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Roberto Bagnoli per il Corriere della Sera
Tutto da rifare per l'Imu sulle attività commerciali della Chiesa e delle associazioni no profit in genere. «Valuteremo le osservazioni ed eventualmente modificheremo il regolamento». Così il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo ieri ha commentato il parere del Consiglio di Stato che ha bocciato lo schema di provvedimento sulle attività miste che il governo ha inviato ai magistrati contabili il 5 settembre scorso.
E che ora richiede un nuovo intervento del Tesoro. Intanto, a proposito di fisco in generale, ad Assisi il ministro Corrado Passera ha detto: «Dobbiamo pensare a ridurre la pressione fiscale per le persone che le tasse le pagano» e «l'impegno deve essere quello di ridurre la pressione anche perché la riduzione della fiscalità sul lavoro, sull'impresa, sul rischio, sui servizi di base si trasforma poi anche in crescita e occupazione».
«Non è in agenda riaprire l'impostazione dell'Imu» aveva affermato l'altro giorno il ministro dell'Economia Vittorio Grilli mettendo le mani avanti alle pressioni del Parlamento che vorrebbe rimodularne gli effetti a favore delle categorie più deboli. Ora il parere, previsto dalla legge da parte del Consiglio di Stato, rimette in gioco una partita importante e delicata sulla quale pende una procedura della Commissione europea per aiuti di Stato alla Chiesa (nelle sue attività commerciali) nel caso della esenzione dell'Ici.
Le norme del decreto cresci Italia prevedono che la prima rata per l'Imu degli immobili ecclesiastici venga pagata entro il 16 giugno 2013 ma la modulistica con la quale si fanno le dichiarazioni delle porzioni immobiliari dedicate ad attività commerciali va compilata entro la fine dell'anno per consentire ai Comuni di fare i calcoli. Ora i tempi sono a rischio. L'Ance (l'Associazione nazionale dei Comuni italiani) che segue con attenzione l'evolversi di questa partita ha già valutato in circa 600-800 milioni di euro all'anno il flusso finanziario dall'Imu semicommerciale.
Ma per la Chiesa potrebbe arrivare una stangata ben più massiccia se l'Ue condannasse l'Italia ed esigesse il pagamento anche degli arretrati dal 2006: per sei anni si tratterebbe di 3,6-4 miliardi di euro. Il conteggio risale all'anno in cui i Radicali hanno fatto una denuncia a Bruxelles e costretto la Commissione ad avviare la procedura. Sotto pressione dell'Unione europea e dei media, il governo dei tecnici l'anno scorso ha esteso il pagamento dell'Imu anche agli enti religiosi e no profit (solo per la parte commerciale) rimandando fino a settembre scorso la stesura dei criteri per il pagamento.
Il problema è la definizione delle modalità di calcolo di quelle attività miste religiose-commerciali-ricreative presenti in molte scuole, ospedali gestite da società no profit e, per la maggior parte dei casi, legate al Vaticano. Si tratta, in genere, del bar o del ristorante-mensa che spesso produce un utile. Insomma il Tesoro avrebbe dovuto indicare nel regolamento «un rapporto proporzionale» decidendo, per esempio, di considerare il 10% dell'edificio ad attività commerciale ed il resto no profit. Invece, per così dire, si è fatto prendere la mano.
E così, invece di limitarsi a stabilire i parametri da elencare nella dichiarazione, il Tesoro ha stabilito tutte le casistiche in cui scatta l'esenzione dell'Imu (ospedali, centri ricreativi; oppure quando l'importo, pagato per alberghi o assimilati, non supera la metà di quello medio nello stesso territorio). Ora il Consiglio di Stato con il suo parere contrario al regolamento, contesta al governo di aver usato uno strumento non idoneo - cioè un semplice regolamento di attuazione dell'articolo 91 bis - per ridurre di fatto l'applicazione dell'Imu. Per fare questo, traducendo dal complesso lessico giuridico del parere emesso il 27 settembre, sarebbe necessario invece un altro decreto. E quindi un passaggio «politico».
Il sospetto, avanzato dai Radicali, è che il governo abbia cercato di fare rientrare dalla finestra quello che aveva fatto uscire dalla porta. «Non vorrei che si stia ripetendo - spiega Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani - quanto documentato nel libro di Gianluigi Nuzzi (Vaticano Spa) ovvero che qualcuno nel governo le pensi tutte per evitare che gli enti ecclesiastici restituiscano all'erario le ingiuste esenzioni di cui hanno goduto per anni». Sul tema di fisco e contributi, la Cgia di Mestre ha calcolato in 5,5 miliardi l'aumento netto delle tasse per le imprese nel triennio 2012-2014.
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