the economist winston starmer

CHIAMATELO “WINSTON STARMER” – DOPO LA BREXIT, LONDRA CELEBRA IL RUOLO RITROVATO NELLA POLITICA EUROPEA E SI PREPARA AL PEGGIO ("LEVA OBBLIGATORIA? POSSIBILE") - "L’ECONOMIST" DEDICA LA COPERTINA AL PREMIER LABURISTA: “STARMER NEL SOLCO DI CHURCHILL” – L’INQUILINO DI DOWNING STREET È OGGI L’UOMO CHE GUIDA INSIEME A MACRON LA RISPOSTA EUROPEA A TRUMP MA È STATO BERSAGLIO DI CONTINUE CRITICHE ANCHE IN CAMPO PROGRESSISTA PER IL CARISMA DA MERLUZZONE LESSO E LA SCARSA ORATORIA - LE MOSSE CHE HANNO PORTATO NEL SUO GOVERNO RISTRETTO DUE VETERANI DELL’ERA BLAIR…

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Enrico Franceschini per la Repubblica - estratti

the economist winston starmer

 

Una settimana “trasformativa”: così l’ Economist descrive quello che è successo negli ultimi giorni a Keir Starmer, disegnandolo in copertina con il sigaro in bocca e le dita a forma di vu in segno di vittoria. Il simbolismo è chiaro: “Winston Starmer”, recita il titolo accanto all’immagine, paragonando il premier laburista a Churchill.

 

Davanti al disimpegno di Donald Trump nei confronti dell’Ucraina, per tacere delle aperture a Vladimir Putin, il settimanale britannico vede nell’odierno inquilino di Downing Street un leader determinato a difendere la democrazia e a salvare l’Europa dalle minacce di un tiranno: come fece il suo celebre predecessore, passato alla storia per lo slogan “non ci arrenderemo mai” nell’ora più buia della Seconda guerra mondiale e poi capace di vincerla.

 

Insieme al presidente francese Emmanuel Macron, oggi è l’uomo che rappresenta l’unità europea.

Perché settimana “trasformativa”? Perché dopo avere riportato il Labour al governo nelle elezioni del luglio scorso, Starmer è stato bersaglio di continue critiche non solo tra l’opposizione conservatrice ma pure in campo progressista.

 

GIORGIA MELONI BACIA KEIR STARMER - VERTICE PRE L UCRAINA A LONDRA

Zero carisma e scarsa oratoria: niente a che vedere con Churchill e nemmeno con Tony Blair. Poi scandali, promesse non mantenute, decisioni controverse, nessuna visione sulla direzione da dare al Regno Unito. Finché, messo di fronte a un Trump che rischia di dividere l’Occidente, è diventato un altro. In teoria è il ruolo che gli spetta, quale leader di un Paese con armi nucleari, membro permanente del Consiglio di Sicurezza Onu, storico alleato di Washington. In pratica, l’abilità con cui interpreta la parte ha sorpreso molti.

 

keir starmer volodymyr zelensky foto lapresse

Si possono individuare tre ragioni per la “trasformazione” del primo ministro britannico. Una è la sua innegabile intelligenza: da avvocato dei diritti umani, procuratore generale, capo dell’opposizione, ha sempre fatto le mosse giuste. La seconda è che ha cambiato la squadra del governo ristretto, inserendo un paio di veterani dell’era Blair: Jonathan Powell, ex-capo di gabinetto e artefice della pace in Irlanda del Nord, nominato consigliere per la sicurezza nazionale; e Peter Mandelson, più volte ministro e guru del blairismo, nominato ambasciatore a Washington. La terza è che talvolta, nelle ore più buie, i leader (e i popoli) tirano fuori il meglio.

 

(...) Ma chissà che non sia il primo passo per rimangiarsi la Brexit. Non per nulla il primo ad affermare in un famoso discorso, nel lontano 1946, che bisognava formare “gli Stati Uniti d’Europa”, fu proprio Winston Churchill.

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