrenderete?», la folla urla a squarciagola: «No».

 

donald trump jr al funerale di charlie kirk

«Contesteremo quello che è accettato dalla cultura di questa società, per cercare ciò che è accettato da Dio — dice Michael McCoy, il giovane assistente di Kirk che a 18 anni ha rinunciato a frequentare l’università per lavorare con lui (gli è toccato telefonare alla vedova dicendole: «Hanno sparato a Charlie»). «La vera libertà è seguire Cristo nel fare quello che è giusto: sposarsi, avere più figli di quanti puoi permetterti», continua McCoy — parole più tardi ripetute da Marco Rubio, il segretario di Stato, tra gli altri.

 

«Siamo riuniti per piangere Charlie ma anche per dedicarci a portare a termine la sua missione e arrivare alla vittoria in suo nome — afferma Stephen Miller, stratega della politica interna di Trump e vicecapo dello staff della Casa Bianca —. Il giorno in cui è morto, gli angeli hanno pianto, ma quelle lacrime si sono trasformate in fuoco nel nostro cuore, un fuoco che il nostro nemico non comprende». Miller mette in scena una lotta del Bene contro il Male:

donald trump al funerale di charlie kirk

 

«Erika è la tempesta, noi siamo la tempesta e i nostri nemici non comprendono la nostra forza, determinazione e passione… Voi non siete nulla», dice ai «nemici». «Noi siamo quelli che risollevano l’umanità. Pensate di aver ucciso Charlie Kirk? L’avete reso immortale… Sconfiggeremo le forze dell’oscurità e del male». Anche Vance lancia un messaggio simile: «Il Male cammina ancora tra di noi», non si può inseguire un falso «momento kumbaya». E conclude: «Per Charlie riporteremo la grandezza dell’America».

 

Kirk ha saputo parlare ad una parte della Generazione Z che si sente «affamata di fede», ci dice Gianna Lorenzi, 23 anni, che lavora come consulente nelle assicurazioni a Dallas e indossa un cappellino uguale all’amica Bella DiMatteo, pubblicitaria di New York: non c’è scritto «Make America Great Again» ma «It’s cool to love America» (è figo amare l’America).

 

robert kennedy al funerale di charlie kirk

Lorenzi dice che seguiva Kirk sui social, sia per il suo messaggio di fede che per le sue idee politiche: «Mi ha incoraggiato a dire la verità in ogni situazione e mi ha mostrato che cosa significa vivere i valori della famiglia e i valori biblici, penso che sia qualcosa che la nostra generazione sta cercando davvero». 

 

Sam Carber, ventenne di una numerosa famiglia cristiana evangelica di Phoenix che è venuta allo stadio con il fratello quindicenne, osserva l’importanza del suo messaggio sui social: «I valori in cui crediamo non sono mai scomparsi, ma lui li ha offerti su piattaforme come TikTok».  [...]

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