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Camilla Conti per “La Verità”
mario draghi charles michel ursula von der leyen
Nella lotta contro il tempo per evitare di portare la barca in mezzo a una tempesta perfetta dopo l'estate, Mario Draghi ieri all'Ocse ha rilanciato la proposta di definire uno strumento simile al Sure, il meccanismo europeo finanziato con l'emissione di bond comuni sperimentato durante la pandemia per sostenere i rischi di disoccupazione. Ma questa volta sarebbe «centrato sull'energia», ha specificato il premier.
Che nella sua trasferta parigina, prima di partecipare ai lavori del Consiglio dell'Organizzazione, mercoledì sera ha cenato all'Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron. Un utile alleato che può fare da sponda all'operazione pensata da Draghi. Il quale ha fretta, perché da ex capo dell'Eurotower conosce molto bene i tempi della Bce e sa che deve muoversi subito per portare a casa il maggior numero possibile di salvagenti per l'Italia in caso di marosi settembrini alzati anche dalla fine di undici anni di quantitative easing decisa ieri da Francoforte.
mario draghi ursula von der leyen
Intervenendo all'apertura delle riunioni ministeriali dell'Ocse, ieri Draghi ha ricalato sul tavolo la carta del modello Sure che «contribuirebbe a preservare la stabilità finanziaria in tutta la zona euro».
Poi c'è la questione del consenso sociale: l'aumento dei prezzi dell'elettricità, i costi sempre maggiori per i trasporti, con la perdita di potere d'acquisto delle retribuzioni, costituiscono una miscela pericolosa che i governi dovrebbero evitare.
MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN MEME
Il presidente del Consiglio ha premesso che «responsabilità e solidarietà devono andare di pari passo, a livello nazionale ma anche europeo» e ha ricordato che l'Italia ha deciso una tassa straordinaria sui profitti delle società energetiche e ha «utilizzato le entrate per ridurre le bollette del gas e dell'elettricità per i più vulnerabili».
Per questo «nell'Unione europea, dobbiamo considerare di replicare alcuni degli strumenti congiunti che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente dalla pandemia». Prestiti, appunto, non sovvenzioni. Sui quali i Paesi più frugali, che frenano all'ipotesi di un Recovery bis, non possono dirsi contrari.
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Del resto, lo scorso 31 maggio, anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali aveva ribadito che il debito pubblico resta un elemento «di forte vulnerabilità», rammentando, se mai fosse necessario, la necessità di «non abbassare la guardia».
Ma anche sottolineando come ci siano «solide ragioni per avviare anche forme di gestione comune di una parte dei debiti nazionali emessi in passato - ad esempio, la componente riconducibile all'emergenza pandemica - attraverso un fondo europeo che acquisisca, finanziandosi sul mercato, una quota dei titoli pubblici esistenti».
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Ma ieri, a Parigi, Draghi ha rilanciato anche altri temi che stanno a cuore a Palazzo Chigi.
Come l'imposizione di un tetto Ue al prezzo del gas importato dalla Russia che «ridurrebbe i flussi finanziari verso Mosca, limiterebbe l'aumento dell'inflazione e contribuirebbe a sostenere i salari».
Ma su questo punto la strada di un'intesa a 27 «potrebbe essere ancora lunga», ha ammesso il premier, deciso a riportare comunque la proposta sul tavolo del prossimo Consiglio Ue del 23 e 24 giugno.
Dopo aver ringraziato l'Ocse per aver messo a punto l'accordo «storico» sulla minimum tax siglato poi al G20 di Roma, ha ribadito anche la richiesta di riaprire i porti del Mar Nero per evitare «una catastrofe alimentare» dalle conseguenze incalcolabili.
URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI
«Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali bloccati lì a causa del conflitto», ha dichiarato ieri aggiungendo che i sei pacchetti di sanzioni decisi da Bruxelles «hanno inferto un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell'economia russa».
Draghi vuole, insomma, indicare la strada per convincere gli altri leader europei a proseguire sull'agenda del vertice di Versailles di marzo e a inaugurare nuovi strumenti di finanziamento Ue. E intanto invita a fare attenzione a non «creare una spirale prezzo-salario che comporterebbe, a sua volta, tassi di interesse ancora più elevati».
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D'altronde, «le banche centrali hanno iniziato a inasprire la politica monetaria, portando a un aumento degli oneri finanziari», ha chiosato il premier lanciando un suggerimento alla Bce guidata da Christine Lagarde.
La cui decisione di aumentare i tassi a luglio ieri ha già rimesso le ali allo spread. Mancano ancora dieci mesi alla fine della legislatura, il rapporto debito/Pil secondo le stime continuerà a scendere sia quest'anno sia il prossimo nonostante il rallentamento dell'economia, eppure i mercati finanziari stanno suonando nuovamente una sveglia al nostro Paese.
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Certo, il trend è frutto anche di fattori esterni come i contraccolpi della crisi Ucraina e come, appunto, la normalizzazione della politica monetaria di Francoforte che in questi anni ha svolto il ruolo di ombrello comprando i titoli sul secondario.
Il livello del debito italiano però preoccupa perché per restare sostenibile deve poter essere bilanciato da una buona crescita del Pil. Altrimenti si cercano salvagenti comuni modello Sure sul breve tempo. Ma la questione è sempre e solo una. Che cosa viene chiesto in cambio?
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